Juan Alberto Rambaldo intervista Emmanuel Mouriño
Nel programma “Umanità, dove vai?” dell’Associazione “Dal Cielo alla Terra Argentina”, andato in onda il 7 novembre scorso, è stata trasmessa una interessantissima intervista realizzata dal Dottor Juan Alberto Rambaldo a Emmanuel Mouriño, uno dei responsabili della nostra Arca in Spagna.
“Umanità, dove vai?” è uno spazio online che si propone di informare, risvegliare le coscienze e generare un cambiamento positivo nella società attraverso l’informazione, la denuncia e la spiritualità. È un programma che viene trasmesso in quattro province dell’Argentina e anche su “Contacto” o “Radio Rincón de Estrellas”, diretto da Ricardo Gigena, che trasmette negli Stati Uniti, in Messico, in Centroamerica e in Spagna.
Una lunga esperienza
Emmanuel Mouriño ha una lunga esperienza, che dura da oltre 45 anni, nell’Associazione Internazionale “Dal Cielo alla Terra”. Da giovane visse una grande esperienza con Eugenio Siragusa, il più grande contattato del XX secolo, che mise in evidenza il concetto di “Angeli di ieri, Extraterrestri di oggi”. Oggi Emmanuel porta avanti l’attività e testimonia l’Opera di Giorgio Bongiovanni.
Nell’introduzione, Emmanuel ha fatto una premessa: parlare di Eugenio lo commuove profondamente; solo pronunciare il suo nome lo fa tornare indietro nel tempo, a una figura che è stata essenziale nella sua vita.
Conobbe Eugenio grazie ai suoi genitori, Juliana e Ramón Mouriño, che all’epoca erano i coordinatori dell’Associazione in Spagna e in Sudamerica. Per Emmanuel, il tema degli extraterrestri è stato qualcosa di assolutamente normale in casa sua fin da quando era piccolo. Quando Eugenio si recò a Vigo (dove Emmanuel viveva all’epoca) per tenere delle conferenze, conquistò subito il cuore di quel bambino. Da lì in avanti si incontrarono un paio di volte, quando Emmanuel aveva dodici e tredici anni, proprio prima di cadere nella spirale della droga, una situazione giovanile dalla quale Eugenio lo salvò. Siragusa fu, oltre che un contattato, la persona che lo accolse, lo portò a casa sua, lo fece vivere con lui e lo curò, salvandolo da quella condizione disperata. Per Emmanuel, Eugenio è sempre stato un punto di riferimento e un messaggero. Credeva ciecamente in ciò che gli diceva, perché lo viveva profondamente dentro di sé e non perché fosse qualcosa di inculcato.
Vivendo con Eugenio Siragusa
A 16 anni Emmanuel visse per tre mesi nella casa di Eugenio: fu la più importante esperienza della sua esistenza, per merito di questo “Padre Spirituale”, dei giovani e delle Arche dell’epoca, delle conferenze e del lavoro di traduzione in francese e spagnolo, le due lingue che conosceva bene.
Il Dottor Juan Alberto Rambaldo ha sottolineato il concetto che il lavoro che Eugenio svolse con i giovani di quel periodo (alla fine dell’articolo troverete alcuni messaggi*), fu veramente trascendentale, perché li condusse verso una consapevolezza che andava al di là dell’umana natura. Era come se Eugenio infondesse ai fanciulli una sorta di conoscenza iniziatica.
Alla domanda su come Siragusa riuscisse a trasmettere tanto sapere nelle giovani menti, Emmanuel ha risposto che ciò che colpiva i suoi devoti discepoli, era la sua capacità di unire perfettamente l’aspetto cristico al messaggio, collegando la conoscenza mistica dei Testi Sacri con la Realtà Extraterrestre. Né la Chiesa né la società erano riuscite a dare risposte così esaurienti.
Inoltre, ciò che più affascinava di Eugenio, era la sua personalità e il suo immenso carisma, poiché possedeva un magnetismo e un temperamento fuori dal comune, ma al tempo stesso una dolcezza immensa e una predisposizione a stare con la gente.
Una volta nella vita
Juan Alberto ci ha raccontato di come anche lui abbia avuto l’opportunità di conoscere e stare con Siragusa. Fu una sola volta nella sua vita, ma anche così gli impresse un segno profondo. Ci ha testimoniato che nel sentirlo parlare, anche se con un siciliano molto stretto, la sola vibrazione della sua voce commuoveva tutti.
L’intervista è continuata con il racconto di Emmanuel sul tempo trascorso accanto a Giorgio Bongiovanni, che conobbe quando avevano rispettivamente sedici e quindici anni. Si incontrarono a casa di Eugenio, proprio quando Emmanuel stava vivendo lì, già riabilitato dalla droga. In realtà, la droga era stata un pretesto di autodistruzione a causa di alcuni problemi familiari, quindi ne uscì abbastanza rapidamente. Giorgio, come ci ha raccontato molte volte, andava a trovare Eugenio ogni volta che poteva, essendo già in quel periodo suo discepolo. Era un giovane speciale, sempre disponibile verso gli altri, con un sorriso che trasmetteva tanta tenerezza e amore. Si incontrarono, e Eugenio li presentò. Fin dal primo momento, in qualche modo, si innamorarono: fu un colpo di fulmine. Tra Giorgio ed Emmanuel ci fu una connessione inspiegabile, senza bisogno di molte parole. Da lì nacque un’amicizia che dura tutt’ora. Eugenio fu, ovviamente, l’artefice di quell’incontro e di tutto ciò che si sarebbe sviluppato in futuro.
