USA: 90% del consumo “mediatico” in mano a 6 multinazionali
Pubblicato il 27 Febbraio 2023
Pubblicato il 27 Febbraio 2023

Lo scrittore Marco Pizzuti nel suo libro ‘Rivoluzione non autorizzata’ afferma: “La televisione viene utilizzata dalla finanza internazionale per manipolare l’opinione pubblica  […] in tale sistema concepito per dare l’illusione che sia il popolo a governare, i mass media svolgono una indispensabile funzione di controllo mentale e i contenuti della produzione televisiva rivolta alla popolazione sono praticamente tutti uguali per quanto concerne le informazioni da censurare, da deformare o da inventare appositamente.

Se consentiamo a qualcuno di bombardare la nostra mente con ore ed ore di “programmi” ogni giorno, è inevitabile che questo andrà ad influire sulla nostra visione del mondo.

La pratica attraverso cui i grandi gruppi economici privati influenzano la politica dei singoli paesi è talmente diffusa che le pressioni effettuate da parte dei privati nei confronti del pubblico ormai non vengono più percepite dai cittadini come illegali o illegittime.

Nel maggio 2016 lo scrittore Michael Snyder ha calcolato che il 90% del consumo “mediatico” medio, circa dieci ore al giorno, di un normale utente statunitense, è proveniente da aziende affiliate o controllate da sole sei grandi multinazionali.

Le aziende di media che controllano in modo schiacciante il mercato statunitense sono sei: Comcast, The Walt Disney Company, News Corporation, Time Warner, Viacom e CBS Corporation. 

A loro volta, queste ‘corporate’ controllano altre aziende di varie dimensioni, in un enorme gioco di scatole cinesi.

La News Corporation di Rupert Murdoch

Significativo è il caso della News Corporation, un impero mediatico che rimane tale nonostante l’azienda sia stata di recente scorporata in due tronconi.

La News Corporation è sostanzialmente di proprietà di Rupert Murdoch, imprenditore ed editore australiano naturalizzato statunitense, che ne detiene la quota di maggioranza, facendo di lui uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo.

Rupert Murdoch può controllare organi di informazione e intrattenimento in Australia, Regno Unito, USA, Fiji, Papua, India, Paesi Bassi, Russia, Bulgaria, Romania, Serbia, Turchia, Georgia, Polonia, Indonesia, Germania, Italia, praticamente tutto il Sud America e non solo, oltre al controllo di centinaia di piccole riviste locali.

Questo gigantesco conglomerato mediatico detiene il controllo delle più importanti aziende mondiali nel settore delle telecomunicazioni e dell’editoria.

Ne sono esempio i quotidiani britannici The Sun e The Times e il Sunday Times; gli statunitensi The Post e Wall Street Journal; la televisione satellitare di Sky in Italia e nel Regno Unito; la Fox Television e la casa cinematografica 20th Century Fox negli Stati Uniti.

Si è calcolato che il gruppo editoriale di Murdoch raggiunga ogni giorno circa 4,7 miliardi di persone, i tre quarti della popolazione globale.

Forbes stima nel 2015 il suo patrimonio in 13,9 miliardi di dollari.

Grazie alla proprietà di corporation monolitiche è facile per questi potenti della terra influenzare totalmente la nostra visione del mondo e la nostra percezione della realtà in base ai piani da loro stabiliti. Praticamente la totalità della programmazione che colpisce quotidianamente la nostra mente proviene da queste sei aziende controllate dalle élite mondiali che influenzano profondamente la nostra visione del mondo e ogni percezione della realtà.

Senza soffermarci sullo scandalo delle intercettazioni illegali che ha travolto l’impero di Murdoch nel 2011 e costretto alle dimissioni l’intero vertice di News International e senza considerare l’influenza che il magnate australiano ha esercitato sulla politica britannica degli ultimi tre decenni, la vicenda in cui è rimasto invischiato il gruppo News Corporation di Murdoch evidenzia una pericolosa contiguità tra forze di polizia, media e politici.

Loredana

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