Klaus Schwab e il Great Reset
Pubblicato il 19 Ottobre 2022
Pubblicato il 19 Ottobre 2022

A Davos, cittadina delle Alpi svizzere del Cantone dei Grigioni, la terza settimana di gennaio si tiene abitualmente il meeting annuale del World Economic Forum, l’organizzazione no profit svizzera che comprende e rappresenta l’élite imprenditoriale e politica del mondo.

Tra gli invitati al Forum possiamo trovare leader politici, delegati delle principali compagnie internazionali, banchieri, rappresentanti delle grandi case farmaceutiche, reali e vip del mondo dello spettacolo e del cinema. Per cinque giorni è impossibile muoversi in questa cittadina senza essere controllati da un corpo permanente di cecchini dell’esercito svizzero, molti dei quali appostati sui tetti che si affacciano sulle sedi delle conferenze e sugli hotel.

Influente CEO del World Economic Forum è Klaus Schwab, un personaggio diventato molto famoso negli ultimi anni nel ruolo di fautore del Grande Reset, progetto del Forum per riformare la civiltà globale a beneficio delle élite e dei loro alleati attraverso un cambiamento che ha in programma di stravolgere il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo gli uni con gli altri.

Ma chi è Klaus Schwab?

Come molti protagonisti delle agende sponsorizzate dall’élite globalista, le pagine online che parlano di Klaus Schwab sono state opportunamente ripulite, rendendo difficile trovare informazioni sulla sua storia e quella della sua famiglia, tuttavia un’interessante indagine di Unlimited Hangout del 2021 mette in luce il coinvolgimento della famiglia Schwab non solo nelle ricerche dei nazisti sulla bomba atomica, ma anche nell’illegale programma nucleare in Sud Africa durante gli anni dell’apartheid.

Il padre di Klaus, Eugen Schwab, fu direttore di filiale a Ravensburg, in Germania, della società industriale svizzera Escher Wyss, un’azienda di ingegneria svizzera supportata dai nazisti. La Escher Wyss, di proprietà di una delle più illustri famiglie zurighesi tristemente coinvolta nella tratta degli schiavi, sostenne il programma nucleare nazista attraverso la produzione di acque pesanti. Anni dopo, il giovane Klaus Schwab si siederà nel consiglio d’amministrazione della stessa compagnia, quando questa fornirà al regime razzista dell’apartheid in Sud Africa le attrezzature necessarie per diventare una potenza nucleare.

Tra il 1958 e il 1962 Klaus Schwab inizia a lavorare presso diverse aziende di ingegneria e nel 1962 completa i suoi studi di ingegneria meccanica presso il Politecnico Federale di Zurigo. Nel 1967 Schwab consegue un dottorato in economia presso l’Università di Friburgo e un master in amministrazione pubblica presso la John F. Kennedy School of Government di Harvard, negli Stati Uniti, dove è istruito da Henry Kissinger, una delle figure che maggiormente influenzeranno il suo pensiero. Quello stesso anno Klaus entra alla Escher-Wyss, nel momento in cui il coinvolgimento della società negli aspetti più oscuri della corsa globale alle armi nucleari diventa più pronunciato. Prima che Klaus venisse coinvolto, la Escher-Wyss si era spesso concentrata nel progettare e costruire parti per usi civili della tecnologia nucleare: con l’arrivo del signor Schwab arrivò anche la partecipazione dell’azienda alla proliferazione illegale della tecnologia delle armi nucleari.

Klaus Schwab al
World Economic Forum Annual Meeting del 2011
(fonte flickr.com)

Grazie a un rapporto condotto dalle autorità svizzere e alle ricerche di Peter Hug, è venuto alla luce che la Sulzer Escher-Wyss aveva iniziato a procurare e costruire segretamente parti chiave per le armi nucleari durante gli anni ’60. Quando Klaus Schwab si sedette nel suo consiglio di amministrazione, l’azienda iniziò a giocare un ruolo chiave nello sviluppo del programma illegale di armi nucleari del Sudafrica, proprio durante gli anni più bui del regime dell’apartheid. Klaus Schwab fu una figura di spicco nella fondazione di una cultura aziendale che aiutò Pretoria a costruire sei armi nucleari. Peter Hug, nel suo rapporto, ha evidenziato come la Sulzer Escher Wyss, indicata dopo la fusione solo come Sulzer, abbia fornito componenti vitali al governo sudafricano e ha trovato le prove del ruolo della Germania nel sostenere il regime razzista, rivelando anche che il governo svizzero “era a conoscenza di accordi illegali, ma li ha tollerati in silenzio, sostenendo alcuni di essi attivamente o criticandoli solo a metà”.

Alla luce di fatti così importanti risulta davvero molto difficile poter vedere in Klaus Schwab un portavoce sincero e autentico dell’agenda espressa dal World Economic Forum, che tra i suoi obiettivi principali afferma proprio quello della non-proliferazione nucleare e dell’energia nucleare pulita.

Nel 1970, dopo aver lasciato la Escher Wyss, Schwab scrive alla Commissione Europea chiedendo aiuto per la creazione di un «think-tank non commerciale per i leader aziendali europei», così nel 1971 ha luogo la prima riunione, a Davos, del World Economic Forum, allora chiamato European Management Symposium.

Anche la storia ufficiale del Forum Economico Mondiale è stata fabbricata per far apparire che la sua organizzazione sia stata una creazione strettamente europea, tuttavia a ben guardare le cose non stanno esattamente così. Ricostruendo le vicende del summit scopriamo che a supportare Klaus Schwab nella creazione dell’organizzazione globalista che conosciamo fu un team politico americano d’élite che l’ha aiutato lavorando nell’ombra.

