I Tarahumara “Rarámuri”
Pubblicato il 12 Giugno 2024
Pubblicato il 12 Giugno 2024

Appunti di un giovane studente:

La comunità Coloradas de la Virgen è una delle comunità indigene ubicate nella sierra Tarahumara e conta 850 indigeni Rarámuri, un numero che va riducendosi di anno in  anno a causa degli alti indici di mortalità e dello sfollamento dovuti alla violenza nella regione. I Rarámuri sono conosciuti per la loro qualità di corridori: sanno percorrere di corsa lunghe distanze con una forza e una resistenza anche superiore a quella dei più allenati runner del mondo.

La Sierra Madre Occidental

La Sierra Madre Occidental, chiamata anche Sierra Tarahumara, è una catena montuosa del Messico occidentale e dell’estremo sudovest degli Stati Uniti. Fa parte della Catena Costiera Pacifica.
Si estende per oltre 1500 km dall’Arizona sudorientale (a sud e a est di Tucson) in direzione sud-est verso lo Stato messicano di Sonora, e poi verso occidente attraversando gli Stati di Chihuahua, Durango, Zacatecas, Aguascalientes fino al Guanajuato, dove si congiunge alla Sierra Madre Oriental e alla cintura vulcanica dell’America centrale.

Maria Lorena Ramirez

Il mondo della corsa a piedi è davvero un immenso universo in cui possono convivere la tecnologia più avanzata e l’assoluto naturale. Nel primo caso l’esempio più accecante è stato senza dubbio il tentativo di Eliud Kipchoge, sponsorizzato dalla Nike, il noto brand sportivo americano, di correre la maratona sotto le 2 ore su di un mini circuito di 2400 metri ricavato dentro l’autodromo della Formula Uno di Monza. Nel secondo caso l’esempio più recente è quella di un’atleta messicana pressoché sconosciuta: Maria Lorena Ramirez facente parte della leggendaria tribu’ dei “Tarahumara”, o “Raramuri” che ha vinto a Puebla l’Ultra Trail Cerro Rojo in 7 ore e 3 minuti ricevendo un compenso di 6000 pesos, circa 300 euro. Maria Lorena non ha certo corso con l’equipaggiamento di un atleta professionista. Gonnellino, fazzoletto al collo, ai piedi due sandali rudimentali con suola di gomma (huarache).

 

Piedi leggeri

C’entra eccome. Questa tribù messicana vive da generazioni in insediamenti situati a grande distanza tra loro. Questi insediamenti sono collegati da una rete di stretti sentieri lungo i canyon attraverso i quali i Tarahumara si spostano per comunicare, trasportare merce e cacciare.

Correndo. Ogni giorno. A tutte le età. A piedi nudi. Senza infortunarsi.

I Tarahumara sono, infatti, dei corridori da endurance incredibili. Arrivano senza difficoltà a distanze superiori ai 300 km in una sola sessione, in due giorni, attraverso sentieri impervi. In questa tribù bambini, uomini e donne di ogni età corrono, e persino i più anziani hanno prestazioni che farebbero invidia al più allenato runner.

Com’è possibile che non subiscano traumi?

I Tarahumara bevono come spugne, la loro dieta è a base di una specie di poltiglia di mais, vivono in perpetua pace e tranquillità e corrono diverse maratone una volta superati i 60 anni. È come se le statistiche fossero state inserite nelle colonne sbagliate. Non dovremmo essere noi, quelli che corrono con scarpe da corsa così avanzate da avere microchips che controllano l’ammortizzazione, ad avere le probabilità di infortunio pari a zero, e i Tarahumara, che corrono molto di più, su terreni molto più impervi, indossando un sottilissimo sandalo di pelle, essere costantemente “rotti”?

Come natura vuole

Una delle ragioni per cui i Tarahumara macinano così tanti chilometri con i loro piedi è perché non li “coccolano” affatto, come invece facciamo noi.

Siamo talmente abituati fin dall’infanzia ad indossare scarpe protettive e ammortizzate che ormai la nostra postura è trascurata e le nostre gambe sono talmente rigide e poco reattive, se paragonate a quelle di popolazioni “naturali” come quella messicana, che siamo costretti a far affidamento su l’ammortizzazione in materiale plastico della suola per assorbire lo shock dato dalla corsa.

La corsa è un’abilità innata eppure, nel corso della vita diventiamo sempre più “umani da zoo” e ci abituiamo a pratiche di corsa, paradossalmente, contro natura. I Tarahumara, al contrario, non hanno mai perso la loro forma di corsa naturale.

Articolo a cura di Fercoli (13 anni)

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