George Soros e la crisi Ucraina
Pubblicato il 15 Dicembre 2022
Pubblicato il 15 Dicembre 2022

Di tutti i maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dall’Europa all’Asia si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare il caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato e non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa.

Egli è il teorico della società globale dove tutti sono uguali, tranne quei pochi, come lui, che essendo più uguali degli altri hanno il diritto di imporre le regole a tutti. Non è un caso che quando gli viene chiesto come sia arrivato ad avere una così forte influenza sugli affari mondiali, ammetta con tranquillità: “Ho un sacco di soldi“.

Dopo la caduta del comunismo, l’interesse di Soros si è spostato sulla promozione dei temi relativi al progressismo liberale all’americana, espresso in una serie ben precisa di ambiti: il sostegno delle comunità LGBT, il femminismo, la lotta al razzismo, la depenalizzazione delle droghe leggere, la legalizzazione della prostituzione e dell’eutanasia, il sostegno delle politiche antinataliste per i paesi del Terzo Mondo attraverso la contraccezione chimica e l’aborto, il sostegno all’immigrazione clandestina.

La società aperta

È soprattutto negli Stati Uniti, dove ha luogo la maggioranza degli esperimenti funzionali alla realizzazione della ‘società aperta’, che l’operato indefesso dell’OSF ha imposto nelle menti e nei cuori di milioni di americani la visione del mondo di Soros.

Nel paese a stelle e striscel’OSF accredita denaro sui conti delle più influenti fondazioni e organizzazioni liberal-progressiste, tra le quali la pro-aborto Planned Parenthood, la pro-immigrazione Alliance for Citizenship e la pro-lgbt Tides Foundation. L’OFS è in prima linea nel supportare con denaro, avvocati e lobbisti, i movimenti per la riforma del sistema giudiziario, per la ristrutturazione delle forze dell’ordine e per la giustizia razziale. George Soros è stato anche il principale finanziatore delle campagne elettorali di Barack Obama e Hillary Clinton, che sono state foraggiate a suon di centinaia di milioni di dollari. 

Secondo Soros i mercati finanziari, diventati di fatto globali, richiedono una governance in grado di imporre un controllo politico globale sull’economia: “I mercati finanziari sono diventati veramente globali nei primi anni ‘90, dopo il crollo dell’Unione Sovietica […] mentre i mercati sono diventati globali, la politica resta saldamente radicata alla sovranità dello Stato.” Per George Soros è irragionevole che le governance delle istituzioni internazionali siano rimaste indietro rispetto allo sviluppo dei mercati globali, così negli ultimi decenni ha dimostrato al mondo che possedendo ingenti mezzi finanziari si possono destabilizzare anche intere nazioni, “scegliendone” perfino il governo.

La crisi Ucraina

Questo è il caso dell’Ucraina. Era il maggio del 2014, tre mesi dopo il colpo di stato a Kiev, quando il miliardario americano ha rivelato al giornalista Fareed Zakaria, della CNN, di essere responsabile della creazione di una fondazione in Ucraina che ha contribuito al golpe contro il presidente Viktor Ianukovitch e all’insediamento di una giunta sostenuta dagli Stati Uniti: “Ho creato una fondazione in Ucraina (la International Renaissance Foundation – IRF) prima che il Paese diventasse indipendente dalla Russia. Questa organizzazione ha continuato a operare e ha avuto un ruolo importante negli eventi recenti.” Molti partecipanti alle manifestazioni di Piazza Maidan, a Kiev, erano membri della IRF o di organizzazioni ad essa collegate, addestrati attraverso seminari e conferenze ad hoc. Emblematica è anche la frase del magnate alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco del febbraio 2015: L’Ucraina è oggi ciò che deve diventare domani l’Unione Europea. 

Accusate di condizionare le masse con il fine ultimo della destabilizzazione politica e del cambio di regime, le organizzazioni legate alla rete OSF sono state dichiarate indesiderate e quindi chiuse, in Pakistan e Turchia, ricevendo attacchi e subendo pressioni per le stesse ragioni un po’ ovunque dall’Asia all’Europa, in particolare in Macedonia del Nord, Polonia, Romania e Ungheria.

Vladimir Putin: il vero nemico di Soros

Ma il vero nemico numero uno di Soros è il leader russo Vladimir Putin. Contro di lui Soros nutre una vera e propria ossessione. La colpa di Putin è di non voler sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale preconizzato da Soros.

Da decenni Soros prova a fare in Russia quello che gli è riuscito in molti altri paesi, cioè alimentare finte opposizioni democratiche, sobillare piazze, infiltrare Ong finanziate direttamente da lui o da Washington, costruire manipolazioni mediatiche e ingaggiare pressioni internazionali.

La Russia di Vladimir Putinè stata ancora più drastica nei confronti di Soros: la OSF e le ONG occidentali a questa collegate, sono state letteralmente cacciate dal Paese per attività anti-costituzionali e anti-nazionali, dal momento che all’inizio degli anni ‘90 il magnate aveva tentato di mandare in tilt il sistema economico russo. Putin ha ufficialmente dichiarato che Soros è un uomo ricercato con mandato di arresto all’interno del suo paese e la Open Society è considerata una “minaccia alla sicurezza nazionale russa”.

Del resto non tutte le speculazioni di Soros con le monete nazionali sono rimaste impunite: in Francia il finanziere fu processato e giudicato colpevole di “insider trading e dovette sborsare 2 miliardi di dollari; in Indonesia fu condannato all’ergastolo e in Malesia alla pena di morte per aver ridotto alla fame entrambi i Paesi.

Loredana

(immagine in evidenza Vladimir Putin – www.kremlin.ru)

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