Acque di sangue e i simboli dell’Apocalisse: le piogge (parte 2)
Pubblicato il 4 Dicembre 2023
Pubblicato il 4 Dicembre 2023

“…non sapete riconoscere i segni dei tempi?”
Matteo 16,3

Il fenomeno delle piogge di sangue

Nel corso della storia sono stati documentati diversi episodi delle cosiddette piogge di sangue. I casi registrati di solito coprono piccole aree, e la durata può variare da pochi minuti a diversi giorni.
Uno dei primi scienziati che tentò di spiegare questo fenomeno fu Giuseppe Maria Giovene, vissuto tra il 1753 e il 1837. La letteratura sull’argomento è scarsa, ma di recente ha attirato l’attenzione di alcuni scienziati soprattutto a partire dalla pioggia rossa del 2001 nel Kerala, in India, ripetutasi nuovamente nel 2012. Oggi la scienza afferma che le piogge rosse sono dovute alla presenza di microorganismi, spore aeree di microalghe come la Trentepohlia annulata, o polveri; altri scienziati mettono in relazione queste piogge rosse con le macchie solari e le aurore boreali.

Le piogge di sangue nella storia
Nella sola Europa sono stati registrati una trentina di casi nel 13°, 14° e 15° secolo; altri 190 casi si contano tra il 16° e il 17° secolo, e nel 19° circa 150 casi, tra cui quello più noto è avvenuto in Australia nel 1897.

Vediamo alcune tra le più importanti piogge di sangue della storia:

La pioggia di sangue mandata da Zeus
Uno dei primi esempi letterari si trova nell’Iliade di Omero, composta intorno all’VIII secolo a.C., dove si narra che Zeus padre degli uomini e degli dèi, provocò la pioggia di sangue in due occasioni. Nel libro 16° dell’Iliade ricorre l’episodio in cui Zeus piange la morte del figlio Sarpedóne (o Sarpedónte), ed esprime il proprio dolore facendo piovere sangue sui guerrieri troiani in battaglia, avvertendoli così dell’imminente morte di Sarpedóne che avrebbe segnato la loro disfatta.

Intorno al 700 a.C. anche il poeta Esiodo racconta lo stesso fenomeno.

Plutarco, biografo greco del Primo secolo, riferisce di una pioggia di sangue verificatasi durante il regno di Romolo, fondatore di Roma, e gli autori romani Tito Livio e Plinio registrano altri episodi simili avvenuti in seguito. Nel 214 a.C., durante il consolato di Quinto Fabio Massimo e Marco Claudio Marcello, a Mantova l’acqua di uno stagno formato dagli straripamenti del fiume Mincio diventò rossa come il sangue. Il Superni Gradus, Notizie di alcuni prodigi, riporta che “A Calibo, in una cittadella della Campania, e sulla piazza del mercato di Roma, piovve sangue di cinghiale.” [“…Calibus, in parva Campaniae urbe, et Romae in foro boario sanguine pluisse.”] E Tito Livio narra che “…su Calio, a Creta e a Roma piovve sangue sul mercato del bestiame.” [Tito Livio, Ab Urbe Condita, Libro XXIV, 10]

Il Vescovo Gregorio di Tours, importante storico e agiografo dell’età merovingia (prima dinastia dei Franchi), vissuto nella seconda metà dell’anno 500, racconta che nel 582 “Nel territorio di Parigi pioveva sangue reale dalle nuvole, cadendo sulle vesti di molti uomini, che erano così macchiati che si spogliarono dei loro abiti con orrore”.

Nei registri della Cronaca Anglosassone, scritti verso la fine dell’anno 800, leggiamo che nel 685 “c’era una pioggia sanguinante in Gran Bretagna. Latte e burro sono stati trasformati in sangue. E Lothere, Re del Kent, è morto”.

Nel 14° secolo il monaco Ralph Higden nella sua opera Polychronicon, racconta che nel 787 vi fu una pioggia di sangue che annunciò l’imminente invasione vichinga.

Il Libro di Leinster, scritto nel 12° secolo, registra molti eventi sensazionali, tra cui una pioggia di sangue verificatasi nell’anno 868.

Il Vescovo Geoffrey di Monmouth, che nel 12° secolo rese popolari le leggende di Re Artù, nella sua Historia Regum Britanniae scritta attorno al 1136 parla della pioggia di sangue verificatasi nel regno di Rivallo o Rriallon, sovrano leggendario della Britannia nel mille a.C. (11° secolo a.C.).
Lo stesso evento fu poi approfondito nel 13° secolo dal poeta inglese Layamon nel suo poema Brut o The Chronicle of Britain, dove leggiamo:
“Arrivò uno strano segno, come mai prima d’ora, né mai fino ad allora. Dal cielo ecco un meraviglioso diluvio; tre giorni ha piovuto sangue, tre giorni e tre notti. […] Quando la pioggia se ne fu andata, ecco che arrivò un altro segno simbolico. Qui arrivarono mosche nere e volarono negli occhi degli uomini; nella loro bocca, nel loro naso, le loro vite andarono tutte in rovina […]. Successivamente venne una tale mortalità che pochi qui rimasero vivi. […]”

Il prete agostiniano Guglielmo di Newburgh o William of Newbury, storico e religioso inglese del XII secolo, noto anche con lo pseudonimo di William Parvus, vissuto nella seconda metà del 1100 (1136-1198), nella sua Historia Rerum Anglicarum parla di una pioggia di sangue che nel 1196 colpì Riccardo Cuor di Leone.

Pioggia di sangue sul Cuor di Leone – una famosa storia sconosciuta

Maggio 1196. Siamo sulle rive della Senna, uno dei principali fiumi francesi, a Les Andelys, porta d’ingresso della Normandia, la regione settentrionale della Francia che all’epoca, nel XII secolo, era territorio inglese.

Les Andelys è sotto la giurisdizione dell’arcivescovado della città di Rouen che si trova a una quarantina di km di distanza, città che settecento anni più tardi darà i natali al grande autore del romanzo Madame Bovary, il maestro del Realismo letterario Gustave Flaubert (1821-1880).

Qui a Les Andelys nel 1196 è in atto la costruzione della straordinaria fortezza Château Gaillard, il Castel Gagliardo commissionato dal Duca di Normandia Re Riccardo I° d’Inghilterra (1157-1199), ovvero il celebre RICCARDO CUOR DI LEONE, così chiamato perché in guerra era solito combattere valorosamente in prima fila, al fianco dei suoi soldati.

Riccardo Cuor di Leone è il buon sovrano di cui si narra nelle famose ballate di Robin Hood. E davvero fu un condottiero vittorioso. Ad esempio, egli conquistò l’isola di Cipro e la città-fortezza della Galilea occidentale San Giovanni d’Acri (la Tolemaide, che attualmente è nello Stato d’Israele), infatti fu uno dei comandanti cristiani della terza Crociata, l’unico ad aver battuto sul campo il celebre sultano-condottiero Saladino, e stava per conquistare la stessa Gerusalemme, ma decise di fermarsi davanti alle sacre mura.

La costruzione di Château Gaillard dev’essere ultimata velocemente, migliaia di operai vi lavorano giorno e notte perché il castello dovrà presto difendere la Normandia dagli imminenti attacchi del settimo Re di Francia Filippo il Conquistatore (1165-1223), ossia Filippo II, Filippo Augusto della dinastia Capetingia, deciso a invadere i territori inglesi della Normandia.

Nel Capitolo 34 della Historia rerum anglicarum, Guglielmo di Newburgh scrive: “[…] quando il Re ebbe individuato un luogo molto conveniente nella città che si chiama Andeli, e che era il patrimonio della chiesa di Rouen, per costruire un castello sulla Senna per la difesa della Normandia […] ritenne opportuno impadronirsene subito…”
Dunque il castello sorge su una terra che appartiene al clero di Rouen, il cui arcivescovo mal sopporta la confisca. Questi infatti, ci dice la Historia: “…vedeva con insoddisfazione questa astrazione del patrimonio della sua Chiesa; ed i Francesi guardarono con indignazione, e invano si irritarono contro l’invidiosa impresa, che non poterono impedire…”

Secondo il cronista e secondo il parere popolare, l’espropriazione terriera che Re Riccardo effettuò ai danni della Chiesa scatenò una maledizione contro lo stesso sovrano e contro Castel Gagliardo. E tale maledizione si manifesterà con il prodigio della pioggia di sangue:
“In quel luogo – narra la Historia – mentre era in corso questa grande impresa, si racconta che sia accaduto un evento meraviglioso. Infatti, come affermano alcune persone non ignobili, che affermano di essere presenti, nel mese di maggio, poco prima delle solennità dell’Ascensione del Signore, mentre il Re si avvicinava e sollecitava l’opera […], cadde improvvisamente una pioggia mista a sangue, con stupore di tutti gli astanti che erano presenti con il Re, mentre osservavano gocce di vero sangue sulle loro vesti, e si temeva che un avvenimento così insolito potesse presagire il male: ma il Re non si sgomentò di questo, […] se anche un angelo dal cielo lo avesse convinto a desistere, avrebbe pronunciato un anatema contro di lui.”
Durante il funesto fenomeno, le genti furono prese dallo sgomento, ma il Re caparbiamente non rinunciò all’impresa e decise di far proseguire i lavori del castello.
I lavori, quindi, proseguirono. Giorno e notte, estate e inverno. Assieme al castello fu eretta una cittadina fortificata, Petit Andely, la quale sorgeva su un’isoletta al centro della Senna, collegata alla terraferma da due soli ponti. Tale cittadina forniva una prima barriera difensiva che i francesi avrebbero dovuto superare per arrivare al castello vero e proprio.

