
Conduzione di Fabián Ranieri e Rubén Rajich
In una nuova puntata di “La Vida y el Universo – Interviste”, andata in onda lo scorso 22 marzo, abbiamo rivissuto la connessione con un ospite già precedentemente invitato al programma: Emmanuel Mouriño, amico e testimone diretto degli eventi più significativi nella vita dello stimmatizzato Giorgio Bongiovanni. Fin dal primo istante, l’emozione e l’attesa si sono fatte sentire nell’aria, soprattutto per coloro che seguono la nostra grande Opera e il suo legame indissolubile con il suo fondatore, Eugenio Siragusa.
Sin dall’inizio, il tono della conversazione ha evocato un viaggio attraverso i ricordi, con particolare attenzione alla storia di Emmanuel, alla sua esperienza di vita e al suo rapporto con queste figure fondamentali.
L’evento è stato condotto da Fabián Ranieri e Rubén Rajich.
Un cammino segnato sin dall’infanzia
Emmanuel ha condiviso la sua storia personale, raccontando la sua infanzia tra Svizzera, Spagna e Italia. Cresciuto nell’ambiente dell’Opera di Giorgio ed Eugenio, la sua testimonianza ha messo in luce una vita dedicata a una Causa che lo ha accompagnato fin dalla sua infanzia. Con emozione, ha ricordato il suo primo incontro con Eugenio all’età di nove anni, descrivendolo come una figura paterna con cui ha vissuto momenti profondamente significativi.
Il legame di Emmanuel con l’Opera era così forte che, all’età di soli 13 anni, insieme al suo amico e fratello Javier Puente di Vigo, arrivò persino a pianificare una fuga per percorrere a piedi il tragitto da Vigo alla Sicilia, con l’unico scopo di incontrare Eugenio di persona.
Difficoltà e trasformazioni nell’Opera
La conversazione è proseguita con un’analisi più approfondita sui cambiamenti e le sfide affrontate dai gruppi che seguivano l’Opera di Eugenio. Emmanuel ha descritto come, con il passare del tempo, alcuni di questi gruppi si siano chiusi in se stessi, diventando inaccessibili e generando disillusione tra i giovani seguaci. Tuttavia, l’arrivo di Giorgio ha portato con sé una trasformazione, riaprendo le porte della fraternità e restituendo al Messaggio la sua essenza originale di servizio e Amore per il prossimo.
La sfida dell’ego e la vera dedizione
Uno dei temi centrali dell’intervista ha ruotato attorno all’ego umano e a come questo possa distorcere anche i percorsi spirituali più nobili. Si è riflettuto sulla differenza tra il pensiero individualista e la visione collettiva, mettendo in risalto l’esempio dei Fratelli Cosmici, i quali hanno sviluppato un senso del “noi” in contrapposizione all’“io” predominante nell’Umanità. Emmanuel ha sottolineato l’importanza del servizio e dell’umiltà come pilastri fondamentali nell’Opera di Giorgio ed Eugenio.

Un viaggio in Africa: coraggio e confronto con il potere
Uno dei momenti più intensi dell’intervista è emerso quando Emmanuel ha raccontato la sua esperienza durante un viaggio in Africa insieme a Giorgio Bongiovanni. In un contesto di dittatura e repressione, nell’allora Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), Giorgio sfidò apertamente il regime di Mobutu, denunciandolo in diretta sulla televisione nazionale.
La reazione fu immediata: i militari fecero irruzione nell’emittente televisiva e li scortarono fino all’hotel. Tuttavia, sorprendentemente, non fecero loro del male. Emmanuel ha sottolineato come persino il male riconosca la presenza del bene, attribuendo la protezione di Giorgio alla sua Missione e alla forza delle Stimmate che porta.
Il coraggio di denunciare
Il racconto del viaggio in Africa si è collegato ad altre esperienze simili, come l’intervento di Giorgio in Paraguay dopo l’assassinio del giornalista Pablo Medina. In entrambe le situazioni, Giorgio si è confrontato con il potere con determinazione, additando direttamente i responsabili e chiedendo giustizia senza paura delle ritorsioni.
Questo coraggio, come ci ha spiegato Emmanuel, è un riflesso della vera dedizione e del fine che guida la sua Opera.
