L’influenza mediatica di Jeff Bezos, Bill Gates e Mark Zuckerberg
Pubblicato il 2 Marzo 2023
Pubblicato il 2 Marzo 2023

L’acquisto del Washington Post da parte del fondatore di Amazon Jeff Bezos per 250 milioni di dollari nel 2013 è stata una forma molto palese di influenza mediatica che molto ha fatto discutere. Sapere che uno degli uomini più ricchi della terra ha comprato uno dei giornali più importanti del mondo, non può che destare molta preoccupazione rispetto alla possibilità che il quotidiano sia usato come “strumento fondamentale” per le strategie del colosso Amazon.

Non meno preoccupante è ciò che scopriamo in merito alla Fondazione Gates.

Il sito di notizie americano MintPress, dopo aver esaminato oltre 30.000 sovvenzioni presenti nel suo database, è riuscito a rivelare che la Bill and Melinda Gates Foundation (BMGF) ha effettuato donazioni per oltre 300 milioni di dollari per finanziare progetti nel settore dei media.

Benché fosse nota la partecipazione azionaria di Bill Gates in colossi del settore mediatico, adesso possiamo conoscere fino in fondo la portata dei suoi legami striscianti e meno evidenti.

Scopriamo che il “filantropo”, dipinto come un individuo che opera senza secondi fini per il bene dell’umanità, ha finanziato in maniera silenziosa decine e decine di mass media, associazioni giornalistiche e università al fine di spingere la narrazione a lui gradita e manipolare l’opinione pubblica.

Salute globale e sviluppo; opportunità di ricerca e apprendimento; empowerment femminile; servizi igienico-sanitari; pianificazione familiare; fornitura di soluzioni per migliorare la salute globale” sono solo alcune delle diciture indicate come “argomento concessione” in riferimento alle somme di denaro che Bill Gates, tramite la Bill and Melinda Gates Foundation, ha concesso a soggetti vari nel tempo.

Nella lista dei mass media finanziati direttamente da Gates tramite la Bill and Melinda Gates Foundation, troviamo CNN, NBC, NPR, PBS e The Atlantic negli USA; BBC, The Guardian, The Financial Times e The Daily Telegraph nel Regno Unito. Scopriamo poi anche Le Monde, Der Spiegel, El Paíse e l’emittente araba Al-Jazeera.

Emblematico è il caso del Texas Tribune, che ha ricevuto più di 2 milioni di dollari per “aumentare la consapevolezza pubblica e l’impegno delle questioni di riforma dell’istruzione in Texas” e ha pubblicizzato il sistema di educazione in cui hanno investito, oltre al “filantropo” Gates, anche Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e Pierre Omidyar, fondatore di eBay.

Il terzetto ha poi finanziato con 100 milioni di dollari la Bridge International Academies, che tra i suoi partner pubblici annovera la Goldman Sachs e il World Economic Forum.

Il peso di Bill Gates sulla cultura popolare e le scuole di giornalismo

È noto che Bill Gates abbia ampie partecipazioni in colossi mediatici come Comcast, AT&T e MSNBC,il cui nome risulta proprio dalla combinazione di Microsoft e NBC Universal.

Forse meno noto è il fatto rivelato dal New York Times, che dal 2009 la Gates Foundation  pagasse per inserire i suoi “messaggi” in famose serie TV quali ER, Law & Order e Private Practice.

Nell’articolo del NYTimes leggiamo: “Ora la Gates Foundation è pronta ad espandere il suo coinvolgimento e spendere più soldi per influenzare la cultura popolare attraverso un accordo con Viacom, la società madre di MTV e le sue reti sorelle VH1, Nickelodeon e BET.”

Bill Gates ha poi finanziato centri di formazione di giornalismo investigativo come l’International Center for Journalists, The Pulitzer Center for Crisis Reporting, Center for Investigative Reporting, The Bureau of Investigative Journalism, Institute for Advanced Journalism Studies e Global Forum for Media Development.

Non solo. Il magnate ha anche dato soldi ad associazioni di stampa e giornalismo tra cui National Newspaper Publishers Association, Education Writers Association, American Society of News Editors Foundation, Washington News Council, Reporters Committee for Freedom of the Press.

Tramite l’istituzione di borse di studio, workshop e corsi appositi Bill Gates ha negli anni formato giornalisti pagando loro l’istruzione presso università quali la Johns Hopkins e la Columbia.

Conflitti di interesse: il caso di David Bornstein e Tina Rosenberg

In un articolo del 2021 a firma del giornalista Tim Schwab scopriamo un interessante caso di conflitto di interessi che coinvolge due editorialisti di punta del New York Times, David Bornstein e Tina Rosenberg.

I due giornalisti hanno scritto per anni articoli sulle buone e ammirevoli azioni della fondazione di Gates, tenendo però ben nascosto il fatto che lavorano parallelamente anche per il Solutions Journalism Network, istituto pesantemente finanziato dalla Fondazione Gates stessa.

Come spiegato da Tim Schwab il finanziamento massiccio dei mass media da parte dei “filantropi” sembra ormai essere una tendenza dilagante. Se teniamo conto di tutti gli enti e le istituzioni che direttamente o indirettamente hanno a che fare con il settore mediatico e che sono finanziate dai medesimi miliardari, il conflitto di interessi è evidente e di portata gigantesca, tanto per chi finanzia quanto per chi è finanziato.

Come e quanto può essere oggettivo quanto riportano coloro che sono finanziati da Gates & Co. quando devono parlare di questi stessi personaggi e della miriade di attività, organizzazioni e interessi che questi multimiliardari hanno su scala planetaria?

Loredana

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