(immagine in evidenza Donne e Bambini rifugiati, tratta da wikimedia.org)
Nel 2015 un gruppo di hacker ucraini filo-russi, i CyberBerkut, ha reso pubbliche le mail segrete tra Soros e il Presidente ucraino Poroshenko, tre documenti importanti che dimostrano chi è il vero manovratore della crisi in Ucraina,il criminale che ha fomentato una guerra civile che ha causato migliaia di morti dal 2014 all’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina.
In particolare nella lettera a Poroshenko Soros racconta delle pressioni da lui fatte sull’Unione Europea (Juncker e Tusk) e sul Fmi (Lagarde) per concedere ulteriori aiuti all’Ucraina: “…che ha bisogno di un pacchetto finanziario più grande dei 15 miliardi di dollari, attualmente previsto per mantenere il tenore di vita a un livello tollerabile”.
Secondo Soros occorre fare tutto il possibile per aiutare la “nuova Ucraina” attraverso una doppia strategia: militare in carico agli Stati Uniti ed economica in carico all’Europa. È impossibile non comprendere come il conflitto attualmente in atto tra Occidente e Russia, sia voluto e alimentato dai circoli finanziari di cui Soros è uno dei referenti principali, quelle ben note élites sovranazionali che esercitano un controllo sempre più influente nella vita delle nazioni attraverso una tecnocrazia illegittima che toglie ogni spazio alla sovranità popolare.
Soros e il cyberspionaggio
Soros non è nuovo ad essere vittima dell’opinione pubblica. Il filantropo, da trent’anni promotore dei valori liberali, è protagonista di un altro episodio di cyberspionaggio.
I1 3 agosto 2016 il sito DC Leaks pubblica 2576 files della fondazione di Soros trafugati dai server dei principali funzionari e partner della Open Society Foundations, rendendo pubbliche molte delle strategie messe a punto dall’organizzazione per raggiungere gli obiettivi di “esportazione della democrazia” formato occidentale che la fondazione da sempre si è prefissata.
I documenti segreti gettano luce su come opera la struttura tentacolare di Soros, come manipola e interagisce all’interno delle crisi internazionali, come condiziona le scelte dei governi e dei media. Soros viene definito l’artefice delle maggiori rivoluzioni e colpi di stato avvenuti in tutto il mondo negli ultimi 25 anni “…andando a spillare il sangue a milioni di cittadini solo per arricchire se stesso.”
Da questi documenti scopriamo che l’oligarca sponsorizza il Partito Democratico statunitense, Hillary Clinton e centinaia di politici in tutto il globo.
L’influenza di Soros nelle politiche di immigrazione
Emerge chiaro il tentativo di manipolare le democrazie dei governi nazionali: nero su bianco leggiamo dei finanziamenti ad associazioni e ONG durante le elezioni europee del 2014, degli interessi geopolitici delle multinazionali in Ucraina, dei “suggerimenti” su come affrontare la crisi dei flussi migratori in Europa, come pure dei piani per svendere i diritti sociali dei cittadini (vedi Jobs Act).
I file contengono informazioni su centinaia di ONG cosiddette “indipendenti” che lavorano con Open Society, alla pari di istituzioni come l’Unione Europea. Uno dei progetti della Fondazione è chiaramente indicato: “Fare accettare agli europei l’insediamento dei migranti e far sparire progressivamente i confini.”
Dalle analisi dei documenti emerge come Soros influenzi le politiche d’immigrazione manipolando l’opinione pubblica e premendo sui governi occidentali per far considerare la “crisi dei rifugiati in Europa una nuova normalità” portatrice di nuove opportunità, quando invece sappiamo bene che l’esodo dei migranti, frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente, non è un incidente della storia, ma un disegno delle élite mondialiste volto a costruire un modello di società funzionale al loro progetto di dominio economico e finanziario.
Loredana
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