La Croce sulla fronte
Durante un viaggio a Montevideo, Giorgio ricevette la Croce sulla fronte, ma poche ore dopo scomparve senza lasciare segni visibili, eccetto un leggero colore biancastro. La spiegazione che diede fu che, inizialmente, non si sentiva pronto a portarla e questo causò la sua scomparsa. Tuttavia, dopo aver accettato il suo destino, la Croce riapparve prima del suo arrivo a Montevideo.
Questa esperienza è stata testimoniata da molti presenti, che rimasero impressionati nel vedere come i segni fisici sul suo corpo cambiassero in così poco tempo.
Il cammino difficile della Coscienza
Emmanuel, sempre vicino a Giorgio, ha riflettuto sulla difficoltà di rimanere saldi su un cammino Spirituale in un mondo che sembra andare nella direzione opposta. Sebbene fornisca strumenti e forza interiore, questo percorso può anche portare a momenti di disillusione, osservando come la maggior parte dell’Umanità non sembri cambiare. L’impegno verso l’evoluzione spirituale e il lavoro per un bene più grande è ciò che dà un senso a questo sforzo.
Il risveglio del seme interiore
Molti di coloro che si avvicinano a Giorgio e al suo Messaggio portano già dentro di sé un seme. L’incontro con lui non è altro che il detonatore che risveglia qualcosa che era già presente nel loro intimo. Questo processo non è esclusivo del suo gruppo, ma avviene in diverse forme e cammini spirituali. Tuttavia, ciò che è più importante è non spegnere quella Luce una volta accesa e continuare a lavorare attivamente per la causa del Bene.
Il pericolo di abbandonare il cammino
Un punto cruciale è che allontanarsi da un cammino Spirituale non è un problema in sé, purché la persona continui a cooperare positivamente nel Mondo. Coloro che smettono di fare il bene per condurre una vita normale e senza scopo potrebbero sentire un vuoto difficile da colmare. La chiave sta nel non smettere di agire, anche se l’ambiente circostante cambia.

L’impatto di una conferenza in prigione
Uno degli aneddoti più emozionanti dell’intervista è stato la visita di Giorgio a una prigione in Uruguay, organizzata dal giornalista Giorgio Almendras. Durante la conversazione, un prigioniero espresso il suo scetticismo sull’autenticità del Messaggio, a cui Giorgio rispose strappando la sua carta d’identità in due, consegnandone una metà al prigioniero e promettendogli che sarebbe stato lì quando fosse uscito.
Anni dopo, il detenuto scontò la sua pena, contattò Giorgio e insieme riunirono le due metà del documento, simboleggiando una vera e propria trasformazione della sua vita.
La realtà dei viaggi e del sacrificio fisico
I viaggi di Giorgio in zone di estrema povertà, come il Paraguay o l’Africa, mostravano il suo impegno totale. Nonostante le condizioni difficili, il caldo estremo e i rischi, lui rimaneva sempre disponibile per le persone che avevano bisogno di lui. Un aspetto particolarmente impressionante è che, mentre i suoi compagni di viaggio potevano concedersi di fare una doccia dopo lunghe giornate, Giorgio invece non poteva farlo a causa del dolore che l’acqua provocava sulle sue Ferite.
Il profumo delle Stimmate
Uno dei fenomeni più sorprendenti delle Stimmate di Giorgio Bongiovanni è che, in alcune occasioni, quando il suo corpo sanguina, emana un intenso profumo di rose. Sebbene non accada sempre, coloro che sono stati testimoni lo descrivono come qualcosa di impossibile da spiegare e profondamente commovente.
L’impegno per la Verità e la Giustizia
Giorgio Bongiovanni non si è dedicato solo alla sua Missione Spirituale, ma ha anche assunto un ruolo attivo nella denuncia della mafia e della corruzione attraverso la sua attività Antimafia. Durante questi viaggi, molte volte sanguinava da solo in auto o treni, senza la compagnia di nessuno, sopportando il dolore in totale silenzio. Tuttavia, il suo impegno per la Verità lo ha sempre mantenuto saldo lungo questo cammino, senza lamenti né scuse.
Il carattere di Giorgio sin da giovane
Sin dalla sua adolescenza, lo stimmatizzato di Floridia ha dimostrato un impegno assoluto verso la sua missione. Mentre altri giovani si divertivano in spiaggia, lui dedicava il suo tempo a fare fotocopie e diffondere informazioni su temi Spirituali e Extraterrestri. La sua determinazione e dedizione lo portarono a lasciare una vita comoda e ad intraprendere un cammino di sacrificio e lotta costante.
