Soros: il “burattinaio” del Parlamento Europeo
Pubblicato il 22 Dicembre 2022
Pubblicato il 22 Dicembre 2022

Nel 2016, il giorno dopo il referendum sulla Brexit, Soros è stato ricevuto con tutti gli onori al Parlamento Europeo dove ha predetto disastri per tutti in Europa e ha proposto che il fondo salva-Stati venisse messo in mano al Parlamento Europeo senza consultare prima gli Stati membri. Ovviamente questo non è successo, ma non si capisce a che titolo questo personaggio si arroghi il diritto di persuadere così liberamente i membri di un’istituzione sovranazionale.

Ci può aiutare a capirlo quanto emerge da un’intervista rilasciata al giornalista Bastien Lejeune da Grégor Puppinck, avvocato francese direttore del Centro Europeo per la Legge e Giustizia.

Puppinck elenca dati e numeri che attestano come la Corte penale internazionale,tribunale con sede all’Aia, solo nel 2017 abbia ricevuto la bellezza di 115.000 dollari dalla Open Society. E cosa dire del Consiglio d’Europa? Sembra che la Open Society di George Soros e la Microsoft di Bill Gates siano i suoi due maggiori donatori privati, avendo concesso sovvenzioni per 1.400.000 euro tra il 2004 e il 2013 e quasi 690.000 euro tra il 2006 e il 2014.

In Europa la OSF finanzia massicciamente diverse organizzazioni che si occupano di favorire l’accoglienza dei migranti, della difesa dei rifugiati e della promozione dei diritti delle minoranze. Alcune delle suddette organizzazioni operano anche come veri centri di influenza politica cercando di spingere le istituzioni europee e nazionali ad apportare modifiche alle proprie agende programmatiche verso un’apertura “umanitaria” a proposito del flusso migratorio.

Secondo il politico e scrittore francese Philippe de Villiers, Soros è completamente infiltrato nel Parlamento europeo, tanto che il suo soprannome a Bruxelles è “il burattinaio” e ancora afferma: “Soros è un lobbista di notevole potere: la sua facilità di penetrazione negli organismi europei è dovuta al fatto che sono gli interessi privati globalizzati a governare l’Europa.

Le grandi organizzazioni internazionali e le speculazioni di Soros

Le grandi organizzazioni internazionali sono obiettivi primari per coloro che vogliono esercitare un’influenza politica globale, perché queste hanno un potere considerevole, ma risorse finanziarie al di sotto delle loro ambizioni.

Queste organizzazioni sono vulnerabili ai “filantropi miliardari” che cercano di esercitare un’influenza politica globale per interessi particolari, cioè i loro, senza ricorrere a meccanismi e controlli democratici.

Così dichiara Soros nel 2000 ad una giornalista di Sky americana: “Sono certo che le mie attività speculative hanno avuto delle conseguenze negative, ma questo fatto non entra nel mio pensiero. Non può. Se io mi astenessi da determinate azioni a causa di dubbi morali, allora cesserei di essere un efficace speculatore. Non ho neanche l’ombra di un rimorso perché ho fatto un profitto dalle speculazioni. L’ho fatto semplicemente per far soldi.”

Molti sono stati negli anni i seguaci politici di Soros: Tony Blair, Bill Clinton, François Mitterrand, Jacques Attali, Gerhard Schröder, Christine Lagarde, François Hollande, Romano Prodi, Julya Tymoshenko, Victoria Nuland, Giuseppe Conte, Vittorio Colao e i Benetton.

L’illuminato magnate negli anni non ha lesinato spietate azioni speculative su tutti i mercati finanziari mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo, mandando in bancarotta diversi paesi e traendo profitto dalla loro scomparsa con calcolata e fredda determinazione.

Soros: l’attacco speculativo all’Italia e la svalutazione della Lira

Neppure il nostro paese ne è sfuggito. Le strade di George Soros e dell’Italia si sono incrociate in maniera tragica il “Mercoledì Nero” del 16 settembre 1992.

Quel giorno il ‘filosofo fallito’, come lui stesso ama definirsi con ironia, sferra un attacco speculativo sulla Lira e sulla Sterlina inglese che costringe la Banca d’Italia a sacrificare inutilmente riserve valutarie per 48 miliardi di dollari. Come conseguenza la Lira riporta una perdita di valore del 30% e viene fatta uscire dal Sistema Monetario Europeo (SME).

