I riscontri attuali alle comunicazioni ricevute da Eugenio Siragusa (prima parte)
Pubblicato il 8 Novembre 2024
Pubblicato il 8 Novembre 2024

Correva l’anno 1976.
Sono passati da allora 48 anni.

La scienza ufficiale di quell’epoca, o meglio la comunità scientifica di quell’epoca, in base alle evidenze scientifiche di allora, era convinta che i pianeti del Sistema solare erano gli unici esistenti nell’Universo.
Possiamo dire questo con certezza perché la scienza oggi funziona così: se non esiste nessuna prova tangibile e misurabile di un qualcosa, quel qualcosa allora semplicemente non esiste. Questa è semplicemente una spiegazione, non una critica: tutto quello che non è provato rientra nel campo delle ipotesi e delle teorie.

“La scienza è un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti e esperimenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi” (treccani.it).
Il problema che si riscontra spesso da parte di chi si basa esclusivamente su questo è che pone limiti inutili e controproducenti rispetto a chi, magari dotato di più talento e magari con una visione che va oltre la media comune, possa formulare teorie apparentemente impossibili o che destabilizzerebbero tutto il corpus di conoscenze del momento.
Ironia della storia, ciò è accaduto esattamente con Galileo Galilei, il fondatore del metodo scientifico attuale. Con le sue teorie rivoluzionarie, per le quali è stato anche processato e costretto ad abiurare pena il rogo, stava scardinando migliaia di anni di consolidato pensiero filosofico.
Oggi tutti noi sappiamo che il Sole è al centro del nostro sistema stellare e tutti i pianeti gli ruotano attorno. Ma appena 400 anni fa non era così, l’esposizione e la divulgazione di conferme osservative rispetto alla teoria eliocentrica copernicana stava destabilizzando il sistema di potere dell’epoca.

Secondo le attribuzioni dell’epoca, subito dopo l’abiura delle sue teorie eliocentriste, Galileo quando fu liberato, egli alzò lo sguardo al cielo e giù verso terra e battendo il piede, con animo contemplativo disse: Eppur si move! Il significato di questa frase è che, nonostante la forzata negazione delle sue testimonianze rispetto alla teoria eliocentrica, la realtà rimane tale e le prove rimangono reali.
Lo stesso si ripete oggi rispetto ad un’altra frontiera scientifica: i nuovi Galileo Galilei sono i veri contattisti del secolo scorso e quelli contemporanei. Per citarne solo alcuni George Adamski, Howard Menger, Carlos Diaz, Eugenio Siragusa. Nonostante tutto ciò che concerne questo argomento sia sempre screditato, manipolato e infangato dal sistema di potere attuale, i pianeti esistenti solo nella nostra galassia rimangono nell’ordine di grandezza di CENTINAIA DI MILIARDI. Eppur esistono!

Rappresentazione artistica del primo esopianeta scoperto e confermato nel 1992, disponibile sul sito della NASA science.nasa.gov, di PSR B1257+12c (crediti: NASA)

A partire dal 1976 dovremo aspettare 12 anni per avere i primi sospetti “ufficiali” dell’esistenza di un esopianeta: nel 1988 un team di astronomi canadesi ipotizzò l’esistenza e annunciò la scoperta di quello che successivamente nel 2002 fu definitivamente confermato effettivamente esistere. E’ stato chiamato Gamma Cephei Ab, un esopianeta distante circa 45 anni luce da noi, orbitante all’interno di un sistema stellare binario nella costellazione del Cefeo.

In ordine cronologico invece il primo esopianeta ad essere ufficialmente scoperto e confermato nel 1992 è stato PSR B1257+12 c, successivamente denominato “Phobetor“; è un pianeta circa 1,5 volte più grande del nostro, orbitante attorno alla stella PSR B1257+12, lontana circa 2300 anni luce nella costellazione della Vergine. Rispetto al 1976 sono passati 16 anni.

Oggi invece, alla data di venerdì 08 novembre 2024, la comunità scientifica terrestre ha scoperto e confermato ben 7344 esopianeti, cioè pianeti esistenti al di fuori del nostro Sistema stellare solare.
E’ per noi membri dell’associazione Dal Cielo Alla Terra doveroso ribadire che, già nel settembre 2023 il ricercatore Mark Popinchalk, astronomo dell’American Museum of Natural History di New York City, in un’intervista per livescience.com ha affermato che: “… anche se conosciamo solo circa 5.000 esopianeti in questo momento (nel 2023 n.d.r.), possiamo stimare che ci sia un pianeta per ogni stella.

