Pietro Ratto: “informazione indipendente distante da fondi economici”
Pubblicato il 3 Aprile 2023
Pubblicato il 3 Aprile 2023

Come afferma lo scrittore e docente Pietro Ratto in un’intervista di Enrico Sanna del 2019: L’unica informazione indipendente è quella che si mantiene distante da fondi economici che possano facilmente irreggimentarla. Che fruisce di canali liberi e pubblici.
Un problema, questo, davvero complicato da capire, in un’epoca in cui la gente ha completamente rimosso la differenza tra pubblico e privato. Pubblico, cioè: di tutti. Nel pieno rispetto della collettività così come delle aspirazioni individuali alla Libertà, alla Verità e alla Felicità. Un’informazione di questo tipo, però, necessita di un cambiamento politico radicale. Di un sistema di democrazia diretta che garantisca a tutti i cittadini la piena e immediata partecipazione alla gestione della cosa pubblica, fondata su un nuovo sistema scolastico capace di tirar su uomini e donne responsabili, coerenti, moralmente virtuosi, curiosi e appassionati alla Verità e alla Vita.
Bisogna ricominciare tutto da capo, insomma. Altrimenti, nessun vero “cambiamento” sarà mai minimamente possibile. Ma i primi a non crederci, a liquidare queste idee come mere utopie, sono proprio coloro che dovrebbero farsene entusiastici promotori e attivi protagonisti. Sono le vittime di questo sistema: quelle che avrebbero tutto l’interesse a sovvertirlo.
La paura, così accuratamente e capillarmente diffusa nell’inconscio collettivo dai media e dai governi, le tiene invece tutte incatenate al silenzio, alle proprie misere comodità. E alla convinzione che della loro vita, nelle sue innumerevoli sfaccettature, debba occuparsi qualcun altro.”

I Warburg e i Di Pisa nell’editoria

La corsa alla concentrazione di potere è da sempre stata una costante nella storia.

Pietro Ratto nella sua intervista ci parla del fatto che la famiglia Warburg nasce in realtà da una famiglia italiana, quella dei Del Banco, i quali a loro volta sono imparentati con la famiglia Di Pisa, un ceppo della famiglia Warburg quando ancora non si chiamava così, poiché ha preso questo nome una volta trasferitasi nell’omonima città vicino ad Amburgo.

I Warburg sono coloro che in cordata con i Rothschild hanno in mano Hachette, il famoso gruppo editoriale francese e anche Larousse, la grande casa editrice.

I Di Pisa inizialmente hanno finanziato il giornale Il Secolo, poi chiuso nel 1946, e successivamente hanno fondato e finanziato Il Sole 24 Ore, cioè il massimo organo di informazione economico-finanziaria in Italia.

Lazard, Rothschild e Warburg nell’editoria scolastica

Se diamo un’occhiata fuori dall’Italia scopriamo che il gruppo Eurazeo, la società di investimento francese dei Lazard, dei Rothschild e dei Warburg, gestisce la Pearson, la più grande azienda di libri di testo per l’istruzione al mondo, la casa editrice dell’editoria scolastica: possiamo facilmente immaginare cosa da ciò può conseguire rispetto al tema dell’informazione manipolata a scuola.

Pearson PLC è anche la casa editrice dell’Economist.

Le famiglie Lazard, Rothschild e Warburg, attraverso Eurazeo e Person, gestiscono non solo l’Economist, ma fino al 2015 hanno gestito anche il Financial Times, quando poi è stato venduto a NIKKEI, un gruppo giapponese.

In ogni caso Pearson e le suddette famiglie hanno mantenuto il Financial Time Group saldamente stretto nelle loro mani assicurandosi che la linea editoriale rimanesse la stessa e lasciando immutate le dinamiche che assicurano gli interessi della famiglia.

È chiaro che quando i maggiori organi d’informazione, come vediamo, sono controllati dai grandi gruppi economici, la visione del mondo di queste testate si discosterà molto difficilmente dall’ideologia dominante e sarà impossibile veicolare messaggi che confliggano con gli interessi dei grandi capitali nazionali e internazionali.

Il gruppo RCS MediaGroup e Urbano Cairo

È utile conoscere anche gli altri proprietari dei principali organi d’informazione italiani. Se Repubblica è il giornale più seguito nel centro-sud, al nord il giornale più letto è certamente il Corriere della Sera.

RCS MediaGroup (Rizzoli-Corriere della Sera Media Group S.p.A.) è uno dei principali gruppi editoriali italiani, attivo sia livello nazionale che internazionale.

Gran parte delle azioni del Gruppo Rizzoli sono attualmente nelle mani di Urbano Cairo, il manager milanese con un passato nelle aziende di Berlusconi che gli è valso una condanna in via definitiva per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio.

Di questo imprenditore lombardo, proprietario del canale televisivo La7 e presidente del Torino FC, possiamo ricordare il discusso video diffuso nel marzo del 2020. Si tratta di un formidabile video-messaggio motivazionale rivolto ai venditori degli spazi pubblicitari di Rcs MediaGroup e Cairo Communication, nel quale Cairo sollecitava gli imprenditori a cogliere le grandi opportunità di business offerte dalla crisi epidemiologica creata dal Covid.

Importanti quote del capitale azionario di RCS MediaGroup sono detenute poi dalla potente Mediobanca dell’imprenditore Diego Della Valle (proprietario anche di Hogan e Tod’s e importante azionista di Italo), dall’assicurazione Unipol e dalla multinazionale Pirelli, ormai controllata da un’impresa pubblica cinese.

Meriterebbe un capitolo a parte l’impero creato da Silvio Berlusconi a partire da Mediaset, Mondadori, Il Giornale e Panorama, finito poi nelle mani di Maurizio Belpietro. Molto si è scritto in merito alle innumerevoli situazioni di conflitto di interesse dell’imprenditore lombardo, ma qui basta ricordare che i giornali e le televisioni commerciali possedute da Berlusconi non solo hanno agevolato il suo percorso politico, ma hanno anche profondamente influito sull’immaginario collettivo degli italiani favorendo l’innegabile processo di deculturazione del Paese.

Loredana

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