Immagine in evidenza: scene del bombardamento dell’ospedale battista Al-Ahli Arabi nel centro di Gaza City, effettuato nella notte del 17 ottobre 2023.
Il portavoce del ministero della Sanità della Striscia di Gaza, Ashraf al-Qudra ha dichiarato che conseguentemente a quell’attacco sono morte più di 1300 persone.
Le cause del conflitto Gaza-Israele, che da settimane inonda di sangue i territori della striscia di Gaza nel colpevole silenzio dei governi di tutto il mondo, vanno fatte risalire ben oltre i tragici fatti del 7 ottobre 2023, giorno in cui i guerriglieri di Hamas, l’organizzazione politica e paramilitare palestinese, compiono un feroce raid nei villaggi nel sud di Israele.
La risposta tardiva di Israele all’attacco di Hamas
Quella lanciata da Hamas è stata una complessa offensiva via mare, terra e aria, un attacco senza precedenti per il modo in cui è stato compiuto e per il numero di persone uccise, che ormai si stimano essere oltre 10.000 dall’inizio del conflitto.
A causa della portata senza precedenti dell’attacco dei terroristi palestinesi che piuttosto inspiegabilmente riescono a cogliere di sorpresa l’Intelligence israeliana, il famigerato Mossad, una delle organizzazioni più efficaci e temute al mondo, da più parti si solleva il dubbio che la brutale offensiva di Hamas sia stata in pratica “consentita” se non addirittura “favorita” da Israele stesso.
La risposta delle milizie israeliane è avvenuta con incomprensibile inerzia e dopo molte ore nelle oltre 20 comunità attaccate da Hamas, che hanno dovuto attendere da sette fino addirittura a venti ore prima dell’intervento dell’esercito o di una qualche forza di sicurezza, lasciando la possibilità ai guerriglieri di Hamas di agire per lo più indisturbati.
L’intervento tardivo di Israele, che sarà oggetto di indagini i cui risultati necessiteranno di tempi assai lunghi, al momento pone molti interrogativi su come Hamas possa aver eluso ogni sorveglianza intorno all’impenetrabile barriera che divide la Striscia di Gaza da Israele, una frontiera ben nota per essere inaccessibile, dove sono presenti telecamere ogni 20 cm, lastre di acciaio che affondano nel terreno per oltre 10 metri e sensori elettrici ogni 30 centimetri.
Un sistema di difesa potentissimo, quello israeliano, il cui fallimento ha suscitato reazioni infuriate nella stessa Israele, dove sono state molte le manifestazioni che contestano l’operato del primo ministro Netanyahu e del suo governo, ma che tuttavia non vedremo mai sui canali di informazione occidentali appiattiti sulla propaganda ufficiale del mainstream.
La brutale vendetta di Israele
La percezione di molti israeliani è che il governo abbia permesso, se non addirittura voluto questa carneficina, al punto che al momento in Israele la popolarità di Netanyahu ha toccato il minimo storico.
Ufficialmente, dopo il raid del 7 ottobre, Israele sta compiendo un genocidio sulla popolazione palestinese inerme allo scopo di vendicarsi di Hamas. Per raggiungere questo obiettivo ogni mezzo sembra lecito agli israeliani, anche bombardare scuole, ospedali, moschee, insediamenti e abitazioni civili nel silenzio più riprovevole della stampa e dei governi di tutto il mondo, che parlano di democrazia e diritti umani mentre si consuma nel silenzio una strage di bambini, donne e anziani indifesi.
È stato detto che con il suo attacco Hamas ha ucciso oltre 1.300 israeliani, che ha praticato stupri e torture di civili in massa e ha decapitato bambini. Queste affermazioni, risultate poi prive di qualunque conferma e palesemente fabbricate, sono però efficacemente servite a giustificare davanti al mondo il bombardamento di Gaza, la più grande prigione a cielo aperto della terra, dove oltre il 50% della popolazione è composto da bambini, dei quali fino ad oggi, a più di un mese dall’inizio del conflitto, risultano esserne stati uccisi senza pietà oltre 4.000.