Questa introduzione è stata necessaria per capire come in 20-30 anni di storia, si possa facilmente passare dal negare l’esistenza di un qualcosa a poi trovarne con sicurezza migliaia, fino a stimarne l’esistenza di 200 000 000 000. Si duecento miliardi, perché questa è la stima media delle stelle nella sola nostra galassia, la Via Lattea.

Inoltre secondo uno studio scientifico pubblicato a maggio 2020 sulla rivista “The Astronomical Journal” da due ricercatori dell’Università della Columbia Britannica, sempre all’interno della nostra galassia ci sarebbero poco meno di 6 miliardi di pianeti rocciosi, con dimensioni di tipo terrestre, che ruotano attorno a stelle simili al Sole e che si trovano nella zona di abitabilità di quel sistema stellare. In altre parole l’acqua potrebbe esistere normalmente in forma liquida sulla superficie di questi esopianeti.

Per iniziare a renderci conto di quante stelle e pianeti esistano nell’Universo da noi osservabile, al di là della nostra galassia, consigliamo di vedere il seguente video-documentario: Vita nel Cosmo.

Con l’aiuto di modelli scientifici e informazioni aggiornate (già non aggiornate alla data di oggi n.d.r.), questa immagine realizzata dal sito halcyonmaps.com tenta di visualizzare artisticamente insieme quasi 900 esopianeti noti che sono o potrebbero essere rocciosi o terrestri, disposti in base alla quantità di calore che ricevono dalle loro stelle, confrontando le loro dimensioni stimate e fornendo una finestra su come potrebbero apparire. Qui è disponibile l’immagine a piena risoluzione. (crediti: halcyonmaps.com)

1976: una delle numerosissime testimonianze di Eugenio Siragusa

Era l’anno 1976, dicevamo.
Nel primo numero di quell’anno degli opuscoli “Centro Studi Fratellanza Cosmica“, di cui il contattato siciliano Eugenio Siragusa ne è stato il fondatore, a pagina 8 viene pubblicato uno scritto di Eugenio stesso. Il testo è la parte finale di un lungo scritto in cui viene spiegato come, dopo un cataclisma che colpì la superficie del pianeta Terra a livello globale, vennero da alcuni punti specifici del nostro vicinato galattico degli esseri non di questo mondo.

Parte iniziale con il testo preso in esame della pagina 8 del numero del 1976 del bollettino del Centro Studi Fratellanza Cosmica (crediti: Archivio Dal Cielo Alla Terra, Gubbio).

Senza entrare nel merito del messaggio e del contenuto immenso riportato in questo scritto riportato e divulgato da Eugenio Siragusa, vorrei prendere in esame solamente una parte specifica di testo.
E’ inoltre doveroso ricordare che, secondo la testimonianza di Eugenio, queste conoscenze riportate nei suoi scritti non sono conoscenze che aveva lui stesso, ma riportava semplicemente ciò che gli veniva comunicato dagli esseri con cui lui era in contatto.
Il testo che vogliamo analizzare è il seguente:

I PRIMI ASTRONAUTI APPRODATI SUL NOSTRO PIANETA MOLTO TEMPO FA, PROVENNERO DALLA “COSTELLAZIONE PLEIADE”; ALTRI GIUNSERO DALLA COSTELLAZIONE “ALPHA CENTAURI”, ALTRI ANCORA RAGGIUNSERO IL NOSTRO SISTEMA SOLARE PROVENIENTI DALLA “COSTELLAZIONE PROCIONE”.

Ora forse qualcuno può notare delle imprecisioni in questo testo. Né le Pleiadi, ne Alfa Centauri ne Procione sono costellazioni nel senso più comune del termine. Ma nemmeno questa osservazione è esatta, perché il termine costellazione indica semplicemente “un aggregato di più stelle che compongono una figura immaginaria“. In questo senso tutti gli oggetti celesti nominati sopra appartengono a una costellazione ben precisa, di quelle standardizzate dall’Unione Astronomica Internazionale (UAI):

  • Le Pleiadi sono un famoso gruppo di stelle, catalogato tecnicamente come “ammasso aperto”, distante circa 443 anni luce, appartenente alla costellazione del Toro.
  • Alfa Centauri per i più può essere associato ad essere una stella, ma in realtà già dal 1689 è conosciuta come un sistema stellare doppio e dal 1915 è stato scoperto essere addirittura un sistema stellare triplo. È distante appena 4,4 anni luce e appartiene alla costellazione del Centauro.
  • Procione non è esattamente una stella, ma è anch’esso un sistema stellare binario, distante 11,4 anni luce e appartenente alla costellazione del Cane Minore.

