Utile giustificazione alla straordinaria pretesa prevista nel “Trattato internazionale sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle epidemie” del diritto dell’OMS di distribuire il 20% di tutti i “prodotti pandemici, di ottenere il 5% del budget sanitario e una percentuale non ancora specificata del Prodotto Interno Lordo (PIL) dei Paesi membri (che farà sì che l’OMS abbia il controllo di un budget superiore a quello del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti) è il fatto che le pandemie ostacolerebbero la capacità delle nazioni “in via di sviluppo” di attuare gli ormai famosi “Obiettivi di sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite.
Questo è ciò che l’OMS intende per “inclusività” ed “equità”, due dei suoi principi guida: le nazioni in via di sviluppo saranno caricate dei debiti provenienti dai bilanci delle nazioni firmatarie più ricche e da organizzazioni come la “Banca Mondiale” e il “Fondo Monetario Internazionale” al fine di attuare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
L’OMS però non dice nulla sul fatto che la Covid-19, che è stata trasformata in crisi dalle nazioni più ricche in collaborazione con l’OMS, venga utilizzata per giustificare l’imposizione di questo modello di debito, anche se la pandemia non ha praticamente avuto alcun effetto sulla mortalità complessiva delle nazioni in via di sviluppo.
L’improbabile diritto globale a un “benessere completo”
Il “Trattato pandemico” riconosce la “salute” come “un prerequisito, un risultato e un indicatore della dimensione sociale, economica e ambientale dello sviluppo sostenibile e dell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” e, al fine di affrontare meglio qualsiasi questione legata a “One Health”, l’OMS ha formato un “quadrilatero” con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l‘Organizzazione Mondiale per la Salute Animale e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, altre tre tecnocrazie non elette.
Il cambiamento gravissimo che si vorrebbe mettere in atto attraverso il programma “One Health” è quello di mettere insieme cose completamente diverse, cioè il cambiamento climatico, il sistema agricolo e il tema della salute, trasformando l’ONU in “un’agenzia di biosicurezza” e di “Cyber Security”.
Questo è quello che il “Trattato sulle pandemie” intende per “copertura sanitaria universale” che l’OMS definisce come un “aspetto fondamentale del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso la promozione della salute e del benessere per tutti”.
Si costruisce per questa via il diritto ad un utopico “benessere completo”, realizzato legalmente con lockdown, mascherine obbligatorie, terapia genica e green pass, che prevarrà su tutti gli altri nostri diritti riconosciuti costituzionalmente.
Potremo quindi essere costretti a vivere in uno stato di sorveglianza totalitaria, imprigionati nei nostri 15 minuti di aria, essere isolati dalle nostre famiglie e gli uni dagli altri, ridotti in povertà e privati della nostra libertà di movimento, associazione, pensiero o espressione, come già sperimentato nei passati anni di pandemia Covid 19… ma saremo “sani”, almeno secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità!
Loredana
immagine in evidenza: parte centrale della bandiera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
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