La nascita di Hamas
Pubblicato il 4 Dicembre 2023
Pubblicato il 4 Dicembre 2023
Immagine in evidenza: l’ex Ministro della Salute Israeliano e oppositore di Netanyahu, Nitzan Horowitz. In una recente intervista alla rivista di geopolitica ha affermato: “La politica di Netanyahu, a differenza di quella del precedente governo, è esplicitamente stata quella di rafforzare Hamas per approfondire la tensione tra Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese di Ramallah, che è comunque il nostro principale interlocutore dagli Accordi di Oslo. Sotto Netanyahu, un governo di coloni e fascisti ha pensato di poter utilizzare Hamas per indebolire l’Autorità Palestinese.” (fotografia Heinrich-Böll-Stiftung su flickr.com)

Hamas nasce legalmente nel 1987 e il suo fondatore è Ahmed Yassin, un religioso palestinese cresciuto come attivista delle sezioni locali dei Fratelli Musulmani.

Hamas è un movimento militante islamico e uno dei due principali partiti politici dei Territori palestinesi. L’altro movimento è Al-Fatah, che detiene la presidenza dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). Hamas governa più di due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, ma il gruppo è noto soprattutto per la sua lotta armata contro Israele.

Quello che è meno noto è che la creazione di Hamas e la sua evoluzione sono state favorite da Israele per mettere in difficoltà le autorità palestinesi.

Dopo gli accordi di Oslo del 1993, Israele ha progressivamente abbandonato il dialogo con le autorità palestinesi legittime, che rappresentavano probabilmente un avversario politico troppo laico per eccitare gli animi. Da allora Israele ha sostenuto Hamas, che incarna invece adeguatamente i connotati del fanatismo religioso: usare la religione come arma è un espediente molto efficace per aizzare i popoli l’uno contro l’altro.

Conferma di tutto questo la troviamo nelle parole dell’ex ministro della Salute e oppositore di Netanyahu, Nitzan Horowitz, che in una recente intervista alla rivista di geopolitica Il Grand Continent afferma: “La politica di Netanyahu, a differenza di quella del precedente governo, è esplicitamente stata quella di rafforzare Hamas per approfondire la tensione tra Hamas e l’Autorità Nazionale Palestinese di Ramallah, che è comunque il nostro principale interlocutore dagli Accordi di Oslo. Sotto Netanyahu, un governo di coloni e fascisti ha pensato di poter utilizzare Hamas per indebolire l’Autorità Palestinese. Ecco il risultato. Mi rattrista usare queste parole, ma lo faccio perché amo il mio Paese e penso che questo debba essere detto.

Gaza Marine: la potenziale influenza dei giacimenti di gas nel conflitto

Nelle acque territoriali palestinesi, c’è un grande giacimento di gas naturale, stimato in 30 miliardi di metri cubi per un valore di miliardi di dollari. Si chiama Gaza Marine e si trova a circa 36 chilometri dalla costa palestinese, a 610 metri di profondità. Secondo le stime conterrebbe 1.000 miliardi di metri cubi di gas e garantirebbe entrate per 4,5 miliardi di dollari, una fonte stabile di approvvigionamento energetico per case, impianti di desalinizzazione dell’acqua e per lo sviluppo dell’agricoltura. 

Peccato però che questo tesoro, scoperto quasi un quarto di secolo fa, non sia stato mai sfruttato per l’opposizione di Tel Aviv. Altri ingenti giacimenti di gas e petrolio si trovano sulla terraferma, a Gaza e in Cisgiordania. Questi giacimenti fanno parte della più ampia area che si estende dal Sinai egiziano alla Siria e costituisce un’area che comprende grandi riserve di gas e petrolio.

L’attacco di Hamas potrebbe essere stato utile per giustificare la reazione violentissima di Israele allo scopo di confiscare le riserve marittime di gas palestinese e poi trasferirne la sovranità in violazione del diritto internazionale?

È lecito il sospetto che l’intento di Israele possa essere quello di voler dare un nuovo assetto territoriale e una militarizzazione all’intera costa di Gaza, l’espulsione del popolo palestinese e la confisca totale dei giacimenti di gas. Se ciò dovesse accadere, i giacimenti di Gaza verrebbero certamente integrati negli impianti offshore israeliani contigui a quelli della Striscia.

Il progetto del Canale Ben Gurion

Gli Stati Uniti e Israele discutono da oltre 50 anni del progetto di costruire un canale che possa rivaleggiare con il Canale di Suez, controllato dall’Egitto, dove passa circa il 20% di tutto il commercio mondiale.

L’Occidente non vuole dipendere dall’Egitto, stretto alleato della Russia, per il commercio mondiale. Il progetto del Canale di Ben Gurion è stato quindi proposto come una soluzione fin dagli anni ’60.

Ma dove si troverebbe questo canale? Una parte di esso scorrerebbe proprio attraverso la Striscia di Gaza. Il passaggio inizierebbe dalla città portuale di Eilat in Israele attraverso il Golfo di Aqaba, attraversando il confine giordano e scorrendo attraverso la Valle dell’Arabah prima di entrare nel Mar Morto e dirigersi a nord intorno alla Striscia di Gaza.

Documenti declassificati rivelano che il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti stava progettando di adottare misure estreme per rendere possibile questo canale. Il 1° luglio 1963 fu delineato un piano per creare il Canale di Israele facendo esplodere numerosi ordigni nucleari sotterranei in tutto il deserto del Negev. “Un tale canale sarebbe un’alternativa strategicamente valida all’attuale Canale di Suez e probabilmente contribuirebbe notevolmente allo sviluppo economico dell’area circostante“, si legge nel documento.

Il documento rileva che 130 delle 160 miglia dedicate al canale sono “virtualmente deserti non popolati”, ma il problema principale sarebbe il trasferimento degli abitanti della Striscia di Gaza. Un altro problema è quello della fattibilità politica dell’impresa, “poiché è probabile che i Paesi arabi che circondano Israele si oppongano fortemente alla costruzione di un tale canale“, si legge sempre nei documenti declassificati.

Il piano non è mai stato attuato, perché Israele e gli Stati Uniti sapevano che nessuna nazione araba avrebbe accettato una simile presa di potere e che quei 30 chilometri di terra densamente popolata appartenevano per lo più alla Palestina. Tuttavia, dopo l’efferato attacco del 7 ottobre, anche questi scenari potrebbero essere cambiati.

Loredana

Il progetto per il passaggio del canale Ben Gurion secondo lo studio Maccabee. Nel luglio 1963, H. D. Maccabee del Lawrence Livermore National Laboratory, sotto contratto con il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, scrisse un memorandum che esplorava la possibilità di utilizzare 520 esplosioni nucleari sepolte per aiutare a scavare un canale attraverso le colline nel deserto del Negev. Il documento è stato classificato fino al 1993.
(fonte en.wikipedia.org)

Fonte: https://legrandcontinent.eu/it/2023/10/12/israele-netanyahu-ha-esplicitamente-rafforzato-hamas-una-conversazione-con-nitzan-horowitz/
Fonte: https://www.today.it/mondo/gas-tesoro-nascosto-gaza.html
Fonte: https://www.armstrongeconomics.com/world-news/world-trade/the-ben-gurion-canal-project-declassified-documents-reveal-truth/

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