Forse pensando di ottenere una benedizione ed evitare così gli effetti dell’inquietante prodigio, il Re donò al vescovo di Rouen l’importante porto marittimo di Dieppe affacciato sulla Manica. Ma tre anni più tardi, nel 1199, i peggiori presagi della pioggia di sangue si realizzarono comunque.
Ecco come andarono le cose:
Per sopprimere la rivolta di un vassallo nella regione francese del Limosino, nonostante fosse periodo di Quaresima Riccardo mise sotto assedio Châlus-Chabrol, un castello praticamente quasi indifeso, dove probabilmente si trovava un tesoro d’oro d’epoca romana di cui il Re voleva impossessarsi. In confronto alle grandi campagne di guerra cui era abituato, si trattava di un intervento militare molto semplice. Eppure…

25 marzo 1199. Nel tardo pomeriggio il sovrano stava camminando senza armatura intorno al castello assediato per osservare il lavoro degli zappatori ai piedi delle mura.

Poche frecce venivano scagliate dagli scarsi difensori, frecce che di rado riuscivano a colpire qualcosa, e infatti non intimorivano affatto i soldati del Re, certi della vittoria. In quel momento, però, incredibilmente, un dardo di balestra del tutto inaspettato riuscì a colpire Re Riccardo tra la spalla sinistra e il collo. Meravigliato, il sovrano minimizzò l’accaduto, si sedette e provò a estrarre da solo la freccia, mentre continuava a conversare coi suoi uomini. Il dardo però era penetrato in profondità, e la ferita era più grave di quanto sembrasse.

Accompagnato nella sua tenda, la freccia fu estratta a fatica grazie all’intervento di un cerusico, un chirurgo dell’epoca. Ma nel giro di pochi giorni la ferita s’infettò e andò in cancrena. Il Re, che inizialmente aveva sottovalutato l’accaduto, capì che non c’era più niente da fare. Allora decise di organizzare un banchetto, una festa d’addio, e ordinò che fosse condotto davanti a lui il balestriere che aveva scoccato il dardo mortale. Ma anziché vendicarsi, di fronte allo stupore di tutti, Re Riccardo fece liberare quel soldato nemico e lo ricompensò con cento scellini, perché era riuscito nell’impresa nella quale tutti gli altri nemici avevano fallito: uccidere il Cuor di Leone.

Re Riccardo dispose che il proprio corpo fosse sepolto accanto alla tomba del padre a Fontevrault; cervello, sangue e interiora a Charroux, nel Poitou, e il cuore a Rouen, nella chiesa del vescovo cui aveva espropriato la terra per la costruzione di Castel Gagliardo.

Anche il castello subì il medesimo destino di Riccardo Cuor di Leone. Nel 1203 la fortezza subì l’attacco del Re di Francia Filippo II. Nel sanguinoso assedio gli inglesi furono sconfitti, e la Normandia tornò per sempre francese. La profezia della pioggia di sangue era definitivamente compiuta.

Germania
Una pioggia di sangue precedette la peste nera che imperversò tra il 1347 e il 1353 e devastò l’Europa uccidendo circa 30 milioni di persone, cioè quasi la metà dell’intera popolazione europea dell’epoca (che ammontava a circa 78 milioni).

Italia, Puglia.
Il 7 marzo 1803 la pioggia di sangue cadde sulla Puglia. All’epoca si credette che il fenomeno fosse legato alle eruzioni vulcaniche del Vesuvio o dell’Etna, oppure al trasporto di materia proveniente dal fondo del mare e sollevata dal vapore. Lo scienziato Giuseppe Maria Giovene collegò il fenomeno al vento che precedette la pioggia, e quindi alla sabbia arrivata col vento dall’Africa.
In tempi più recenti, nel XXI secolo si sono verificati altri fenomeni analoghi, tra cui la neve rossa di Pechino (probabilmente a causa delle sabbie del Gobi) ed altri ben documentati come la famosa pioggia rossa in Kerala del 2001, di cui si trovano ampie informazioni nel web.