Questo evento fu estremamente significativo per le ripercussioni che ebbe sui cittadini italiani. Nel 1992 il Governo per rientrare nello Sme fu obbligato ad una delle più pesanti manovre finanziarie della sua storia, circa 93 mila miliardi di lire, al cui interno, tra le tante misure, fece per la prima volta la sua comparsa l’imposta sulla casa (Ici), oggi divenuta Imu.

Soltanto cinque mesi prima il presidente del consiglio di allora, Giuliano Amato, proprio a causa della difficile situazione economica del nostro Paese, era stato obbligato a dare il via libera al prelievo forzoso del 6/1000 su tutti i depositi bancari degli italiani.  

La svalutazione della Lira favorì la dismissione e svendita a prezzi irrisori delle partecipazioni statali in capo all’IRI, in quanto non c’erano più soldi per difendere la cosiddetta italianità di quelle imprese e così le banche d’affari estere poterono rilevarle per un boccone di pane. 

Nel 1996, veniva avviata dalla Guardia di Finanza un’inchiesta sui fatti del ‘92, per constatare se influenti italiani avessero operato illegalmente dietro banche e speculatori ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira: l’inchiesta veniva bloccata da poteri riconducibili al Csm. Secondo il settimanale Il Mondo tra i nomi c’erano quelli di Romano Prodi, Enrico Cuccia (ex Bankitalia e Mediobanca), Guido Rossi (Calciopoli), Luciano Benetton e altri indicibili poteri forti dell’epoca.

“L’attacco speculativo contro la lira fu una legittima operazione finanziaria.[…] Mi ero basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere.

Nessun segreto, nessuna soffiata nei salotti dell’alta finanza, solo una lucida, ma spietata, comprensione della realtà che Soros sintetizza con una formula efficace: Gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie.

La filantropia di Soros in Italia

L’attività in Italia del finanziere è storia degli ultimi 30 anni. La chiamano filantropia, in realtà è politica attiva. Da un’indagine di Adnkronos tra il 2017 e il 2018 la fondazione del filantropo statunitense ha finanziato 70 progetti: 32 nel 2017, per un totale di 4.140.318 dollari e 38 nel 2018, per 4.387.630 dollari.

Basta scorrere la lista pubblicata dall’Adnkronos per capire che la scelta delle sigle a cui la Open Society Foundations decide di versare vagonate di euro è certamente ben mirata: tra i beneficiari troviamo movimenti politici come i Radicali Italiani (Soros stesso si è iscritto al suddetto partito su invito di Marco Pannella, mentre Emma Bonino per lunghi anni è stata l’unica europea a sedere nel Global Board dell’OSF, il consiglio di amministrazione dell’OSF), l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), organizzazioni internazionali come Purpose Europe Limited, che opera in Italia per promuovere una maggiore accoglienza e l’Istituto Affari Internazionali.

L’attenzione alla politica e al dibattito pubblico in Italia è confermata anche dai 25 mila dollari concessi nel 2017 all‘Università di Urbino per un progetto riguardante la “mappatura dell’informazione politica sui media italiani” in vista delle elezioni politiche del 2018 e i 24.828 dollari concessi al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia per un workshop dedicato ai social media e alla comunicazione politica.

Nelle iniziative promosse dalla fondazione di Soros c’è anche il sostegno alle comunità Rom, il cui punto di riferimento è l’Associazione 21 luglio, che tra il 2017 e il 2018 ha ricevuto due sovvenzioni per un totale di 170.144 dollari.

Altri campi di azione finanziati dalla Open Society Foundations in Italia spaziano dalle iniziative ambientaliste, alla difesa dei diritti umani, all’assistenza sanitaria ai migranti fuori dai circuiti ufficiali di accoglienza, al monitoraggio dell’industria degli armamenti.

Ricordiamo poi che tra il 2013 e il 2014, come ha rivelato DC Leaks, in vista delle elezioni europee Soros ha elargito ben 100.000 dollari all’Arcigay, nel contesto del progetto “LGBT Mob-Watch Italy-Europe 2014”.

In definitiva il piano di Soros è quello di aiutare il vecchio continente a completare la sua transizione verso una «società aperta», informe, omologata, senza cultura, né identità. Una società tollerante, nella quale tutto è oggetto di contrattazione tra individui, senza limiti né interferenze da parte di alcuna autorità morale.

Una società senza valori, né relazioni stabili, nella quale tutto è in vendita e tutto è possibile per legittimare la creazione di un nuovo ordine economico e sociale del quale la maggioranza della popolazione sembra avere ancora una percezione troppo scarsa o addirittura inesistente.

Loredana

(immagine in evidenza The Hemicycle of the European Parliament in Strasbourg during a plenary session in 2014 di Diliff tratta da it.wikipedia.org)

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