Klaus Schwab, come dicevamo, era ad Harvard negli anni ’60 e lì ha conosciuto Henry Kissinger, l’uomo con cui avrebbe stretto un’amicizia decisiva per tutta la sua vita. 

Il famoso e spregiudicato ex segretario di stato degli Stati Uniti all’epoca era il direttore esecutivo del seminario internazionale che Schwab ha frequentato e che menziona spesso quando ricorda il suo periodo trascorso ad Harvard. Il coinvolgimento della CIA nel finanziamento del seminario internazionale di Kissinger fu un fatto reso noto in un rapporto di Humphrey Doermann, assistente di Franklin L. Ford, preside della Facoltà di Arti e Scienze, solo nel 1967, l’anno in cui Schwab si è laureato, per questo motivo la connessione è passata in gran parte inosservata, almeno fino ad oggi. Questo seminario, finanziato dalla CIA, avrebbe introdotto Schwab a illustri politici americani, i quali lo avrebbero poi aiutato a creare quello che sarebbe diventato il più potente istituto europeo di politica pubblica, appunto il World Economic Forum.

John Kenneth Galbraith e Herman Kahn

Questo selezionato gruppo di uomini cercava attivamente di influenzare la politica pubblica europea con ogni metodo, compreso l’uso della paura dell’imminente rovina nucleare. Il potenziale di Schwab verrà immediatamente riconosciuto, tanto che al suo fianco e per tutta la durata della fondazione del Forum Economico Mondiale, troveremo, oltre Kissinger, altri due uomini molto importanti, John Kenneth Galbraith e Herman Kahn (il personaggio del dottor Stranamore è in parte ispirato alle sue teorie), personalità estremamente autorevoli nel contesto dell’epoca, che conferiscono piena credibilità all’intero progetto. Un filo di importanza notevole lega questi uomini tra il 1966, data della creazione del pannello di 22 consiglieri guidato da Kissinger per aiutare a “plasmare la politica europea” e la fondazione del World Economic Forum: tutti erano membri del Council on Foreign Relations, il think tank statunitense specializzato in politica estera e affari internazionali. 

Prima degli anni ‘60 questi tre intellettuali americani erano stati profondamente coinvolti nel cercare di capire i problemi dell’Europa del dopoguerra e nel tracciare il futuro del continente devastato dalla guerra stessa. Per Galbraith e Kissinger, come per l’esteso establishment politico americano, l’Europa era la principale minaccia non solo alla stabilità globale, ma anche all’egemonia americana in generale. La relativa stabilità in Europa durante il dopoguerra era percepita come dovuta allo stallo termonucleare e fin dall’inizio Kissinger manipolò la situazione a vantaggio della supremazia americana.

Nello stesso periodo Herman Kahn, figura di spicco della pianificazione strategica termonucleare, offrì a Kissinger qualcosa che tutti i politici e i responsabili politici desiderano, la capacità di prevedere gli eventi futuri con relativa accuratezza. Kahn era un vero e proprio profeta dei progressi tecnologici di un futuro non così lontano e il suo lavoro ha resistito molto bene alla prova del tempo. La visione del futuro di Henry Kissinger non era però quella di una società libera ed equa, che avanza verso un “coraggioso nuovo mondo”. Anche se cercava di ribattezzarsi come vero statista, Kissinger continuava a sovvertire non solo i processi democratici stranieri, ma anche a compromettere il sistema americano a beneficio dell’agenda globalista. Quando Schwab fu riconosciuto da Kissinger come un potenziale futuro leader globalista, il giovane tedesco fu presto presentato a Galbraith e Kahn. Questo coincideva con il lavoro di Kahn e la necessità di formare specificamente individui con potenziale di leadership.

Nell’anno in cui Klaus Schwab lasciò Harvard, fu avvicinato da Peter Schmidheiny, che aveva appena venduto Escher Wyss al gruppo Sulzer. Klaus Schwab era appena uscito dalla sfera d’influenza di alcuni dei più importanti esperti di guerra termonucleare e, nello stesso anno in cui aveva lasciato Harvard, avrebbe diretto la fusione di una società che si occupava della propagazione della tecnologia della bomba termonucleare destinata a regimi dispotici.

Per Schwab non era facile spiegare da solo alle élite europee ciò che intendeva fare, per questo motivo porta con sé in Europa Kahn e Galbraith, così da convincere altri importanti attori a far parte del progetto. Se la gente ti percepisce come un cattivo onnipotente, potresti non ottenere il sostegno dell’uomo comune, ma otterrai l’attenzione di coloro che cercano potere e ricchezza, o, come li chiamerebbe Klaus Schwab, gli “stakeholder” della società. La proiezione di estrema ricchezza e potere attirerà e porterà gli “stakeholders” al tavolo del World Economic Forum.

Con questi “stakeholder” a bordo si realizzerà il trasferimento del potere lontano dai veri processi democratici, verso un sistema di governo gestito da un piccolo gruppo dirigente preselezionato che sarà addestrato a continuare l’agenda stabilita per loro a partire dalla generazione precedente, come predetto da Herman Kahn. Loro avranno tutte le carte in mano mentre alla gente comune resteranno solo processi pseudo-democratici illusori, povertà, e continue assurde operazioni psicologiche per distrarre tutti noi costantemente.

Loredana

(immagine in evidenza di rawpixel.com on Freepik.com)

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