
Libero racconto di un’esperienza
Ho chiuso gli occhi e ho iniziato a concentrami chiedendomi ripetutamente: “Ma qual è il mio sogno?”, pensando che fosse qualcosa legato alla musica. Hanno iniziato a formarsi delle immagini, che sono andate ‘oltre’. Praticamente mi sono proiettato alla fine del mondo. C’era già la Nuova Società. E noi dovevamo occuparci solo della Gioia, dell’Amore e della Bellezza, perché tutti sapevamo che ogni abitante del pianeta non soffriva più, nessuno aveva più bisogno d’aiuto. Tutti vivevano nella pace, nell’amore ed era una sensazione veramente bellissima che mi ha fatto piangere tanto.
La scena più intensa che ho vissuto e che mi ha commosso tantissimo è la seguente:
Un fiume divide una giungla, da qualche parte in Sud America.
Un gruppo di persone, sopra una piattaforma volante, sta sorvolando lentamente la zona.
Regna un silenzio sereno e consapevole tra i passeggeri. L’aria è densa di un amore fatto di sostanza, di materia.
La piattaforma, formata da un’unica grande lastra di circa 10 metri per 5 e spessa una trentina di centimetri, era fatta di un materiale rigido, ma in qualche modo malleabile, accogliente, che poteva accudire in modo confortevole i piedi dei passeggeri.
Volava senza nessun motore, grazie a una qualche tecnologia evoluta e comprensiva.
La piattaforma era gremita di persone fino ai bordi, tutte in piedi. Senza nessuna balaustra o sistema di sicurezza. Ma tutti passeggeri erano tranquilli. Per loro era normale volare così. Semplicemente “sapevano” che non potevano cadere.
Non so come spiegare questa cosa, ma è come se tutti quanti fossero sulla stessa lunghezza d’onda: le persone, la piattaforma e tutto l’ambiente circostante.
Questa armonia teneva tutto insieme. A livello fisico.
Un’armonia “concreta”.
Io ero tra i passeggeri.
Non so da dove arrivavamo, ma a un certo punto ci fermiamo a mezz’aria (tipo 5 metri dal suolo) sul versante nord del fiume. Sul versante opposto un gruppo di indigeni pellerossa, a torso nudo e con lance in mano, ci vede.
Nessuno è stupito dalla presenza di “stranieri” a bordo di una piattaforma volante.
In quell’istante incrocio lo sguardo di uno di loro. Era fermo, con la testa girata verso di me. Era bellissimo e fiero, come tutti i pellerossa. Con lineamenti marcati ed eleganti. E gli occhi neri come i suoi capelli, morbidi e resistenti. Di un nero luminoso e terreno.
Saremo stati a 10 metri di distanza l’uno dall’altro. Io, in mezzo a tutte le persone sopra il mezzo volante (ognuna immersa nel suo personale momento), e lui, ultimo del suo gruppo che già si stava per inoltrare tra la vegetazione.
Ci guardiamo, senza dire nulla. Sul suo viso un leggero sorriso. E i suoi occhi mi parlavano, mi accoglievano. Il suo sguardo era come si mi dicesse “Ciao fratello…”. Sapevamo entrambi di essere fratelli, fratelli nello spirito!
Fratelli che vivevano in questo nuovo mondo. Un mondo sorto dalla fine del vecchio mondo. Un mondo dove nessuno doveva più preoccuparsi di aiutare nessun’altro, perché tutta la popolazione viveva nella pace e nell’armonia. Un mondo dove ci si doveva occupare soltanto della gioia, dell’amore e della bellezza.
Incontrarsi così e riconoscersi come esseri della stessa natura era bellissimo, magico, profondo e commovente. Ma, allo stesso tempo, assolutamente normale. Perché in quel mondo, quella era la normalità.
Il sole, prossimo all’ora del tramonto, emanava una luce che definirei opaca e umida. Era quasi tendente al grigio chiaro nei toni della sua luminosità. Ma era una luce bella, una luce viva. Che pulsava con il ritmo di un battito, con piccole e impercettibili (ma visibili) onde di luce densa.
Era il sole che comunicava con noi. Che comunicava con i suoi figli. Senza filtri, senza parole, senza immagini, senza suoni. Solo con la vibrazione, il battito e il calore della luce.
La cosa meravigliosa è che tutti noi capivamo. Sapevamo chi stava comunicando con noi. Era Dio.
E noi ci beavamo del suo amore, che potevamo vedere, toccare e sentire. Ed era bellissimo sentirsi parte di tutto questo. Era bellissimo vivere.
Mi sono detto … quindi, questo è il mio sogno!
Un sogno molto bello.
Roberto Pezzini
20 aprile 2023