Ricollegandoci all’articolo pubblicato in precedenza in cui è stata descritta cosa sia l’eliosfera e come tutti i pianeti e gli oggetti del sistema solare ne siano inglobati, andremo ora ad approfondire cosa accade su scala interstellare alla nostra stella e al sistema planetario di cui facciamo parte.
Per prima cosa è importante sapere che in base alle osservazioni degli astronomi abbiamo scoperto che il Sole è in orbita attorno al centro della galassia a cui apparteniamo, la Via Lattea.
In questo suo movimento orbitale la nostra stella si porta dietro con sé, letteralmente, tutti i pianeti, gli asteroidi, le comete e altri oggetti del sistema solare, facenti parte dell’eliosfera.
Dove siamo ?
Secondo la scienza attuale, il nostro Sole è una delle circa 100 miliardi di stelle che compongono la nostra galassia. Questo numero è solo una approssimazione più possibile vicina alla realtà, dato che è difficile conteggiare le stelle di piccola massa e vedere bene i confini del nostro disco galattico: in base alle osservazioni degli astronomi, ad oggi la stima del numero delle stelle che compongono la struttura cosmica a cui apparteniamo, che è stata chiamata Via Lattea, varia da cento fino a quattrocento miliardi di stelle.
Via Lattea (Milky Way): come mai la nostra galassia ha questo nome così particolare?
Beh, la risposta è molto semplice, ma al tempo stesso si collega a come oggi abbiamo perso il contatto con il creato, con l’universo. E’ paradossale affermare questo, in un’epoca in cui l’umanità ha inviato in orbita potenti telescopi spaziali, ma è proprio così: in una notte serena e senza Luna, se chiunque di noi uscisse di casa e alzasse gli occhi verso il cielo, riuscirebbe a vedere molte stelle di meno rispetto a ciò che avrebbero visto i nostri antenati.
Questo perché tutte le luci artificiali prodotte ad esempio dall’illuminazione pubblica, dalle abitazioni, dai veicoli, dei centri abitati e soprattutto delle grandi città si diffonde nell’atmosfera sovrastando e alterando la luce naturale che proviene dallo spazio: l’inquinamento luminoso.
Quindi noi oggi vediamo le meraviglie dell’universo tramite immagini e fotografie su computer, smartphone, tablet e televisioni, ma stiamo pian piano perdendo completamente il contatto diretto con il cielo stellato; o meglio anche se volessimo questo contatto ci è in parte precluso, perché dovremmo andare lontano dai centri abitati per trovare un cielo da cui si possano apprezzare a occhi nudi le bellezze del firmamento.
Il nome della nostra galassia trae origine dall’enorme numero di stelle presente in cielo in corrispondenza del piano galattico; vedendo quest’ultimo di profilo, dato che noi ne siamo inglobati all’interno, ha fatto sì che i nostri antenati associassero la sua luminosità al colore bianco del latte: da qui Via Lattea, cioè una striscia luminosa bianca come il latte.
Infatti la parola galassia oggi diffusa a livello globale e scientifico deriva dal greco galaxìas, che significa letteralmente “di latte, latteo“.
Un viaggio interstellare a bordo della “nave spaziale” chiamata sistema solare
La velocità media stimata dai ricercatori della NASA del Sole lungo la sua orbita attorno al centro galattico è di 828.000 km/h (~230Km al secondo); per completare un giro la nostra stella impiegherebbe circa 230 milioni di anni: un orbita completa è stata chiamata anno galattico.
Dato che tutti gli oggetti legati gravitazionalmente al Sole orbitano attorno ad esso ognuno in maniera diversa, guardando questa animazione possiamo comprenderne l’armonia e al tempo stesso la complessità dei moti orbitali degli oggetti del sistema solare; ciò che li lega insieme e che rende possibile questa danza di orbite è la forza di gravità.
Nel 2013 è stata realizzata, da parte di alcuni ricercatori appartenenti all’agenzia statunitense NASA, una riunione multimediale di discussione e presentazione dei dati raccolti dalla missione spaziale IBEX. Questa missione, ad oggi ancora operativa, consiste nel lancio di un satellite con il compito di raccogliere informazioni sul confine esterno interstellare del sistema solare.
In base alla raccolta di tre anni di dati è stato scoperto che l’orbita del Sole attorno al centro galattico fa assumere all’eliosfera una forma simile ad una enorme cometa: l’equilibrio variabile tra la spinta verso l’esterno del vento solare e la pressione verso l’interno dei gas interstellari fa sì che si formi una struttura simile a una coda, composta da particelle.
Le condizioni necessarie per formare la nostra eliosfera, vale a dire l’equilibrio tra il vento stellare che spinge verso l’esterno e la compressione verso l’interno del gas interstellare circostante, sono così comuni che forse la maggior parte delle stelle ha strutture analoghe: le astrosfere.
Il moto orbitale rispetto al centro galattico del nostro sistema solare è tale da far attraversare a tutti noi zone di spazio interstellare praticamente mai attraversate prima.
La traiettoria esatta del Sole lungo questo movimento è influenzata soprattutto dalle masse gravitazionali degli oggetti che gli sono vicini: ora in questo articolo abbiamo preso in considerazione solo i movimenti della nostra stella, ma non dobbiamo dimenticarci che tutto quello che a noi sembra perfettamente immobile ha in realtà un suo moto e una sua velocità propria, lungo una traiettoria orbitale anch’essa propria, unica per ogni oggetto celeste.
L’apparente immobilità degli oggetti nel firmamento è data dal nostro relativo punto di vista umano. In altre parole la durata della nostra vita media rispetto alle scale temporali cosmiche è quasi insignificante.
Ad esempio, facendo una semplice proporzione matematica, gli 80 anni della durata media di una vita umana terrestre in un paese benestante del nostro pianeta, equivarrebbero a circa 10,9 secondi galattici.
Se per pura ipotesi potessimo accelerare improvvisamente il tempo, vedremmo che ogni singolo puntino luminoso nel cielo stellato inizierebbe a muoversi in maniera unica e autonoma, ma sempre e comunque secondo gli equilibri dettati dalle forze gravitazionali.
Andrea Macchiarini
10 marzo 2024
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