Cina – la “Dama Rossa” visita Pechino: città paralizzata.
Una nevicata eccezionale sta interessando Pechino: 45 cm in 40 ore! Storico
04 febbraio 18.31 – Pechino è semi-paralizzata dalla neve. Nella capitale cinese nevica ininterrottamente da circa 40 ore. È un evento, un fatto eccezionale per questa zona della Cina settentrionale, proverbialmente secca ed esposta ai rigidi refoli siberiani ulteriormente “asciugati” dalle sterili distese del deserto del Gobi (le cui propaggini meridionali distano circa 350 km dalla città in direzione nord-est).
Lo spessore nevoso accumulato ha raggiunto in queste ore i 45 cm, ma la storica nevicata non accenna a smettere. Le tangenziali sono intasate, il traffico è impazzito e gli abitanti si muovono con molta fatica, anche perché la neve cade ad una temperatura compresa tra -10° e -7°, su un suolo quindi molto ghiacciato.
La dama bianca è poi insolitamente vestita di rosso, visto che il ghiaccio dei fiocchi contiene buona parte della sabbia strappata al Gobi dai venti da nord-ovest. Il fenomeno purtroppo non è visibile perché sulla città non sono posizionate web cam.
È però interessante notare come la precipitazione (dagli apporti costanti, circa 1 cm all’ora) stia interessando da ore quasi esclusivamente l’area pedemontana, sulla fascia della quale è posta Pechino. La vicina metropoli di Tianjin, 70 km direzione sud-est non ha ricevuto infatti che 2/3 cm ieri sera. I venti al suolo sono però da sud-est: probabile quindi un’azione di “Stau orografico”.
Ricordiamo che la città è abituata al freddo (quest’anno minima di -19° il 15 gennaio), ma simili quantità di neve sono quanto mai inedite. Questa è sicuramente una delle nevicate più abbondanti degli ultimi 100 anni.
La precedente non risale a 60 o 80 anni fa, ma addirittura allo scorso gennaio, quando Pechino, con una quantità media annua di neve pari a soli 15 cm, fu interessata da una storica precipitazione nevosa di ben 44 cm in 32 ore. Un inverno quindi eccezionale, tutto da incorniciare.
Pensate che da ottobre ad aprile la città riceve mediamente appena 40/50 mm d’acqua, e che l’85 per cento delle precipitazioni annue si concentra fra giugno e settembre.
Un’ennesima testimonianza della potenza dell’orso nella Siberia orientale.

Colombia
Nel 2008 una pioggia rossa si abbatté sulla comunità di Chocó, La Sierra. I sacerdoti interpretarono il fenomeno come un segno divino di ammonimento per invitare gli uomini a cambiare le loro condotte di vita peccaminose.

Spagna – pioggia di sangue.
A Fuente Encalada, paesino rurale nella comunità autonoma di Castiglia e León, nella provincia di Zamora, quasi al confine col Portogallo, dopo una notte di forti piogge autunnali gli abitanti videro che l’acqua delle fontane e degli abbeveratoi era diventata rossa come sangue.
Sulle prime si parlò di piogge acide, acqua contaminata dai terroristi, sostanze chimiche entrate nella falda acquifera, ed altro. Addirittura vi fu un contadino che vedendo tutto quel sangue denunciò un possibile omicidio. E vi furono anche testimonianze di avvistamenti UFO.
Secondo i ricercatori dell’ateneo di Salamanca, che pubblicarono il loro studio nel Boletin de la Real Sociedad Española de Historia Natural, il fenomeno fu causato dalla presenza della microalga tipica del Nordamerica Haematococus pluvialis, che in condizioni di stress come turbolenze e lunghi viaggi può produrre il pigmento rosso astaxantina. Tuttavia gli scienziati non sono riusciti a spiegare in che modo l’alga abbia potuto viaggiare dal Nordamerica alla Spagna. Forse il suo viaggio è stato organizzato da qualche disco volante, uno di quelli avvistati dai testimoni?

Scozia – Blood Rain.
Nel 2019 la Scozia e alcune zone del Regno Unito furono colpite dalla cosiddetta pioggia di sangue. Qualche meteorologo dichiarò che il fenomeno era dovuto alla polvere del Sahara trasportata dai venti, ma la popolazione rimase scioccata mentre la pioggia colorava di sangue case, strade, automobili e l’intero paesaggio.

Ci sono altri fenomeni simili in tutto il mondo:
– il fiume Molchanka nella città di Tjumen, in Russia;
– a Nootdorp, nei Paesi Bassi;
– il fiume Furn al-Shubbak, presso Beirut in Libano;
– il fiume Jian della città di Luoyang nella provincia di Henan, nel nord della Cina.
Nello Sri Lanka le piogge rosse sono cadute per più di 15 minuti a Sewanagala, Monaragala e Manampitiya, Polonnaruwa.
Le interpretazioni degli esperti non sempre sono sufficienti a spiegare questi fenomeni che si moltiplicano sempre di più. Che cosa sta succedendo?

Marco Marsili

4 Dicembre 2023

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Immagine in evidenza: fermo immagine di un video youtube che parla della pioggia rossa avvenuta in Kerala (India) nel 2001.

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