La Chiamata e la rinuncia a una vita comoda
Prima di ricevere le Stimmate, Giorgio era già coinvolto nell’Opera, utilizzando le sue risorse per finanziare conferenze e pubblicazioni. Quando ricevette le Stimmate sul suo corpo, cercò di continuare a lavorare nella sua azienda, ma la situazione divenne insostenibile. Alla fine, dovette rinunciare a tutto e dedicarsi completamente alla sua Missione.
La vita di Giorgio non è definita solo dalle Stimmate, ma dal suo carattere, dal suo impegno e dalla sua instancabile lotta per la Giustizia e la Verità. Il suo esempio mostra che il vero cambiamento richiede sacrificio e azione costante, oltre le parole e i momenti di emozione.
Il valore di affrontare la paura
Nei momenti di grande pericolo, come la sua esperienza in Africa, Giorgio dimostrò un coraggio eccezionale nel puntare il dito e affrontare figure di grande potere e malvagità. La sua vita rappresenta una testimonianza di come l’Amore incondizionato e l’impegno totale possano superare qualsiasi barriera umana, anche la paura più profonda.
L’incarcerazione di Eugenio Siragusa
La storia di Eugenio Siragusa non fu segnata solo dalla sua instancabile Missione di trasmettere i Messaggi che riceveva, ma anche dall’incomprensione e dalle ingiustizie che dovette affrontare. Nel 1978, Eugenio fu arrestato ingiustamente in Sicilia in un caso che successivamente si rivelò essere una trappola ordita da interessi americani e dalla loggia P2. Vittima di un sistema che, anziché riconoscere il valore del suo lavoro, cercò di metterlo a tacere. La sua incarcerazione non fu altro che il riflesso della paura che suscitano le verità scomode in coloro che cercano di far permanere l’ignoranza e il controllo.
Ma forse ciò che fu più doloroso non fu solo la persecuzione da parte delle autorità, ma il tradimento di coloro che un tempo erano stati al suo fianco. Kelly e Leslie Hooker furono due discepoli di Eugenio che, dopo aver condiviso il cammino con lui, finirono per tradirlo. Mossi da interessi egoistici o da influenze esterne, scelsero di allontanarsi dalla Verità e voltargli le spalle. Il loro tradimento non fece altro che dimostrare la grandezza di Siragusa, che, lontano dall’arrendersi, continuò con ancora più forza e determinazione.
Avvistamenti in carcere e testimonianza di Emmanuel Mouriño
Durante l’incarcerazione di Eugenio, molti dei suoi discepoli si allontanarono per paura, ma pochi, tra cui Giorgio e suo fratello Filippo, rimasero saldi nel loro sostegno e sempre presenti.
L’incarcerazione durò circa tre o quattro mesi e fu caratterizzata da fenomeni inspiegabili, tra cui numerosi avvistamenti di Ufo sopra la prigione. Le testimonianze dell’epoca menzionano addirittura la presenza di Esseri che accompagnavano Eugenio all’interno della prigione, suscitando tanto timore in un carceriere che chiese di essere trasferito.

Tentarono anche di avvelenarlo, ma fu protetto da Forze che lui stesso attribuiva alla sua Missione.
Alla fine, fu liberato e completamente assolto quando si dimostrò che non c’erano prove contro di lui. In un atto di grande umanità, organizzò una conferenza dove invitò i suoi accusatori per offrire loro il suo perdono e chiarire la Verità. Sebbene essi non si presentarono, il gesto di Eugenio lasciò un potente Messaggio di riconciliazione.
Allego la testimonianza certificata di Emmanuel Mouriño. In quell’epoca, all’età di soli 16 anni, risiedeva in Svizzera. La sua impossibilità di viaggiare fino al processo a causa della distanza lo portò a esprimere la sua testimonianza in una dichiarazione notarile.

Nonostante le difficoltà, il Messaggio di Eugenio Siragusa e Giorgio Bongiovanni non si spegne. Come ogni Verità profonda, resiste agli attacchi del tempo e alle avversità, trovando eco nei cuori di coloro che sanno guardare oltre le apparenze e riconoscere nelle loro parole una Luce per l’Umanità.
Vogliamo esprimere il nostro più sincero ringraziamento a Fabián e Rubén per averci aperto le porte del loro programma e averci offerto questo intensissimo spazio di dialogo e incontro. La loro calda ospitalità e generosità hanno reso ogni conversazione un vero dono. Grazie di cuore!
Con Amore,
Daria Gradella
7 Aprile 2025