Il più potente brillamento solare, sia dell’attuale ciclo solare 25, sia in scala di potenza rilasciata è stato rilasciato dal Sole nella sua parte a noi nascosta. I rilevatori di raggi X della navicella spaziale europea Solar Orbiter (SolO) hanno registrato un brillamento solare di categoria X14 a partire dalle ore 00:00 UT circa del 23 luglio 2024.
Per potenza di emissione, in base gli archivi dei brillamenti solari passati dal 1996 in poi, questa è stata l’emissione di energia più potente subito dopo quella registrata il 29 ottobre 2003: sono passati più di vent’anni.
E siamo in base alle registrazioni siamo alla posizione numero 7 in classifica in assoluto come potenza di emissione, da quando abbiamo satelliti in orbita in grado di misurarne l’intensità energetica.
Il Solar Orbiter si trovava in orbita più vicino alla parte a noi nascosta del Sole quando è avvenuta l’esplosione: una posizione perfetta per osservare bene il brillamento, altrimenti praticamente quasi invisibile dalla Terra.
Samuel Krucker dell’Università della California a Berkeley, ha dichiarato che “dalla classe GOES stimata (dalle rilevazioni degli strumenti del satellite, n.d.r.), si è trattato del brillamento più grande visto finora“. Krucker è il ricercatore principale di STIX, un telescopio a raggi X equipaggiato dal satellite Solar Orbiter, in grado di rilevare i brillamenti solari e classificarli sulla stessa scala dei satelliti GOES della NOAA. “Altri grandi brillamenti che abbiamo rilevato recentemente risalgono al 20 maggio 2024 (X12) e al 17 luglio 2023 (X10). Tutti questi sono avvenuti sulla parte posteriore del Sole.“
Invece prendendo in considerazione il lato del Sole rivolto verso il nostro pianeta Terra, il brillamento più grande finora ha registrato è stato di classe X8.9, avvenuto il 14 maggio 2024. Il Solar Orbiter ha rilevato almeno tre esplosioni più grandi sul lato lontano, il che significa che il nostro pianeta ha schivato diverse violente emissioni di energia, scagliate dal Sole verso lo spazio interplanetario ed esterno.
Il brillamento solare X14 avvenuto dal lato lontano è stato davvero un evento importante. Ha scagliato un’enorme espulsione di massa coronale nello spazio, mostrato nella seguente sequenza di immagini coronografiche dell’Osservatorio Solare ed Eliosferico (SOHO) della NASA:
Questa eruzione solare così potente ha emesso particelle energetiche in tutto il Sistema solare.
La Terra stessa è stata colpita da protoni molto carichi energeticamente (con un’energia maggiore di 100 MeV, megaelettronvolt), nonostante fosse sul lato opposto del Sole rispetto all’emissione.
“Questo è un grande evento a 360 gradi“, dice George Ho del Southwest Research Institute, ricercatore principale per uno dei rivelatori di particelle energetiche a bordo del Solar Orbiter (SolO). “Ha causato anche la ricezione di un alto dosaggio a Marte“.
SolO era esattamente lungo la traiettoria dell’espulsione di massa solare e il 24 luglio ha subito un colpo diretto. Nel giro di pochi minuti, il conteggio delle particelle è saltato quasi mille volte mentre la sonda era costellata da una tempesta di ioni carichi energeticamente ed elettroni.
“Questo è qualcosa che chiamiamo un evento ‘tempesta di particelle energetiche’ (ESP), (Energetic Storm Particle n.d.r.)”, spiega Ho. “È quando le particelle sono localmente accelerate lungo il fronte d’urto dell’espulsione di massa coronale [con energie superiori a una tipica tempesta di radiazioni solari]. Un evento ESP coinvolse la Terra nel marzo 1989 e ha causato il Grande Blackout del Quebec“.
Questo evento già accaduto nel Quebec è quello che sarebbe potuto accadere se il plasma solare proveniente dal Sole di questo brillamento X14 avesse colpito il nostro pianeta Terra.
Alcuni degli effetti accaduti nel marzo 1989 in Canada sono stati accennati e documentati nella parte conclusiva di questo articolo.
La regione superficiale di provenienza di questa esplosione, che ancora non possiamo vedere con chiarezza, cambierà posizione grazie al naturale moto di rotazione della superficie di plasma del Sole e sarà posizionata verso il nostro pianeta in un intervallo di tempo che va da una settimana fino a circa 10 giorni da oggi.
Notizie e dati raccolti da
Andrea Macchiarini
27 Luglio 2024
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