Appunti di un giovane studente:
Tra i popoli autoctoni più antichi e più numerosi dell’America Latina ci sono gli indios Yanomami situati tra il Venezuela e il Brasile. Urihi, la terra che Dio ha dato agli Yanomami per viverci generazione dopo generazione è la foresta degli esseri umani. Ma può anche essere il nome dell’intero mondo: “urihi a pree“, la grande terra-foresta. La terra per gli Yanomami non è un semplice scenario inerte, sottomesso alla volontà degli esseri umani; è al contrario un‘entità viva, animata dal soffio “wixia“, il principio immateriale della fertilità.
Grandi osservatori della natura
Gli Yanomami dipendono da un’ampia varietà di piante della foresta per molti aspetti della vita quotidiana. Le piante selvatiche commestibili, ad esempio, sono utilizzate regolarmente per integrare quelle coltivate negli orti, e diventano particolarmente importanti quando gli Yanomami viaggiano lontano dai loro villaggi. Il legno della foresta è usato per costruire case, utensili e armi, ma anche come combustibile e per molti altri scopi. Varie specie fibrose sono utilizzate per realizzare corde e fasce, per intrecciare cesti e amache temporanee. Mentre da molte altre ricavano tinture, veleni, medicine, pitture per il corpo, tetti, profumi, droghe allucinogene e così via. Effettivamente, a parte i prodotti degli orti, il cotone, la selvaggina, i pesci e, attualmente, qualche manufatto esterno come tegami e coltelli, virtualmente ogni cosa che gli Yanomami utilizzano proviene dalle piante della foresta.
La concezione che gli Yanomami hanno della malattia e delle sue cause non è la stessa della medicina occidentale; per questa ragione, in alcuni casi è molto difficile capire esattamente a cosa servono alcuni medicinali. Tuttavia, la maggior parte dei disturbi comuni sofferti dagli Yanomami ha cure specifiche derivate dalle piante. Esiste un’ampia gamma di specie impiegate, per esempio, per curare febbre, mal di stomaco, dolori muscolari, diarrea, disturbi respiratori e congiuntiviti. Altre sono usate contro il mal di denti, il morso di serpente, problemi alla pelle, infezioni e vermi.
Un esempio della conoscenza che gli Yanomami hanno dell’ecologia della foresta
Questa parte del loro sapere è fondamentale per i cacciatori e per tutte le attività di raccolta. Per esempio, sanno quali sono gli alberi che, una volta caduti e in fase di decomposizione, ospitano larve d’insetto commestibili (a volte gli Yanomami li fanno cadere deliberatamente a questo scopo). Conoscono le specie che nutrono la popolazione dei bruchi commestibili in certi periodi dell’anno, e quali sono i fiori preferiti dalle numerose specie di api da miele selvatico che loro riconoscono. Tuttavia, non è solo una conoscenza utilitarista: gli Yanomami sono grandi osservatori della natura e nel corso di tutta la vita continuano ad accumulare conoscenze sulle complesse relazioni tra piante e animali, sulla base delle proprie esperienze dirette.
Gli insegnamenti di Yanomami per noi sul vivere in equilibrio con la natura
Non c’è dubbio che l’impatto che gli Yanomami hanno sull’ambiente circostante è sostenibile solamente perché è parte di un sistema instaurato da molto tempo e sviluppato in modo tale da impedire loro di rimanere a corto di risorse. Quando gli animali scarseggiano, spesso la comunità si sposta, abbandona le radure create attorno al villaggio per ritornarvi solo quando la foresta ha iniziato a ristabilirsi. Usano il veleno per catturare i pesci nei fiumi, riducono la popolazione dei mammiferi, abbattono alberi e a volte spogliano interi palmeti per ricoprire i tetti delle loro case, ma quel che conta è che prendono dalla foresta solo quanto occorre per sopravvivere. E lo fanno in modo ponderato, basandosi su un’approfondita comprensione di quello che la foresta può o non può dare.
Questa è, a mio parere, la differenza fondamentale, ed è qualcosa da cui abbiamo da imparare. È questa consapevolezza, unita al fatto che l’ambiente e la terra sono così tanto radicati nella loro cultura materiale e spirituale che l’idea di distruggerli risulta per loro totalmente ripugnante. In generale ogni problema di salute ha le sue cure, ad eccezione di alcune malattie infettive introdotte dall’esterno, di cui gli Yanomami hanno un’esperienza limitata. Portate al collo in piccoli sacchetti o come collane, alcune piante sono utilizzate per propiziare la caccia di animali particolari o per garantire forza e resistenza. Altre hanno un ruolo magico, e sono usate per causare sterilità, pruriti, malattie o addirittura la morte dei nemici. Quando mi portavano dei campioni da identificare, spesso mi raccomandavano di essere particolarmente cauto nel maneggiare queste piante.