Incontro con Durante
Emmanuel ci ha raccontato come, un giorno, a 19 anni, durante un viaggio con suo zio dalla Svizzera a casa di Eugenio, Giorgio (che stava facendo il servizio militare) chiamò Eugenio per telefono per raccontargli di aver visto Durante (Absu Ismaily Swandy, il Mutante che appare all’improvviso per segnare la strada agli iniziati). Quando Eugenio riattaccò, esclamò: “Ecco uno dei testimoni!”; in quanto sapeva perfettamente che tutto si stava compiendo e che Giorgio sarebbe diventato quello che è oggi. Inoltre, Eugenio, come tutti sappiamo, aveva la capacità di profetizzare eventi in base alla conoscenza del soggetto che aveva davanti, alla sua storia presente e alle sue vite passate.
Nel 1993 Emmanuel decise di andare a vivere con Giorgio a Porto Santo Elpidio, nelle Marche. Fu in quel periodo che iniziarono a conoscersi meglio, in quanto prima della Stigmatizzazione nel 1989, si erano incontrati solo in occasione di alcune conferenze. Da quel momento Emmanuel iniziò a viaggiare quasi tutti i giorni con Giorgio per dodici anni, in Italia (accompagnandolo con un furgone) e all’estero: in Africa e in Sudamerica. In quegli anni si formarono molte Arche. Furono viaggi senza sosta, con una grande dedizione di Giorgio, che viveva con il minimo indispensabile. Egli dimostrava sempre la sua purezza e il suo totale impegno verso il prossimo, confermando così la veridicità del Messaggio.
La situazione della Spagna
Alla domanda del Dottor Rambaldo su cosa reputa riguardo alla situazione super caotica che vive oggi la Spagna, Emmanuel ha risposto affermando che, purtroppo, non c’è inquietudine o preoccupazione da parte della gente. Tutti continuano con la loro vita abituale; in generale, ciò che si percepisce è che non c’è consapevolezza che la Terra stia attraversando un momento critico e che la società sia sull’orlo di un grande caos. In misura maggiore o minore la percezione è simile anche in altri Paesi.
Alla fine dell’intervista, il responsabile del nostro gruppo ha lasciato un messaggio importante al pubblico del programma, riferendosi al fatto che è fondamentale ascoltare e valutare con discernimento, e non “credere tanto per credere”. Viviamo in tempi molto difficili, ma qualsiasi persona o gruppo che agisca a favore della vita può portare qualcosa di positivo alla società. Perché più gravi sono i problemi e le situazioni complicate, più saremo portati a scoraggiarci e a perderci. Anche se per egoismo, è bene intraprendere attività etiche, perché ci tengono all’erta, ci donano felicità e perché il dare agli altri, alla natura, al Pianeta o lottare per una causa, è quanto di più grande possa darci gioia. Tutto il resto è effimero, non dura e può condurci verso la catastrofe. Più ci sarà indifferenza in situazioni difficili da parte nostra, più facilmente cadremo nella disperazione che conduce ai malesseri, alle depressioni e perfino ai suicidi, che sono le vere piaghe di oggi.
Infine, Emmanuel ci ha ricordato l’importanza dello studio, perché ci aiuta a comprendere meglio le cose. Senza pregiudizi, con la mente aperta e, soprattutto, verificando sempre se il messaggero è coerente con i messaggi che trasmette. Ci sono comunicati che Eugenio riceveva negli anni ‘60 e che sono stati nel tempo trasmessi in modo diverso, questo perché le situazioni cambiano, ma sono gli stessi messaggi che chiamano all’unione, alla presa di coscienza e all’instaurazione di quei tre principi fondamentali che sono: la Pace, l’Amore e la Giustizia.
Non siamo soli
Ci sono concetti che dobbiamo tenere a mente: i fratelli del Cosmo sono sempre con noi e oggi ci stanno instillando, attraverso il loro Messaggero Giorgio Bongiovanni, il richiamo necessario per la salvezza delle nostre anime e del Pianeta Terra.
Speriamo che questa testimonianza possa servire a risvegliare la coscienza di questa umanità, come cita il titolo del libro che scrisse Giorgio e che ha dato il nome al programma “Umanità, dove vai?”. È tempo di iniziare a prestare attenzione, e, grazie a questo bellissimo evento, abbiamo realizzato che non si tratta di fantasie o di illusioni, ma di realtà annunciate per le quali dobbiamo essere preparati.
Ci auguriamo di poter organizzare presto un altro programma in cui ascolteremo gli aneddoti dei viaggi di Emmanuel con Giorgio, come promesso. Uno in particolare, in Zaire, Africa, che sappiamo piacerà a molti ascoltatori, ma questo lo lasceremo per il prossimo incontro…
Un grande grazie a Manù e a Juan Alberto.
Vi invitiamo ad ascoltare l’intervista.
Con gratitudine,
Daria Gradella.
17 Novembre 2024.
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*Vi lasciamo alcuni messaggi di Eugenio Siragusa sulla gioventù: