
“La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo” – Platone
“La musica costituisce una rivelazione più alta di qualsiasi filosofia” – Beethoven
“La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta” – Kahlil Gibran
“Il suono, ovvero la vibrazione, è la forza più potente dell’universo. La musica è un’arte divina, che serve non solo a procurare piacere ma a entrare in comunione con Dio” – Paramahansa Yogananda
“Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra” – Jim Morrison
“Lo scopo e la ragione finale di tutta la musica non è altro che la gloria di Dio” – Johann Sebastian Bach
“Se ascoltare la musica mi irrita Satana sta vincendo” – Giorgio Bongiovanni
LA Minore
Quest’ultimo aforisma è estratto dalla risposta di Giorgio riguardo la domanda sul LA minore e il diapason universale. In uno dei suoi ultimi incontri diceva appunto Giorgio che il diapason armonico del cosmo è il LA minore. Quindi non si parla di una singola nota musicale, come ad esempio potrebbe essere il LA suonato da un semplice diapason, ma precisamente di una tonalità musicale, appunto la tonalità minore del LA.
Questa “volumetrica novità” ci fa capire come il cosmo intenda e concepisca la musica su un livello superiore al nostro, in quanto la nota da lui suonata, non è una semplice nota, bensì un accordo con una precisa tonalità, quella minore.
Perché proprio la tonalità minore e non quella maggiore, ad esempio? Adoniesis, tramite Giorgio, così risponde:
“La tonalità minore è la tonalità più nostalgica e romantica. L’universo quando concepisce e partorisce, cioè quando fa l’amore con sé stesso perché è l’unione della Madre e del Padre, nella sua passione esprime romanticismo e nostalgia, ovviamente mescolati alla gioia e al godimento. Ma a prevalere è l’essere romantico. Riguardo all’universo e alla creazione materiale, stelle, galassie, pianeti, ci deve essere quella nostalgia della materia. Quando tu sei innamorato percepisci, godi di quell’amore proprio quando ti manca la persona amata. Il momento massimo dell’espressione dell’amore è proprio quando ti manca l’amore e ti scoppia il plesso solare. E quindi la tonalità minore con la sua nostalgia e con il suo romanticismo è la massima espressione della creazione con quella nota”.
“L’alternarsi delle tonalità minori e maggiori possiamo paragonarlo al movimento di sistole e diastole che anima e che fa respirare l’intero universo. Quindi la musica salva l’universo, non solo il mondo. Io vivo di musica. Senza la musica non riesco a fare niente. Se per caso non riesco ad ascoltarla, me la suono nella testa, e poi di conseguenza vengono bambini, concetti, astronavi, lotta contro l’anticristo… ma ci deve essere la musica qua nella testa, nelle sfere del mio cervello. Noi senza la musica siamo morti. Quando non la voglio sentire è perché sto combattendo col demonio, perché a volte ho dei momenti in cui mi irrita tutto, e lì c’è il demonio che viene a darmi fastidio. Lo devo accettare perché è sempre un volere del Padre”.
Musica come linguaggio con il quale Dio – e le sue leggi – si lascia (ri)scoprire?
Cercando di osservare il tutto con fare poetico, proviamo a immaginare che la tonalità minore (quella struggente, malinconica) possa essere utilizzata dal compositore per comunicare a Dio, come farebbe con una lettera un soldato al fronte per la sua amata, la comprensione della nostalgia di averLo lontano e la volontà di ritrovarLo, nel mentre che, proprio come quel soldato, affronta le difficoltà nel campo di battaglia della vita.
Il compositore raggiunge così la tonalità maggiore (vivace, spontanea) attraverso la quale intuisce, realizza, concepisce e ritrova Dio come nell’esplosione di una nuova vita!
Sempre esercitando la fantasia, questo movimento di sistole e diastole potrebbe rappresentare l’aspetto trino di ‘creazione’, ‘conservazione’, ‘distruzione’ della vita stessa, del respiro, e via dicendo.
Può quindi quel vibrante “diapason universale” rappresentare quell’AUM (OM) percepito in antichità dai mistici o quel “Verbo” (In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio) descritto da Giovanni?
Musica come vibrazione di fondo che propagandosi genera la materia per come la conosciamo?