Ricordo nuovamente che all’epoca della pubblicazione (1976) di questo bollettino del Centro Studi Fratellanza Cosmica, per la scienza ufficiale non esisteva nessun esopianeta, come non esisteva nessuna forma di vita, ne intelligente ne non, al di fuori del pianeta Terra.
Oggi questa prima “frontiera” dell’esistenza di esopianeti è stata superata da più di 30 anni, e siamo proprio sull’orlo del definitivo superamento anche della seconda “frontiera”, quella del riconoscimento dell’esistenza di civiltà evolute nell’Universo: con questa affermazione intendo meramente un riconoscimento ufficiale da parte dei governi del mondo rispetto all’opinione pubblica.

Riprendiamo in considerazione il dato che solo nella nostra singola galassia, se vogliamo il nostro vicinato stellare rispetto all’intero Universo, esistono secondo recenti studi circa 6 miliardi di pianeti rocciosi (il che significa che ne andrebbero aggiunti come minimo altrettanti pianeti di consistenza gassosa e di altro tipo).
6 000 000 000. Non ci rendiamo conto di questi numeri, sono ordini di grandezza con cui nella nostra vita quotidiana non entriamo in contatto abitualmente e non siamo abituati a gestire.
Per fare un semplice confronto, sei miliardi è stata la quantità di esseri umani in vita sul nostro pianeta verso la fine degli anni ’90 e inizio degli anni 2000.
Questo significa che ad esempio nel 1999 circa per ogni essere umano in vita sul pianeta Terra è stimato esista un intero pianeta roccioso solo all’interno della nostra galassia.

Anche se per un attimo mettessimo da parte oramai più di 80 anni di testimonianze ed esperienze ufologiche avvenute ai giorni nostri in tutto il mondo, senza contare le numerose testimonianze storiche del passato antico, oggi sarebbe solamente una lineare conclusione di un sano ragionamento logico ammettere l’esistenza di altre forme di vita al di là del nostro singolo pianeta; vita intelligente che si sia organizzata in civiltà molto più evolute della nostra, come la nostra, meno evolute della nostra o magari sotto altre forme che al momento non possiamo nemmeno ipotizzare.

Andremo a vedere nel dettaglio nel prossimo articolo come uno dei pianeti più vicini in assoluto al nostro Sistema solare, appartenente proprio al sistema stellare triplo di Alpha Centauri menzionato nel testo sopra riportato e scritto da Eugenio Siragusa nel 1976, non solo oggi si ipotizza possa contenere acqua liquida, ma è uno dei primi 8 pianeti ad avere il più alto indice di similarità terrestre (ESI) tra tutti gli esopianeti conosciuti: cioè tra più di 7300 circa.

Notizie, dati e considerazioni

Andrea Macchiarini

08 novembre 2024

Fonti e riferimenti

Immagine in evidenza:

Copertina del bollettino del Centro Studi Fratellanza Cosmica anno 1976, Archivio Dal Cielo alla Terra di Gubbio.



Immagini:

https://science.nasa.gov/exoplanet-catalog/psr-b125712-c/

https://www.halcyonmaps.com/terrestrial-exoplanets/

Bollettino del Centro Studi Fratellanza Cosmica anno 1976, pagina 8, Archivio Dal Cielo alla Terra di Gubbio.





Bibliografia e siti internet consultati:

https://www.treccani.it/enciclopedia/scienza/

https://www.recensito.net/archivio/41-scienza-co/7371-cos-e-e-come-funziona-la-comunita-scientifica.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_scientifica

https://www.focus.it/cultura/storia/galileo-disse-davvero-eppur-si-muove

Giuseppe Marco Antonio Baretti, The Italian Library (1757), p. 52

https://sci.esa.int/web/exoplanets/-/60654-a-brief-introduction-to-exoplanets

https://en.wikipedia.org/wiki/PSR_B1257%2B12_C

https://www.livescience.com/space/how-many-planets-are-in-the-universe

https://www.media.inaf.it/2020/06/18/via-lattea-6-miliardi-di-pianeti-simili-alla-terra/

https://iopscience.iop.org/article/10.3847/1538-3881/ab88b0

https://newsarchive.berkeley.edu/news/media/releases/2006/01/09_warp.shtml

https://www.etimo.it/?term=costellazione

https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Gv+16%2C+12-13&versioni[]=C.E.I.

Percival, S. M.; Salaris, M.; Groenewegen, M. A. T. (2005). “The distance to the Pleiades. Main sequence fitting in the near infrared”. Astronomy and Astrophysics. 429 (3): 887–894.

Akeson, Rachel; Beichman, Charles; Kervella, Pierre; Fomalont, Edward; Benedict, G. Fritz (20 April 2021). “Precision millimeter astrometry of the α Centauri AB system”. The Astronomical Journal. 162 (1): 14.

van Leeuwen, F. (November 2007), “Validation of the new Hipparcos reduction”, Astronomy and Astrophysics, 474 (2): 653–664.







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