Pitagora definiva la geometria come “musica solidificata”. Egli aveva compreso nell’essenza l’indissolubile legame fra energia e materia, in base alla frequenza di vibrazione. Non dimentichiamo che i cosiddetti pitagorici erano degli iniziati che avevano avuto accesso alla scienza dello spirito.
Si narra appunto che Pitagora prestò attenzione ai diversi suoni, provenienti in una bottega di un fabbro, prodotti dai martelli sulle incudini, e si domandò come mai alcuni fossero così piacevoli e armoniosi se accostati tra loro. Ripetendo l’esperimento su un monocordo Pitagora scoprì il rapporto armonico musicale 2:1 che oggi chiamiamo intervallo di ottava (ad esempio la distanza tra il DO e il DO successivo). Non solo, egli scoprì anche gli altri intervalli armonici di quarta e di quinta. Solo oggi sappiamo che questi rapporti tra le note corrispondono alle frequenze. Pitagora scoprì i suoni della scala diatonica e molti degli intervalli che ancora oggi governano le regole dell’acustica mondiale occidentale.
Profondamente colpito da questo legame tra musica e numeri, Pitagora e i suoi seguaci teorizzarono l’idea di un universo governato da proporzioni numeriche armoniose che determinavano il movimento dei corpi celesti, e le distanze tra i pianeti corrispondevano ai rapporti numerici degli intervalli musicali. La rotazione dei pianeti nello spazio venne associata a una sinfonia musicale chiamata “Armonia delle Sfere”: una musica celestiale che le nostre orecchie non riescono più a percepire perché sempre abituate a sentirla, come quando si sta accanto ad un fiume e ci si abitua al fragore delle acque.
Da Pitagora a Rol
Gustavo Rol raccontò di aver conquistato un ‘tremendo potere’ concentrandosi sul colore verde, il calore e la quinta musicale. Proviamo ad analizzare brevemente questa intuizione:
– il verde è centrale nello spettro cromatico di nostra percezione ed è accostato al chakra del cuore anch’esso centrale o, meglio, esso è il centro dell’amore vivente.
– L’intervallo di quinta giusta, anch’esso centrale potremmo dire, è composto da 3 toni più un semitono ottenendo così la distanza fra i due estremi degli accordi maggiori e minori. La quinta giusta, suonata in un bicordo armonico, ha una consonanza perfetta – si fondono potremmo dire – risultando molto piacevole all’orecchio e il suo rapporto è di 2/3. Cos’ha di importante questo rapporto?
Se disegniamo un rettangolo con lato corto 2 e lato lungo 3 abbiamo 2:3=0.6 periodico e se prendiamo il lato 3 come lato corto e, utilizziamo la stessa proporzione, avremo un lato lungo di 5 e cosa otteniamo? 3:5=0.6 circa e così, utilizzando sempre la stessa proporzione, su un lato corto di 5 otteniamo un lato lungo di 8 risultato? 5:8=0.6 circa e così via. Quindi? Quindi troveremo, come risultante matematica, la famosa sequenza di Fibonacci (1,1,2,3,5,8,13,21, ecc…); cioè quella sequenza matematica sulla quale si costruisce la materia!
Conclusione
Queste realizzazioni, che nei secoli sono state raccolte da menti aperte e sensibili, concorrono a spiegare quelle sensazioni che ognuno di noi ha ascoltando accordi e tonalità all’interno di musiche e canzoni. Lo Spirito-Intelligenza, ciò che siamo realmente, riconosce il suo VERO linguaggio in quanto la musica è invisibile, incorporea e senza luogo. Grazie alle tonalità lo spirito torna per un momento nelle sfere sottili che gli appartengono, ricorda il suo percorso da una dimensione all’altra attraverso le 7 note, si esalta nella realizzazione del suo percorso di crescita ed esplode di gioia ricordando il fine ultimo della sua lunga corsa: il ricongiungimento con l’Uno. Questo breve contatto con l’infinito lascia un’impronta nell’anima che si riverbera nel campo emotivo delle persone. Abbiamo citato prima la Musica delle Sfere di Pitagora e perché no, sempre con fanciullesca fantasia, non potremmo affermare che le rotonde note danzanti su un pentagramma siano una rappresentazione semplificata dell’universo stesso?
In Fede,
Riccardo Bertinelli e Luigi Benedetti
23 gennaio 2025