DAL CIELO ALLA TERRA
HO SCRITTO IL 21 DICEMBRE 2021:
LA PENNA DI LUIGI BENEDETTI E IL VERBO DELLA VOCE DI MARCO MARSILI SONO UNA DELLE TANTE PROVE DI VERITÀ CHE QUESTI GIOVANI INIZIATI RAPPRESENTANO LA CERTEZZA DI UN MONDO MIGLIORE. QUEI GIOVANI CHE EUGENIO E ADONIESIS SPERAVANO DIVENISSERO I VIRGULTI DELLA NUOVA ERA. ECCOLI, MENTRE LORO SI AVVIANO VERSO L’ALBA DEL SOLE CRISTICO, IO MI INCAMMINO VERSO IL TRAMONTO SOLARE DI ADONAY, ETERNO IMMUTABILE DIO DEGLI DEI.
LEGGIAMO IL RACCONTO DEI GIOVANI GIOVANNEI.
IN FEDE VOSTRO
G.B.
PIANETA TERRA
21 Dicembre 2021
IL CIELO HA MILLE BOCCHE, MILLE OCCHI, MILLE ORECCHIE
Cronaca della puntata “SPECIALE EUGENIO SIRAGUSA” tenuta da Marco Marsilli
del giorno Martedì 14 Dicembre 2021
Come il ramoscello e la foglia dell’albero vengono trasportati dalla corrente e seguono il flusso naturale del corso d’acqua, così anche l’umanità del pianeta Terra viene guidata da millenni dalla grande Opera giovannea che, a tutti coloro che hanno occhi per vedere e hanno orecchi per udire, indica la strada della Verità, quella Verità che Gesù Cristo ha manifestato attraverso i suoi segni duemila anni fa.
Questa grande Opera, denominata per volere dell’Altissimo “Dal Cielo alla Terra”, proprio come il soffio di un dolce e soave vento, passa attraverso personaggi differenti, ma tutti Segnati in fronte dalla croce solare che rende loro degni Figli del Sole.
Un’Opera che da sempre ha avuto il compito di iniziare tutti i più grandi maestri dell’umanità presenti sulla Terra e che, attraversando le varie epoche storiche, è giunta fino al tempo dell’Apocalisse e si avvia verso il suo compimento certificato dall’imminente Seconda Venuta del Cristo.
Nei giorni di oggi ci troviamo al culmine di questo processo e, se è vero com’è vero che la rivelazione di oggi poggia i piedi sulle spalle della rivelazione di ieri, è ancor più vero che i personaggi che vengono ispirati e guidati oggi da questa fiamma solare racchiudono tutte le peculiarità dei loro predecessori e portano sul piano attuale la rivelazione messianica in tutta la sua reale e completa forma.
La Stirpe Solare è sempre la medesima che si avvicenda nel corso delle epoche, ed è questa Stirpe Solare che determina la progressione della storia.
Eugenio Siragusa è stato senza dubbio colui che ha annunciato l’arrivo dell’Apocalisse e che ha spiegato al mondo il legame che intercorre tra i popoli extraterrestri e la figura di Gesù Cristo, ovvero di come quei popoli che noi chiamiamo extraterrestri non sono altro che gli angeli di ieri, gli eserciti di biblica memoria, le legioni celesti che sono al cospetto del Re dell’universo.
Marco Marsili, nello speciale andato in onda martedì 14 dicembre 2021 dedicato alla figura di Eugenio Siragusa, il più importante contattista di tutti i tempi, racconta come ebbe inizio la storia di questo strabiliante personaggio e di come i frutti della sua Opera siano ancora oggi ben presenti nella società.
Eugenio, nell’agosto del 1951 mentre percorre una strada della sua città natale, Catania, sente una voce misteriosa che lo chiama. Nei giorni seguenti, quella voce inizia ad istruirlo. Matura l’insofferenza verso le ingiustizie e comincia a preoccuparsi dei problemi che affliggono l’umanità. Si sente ispirato a scrivere, proprio lui che aveva conseguito solo la licenza elementare, e grazie all’aiuto invisibile degli Extraterrestri riesce a mettersi in contatto epistolare con diversi esponenti delle Istituzioni internazionali, tra cui il futuro Presidente degli Stati Uniti d’America Dwight Eisenhower, che allora era Comandante in capo delle Forze Alleate in Europa.
Un anno più tardi, all’alba del 25 marzo del 1952, giorno del suo 33esimo compleanno, Eugenio vive la folgorazione che trasformerà per sempre la sua vita. Sul lungomare di Catania, mentre attende il filobus che deve portarlo al lavoro, una luce appare nel cielo e proietta verso di lui un raggio luminoso che lo investe, lo compenetra e trasforma completamente la sua personalità.
A partire da quel momento, Eugenio è un’altra persona, non è più quello che era prima, e nel giro di pochissimo tempo si vede costretto a rifiutare i compromessi della vita ordinaria, e deve lottare da solo contro tutti per difendere la Missione che gli è stata affidata.
Nell’aprile del 1962, dopo circa 10 anni di preparazione spirituale e telepatica, Eugenio si reca a monte Manfrè sull’Etna per incontrare fisicamente due maestri cosmici: Ashtar Sheran ed Ithacar, i quali gli dettano il famoso messaggio da consegnare alle massime autorità politiche, militari e scientifiche del pianeta.
Nel 1966 Eugenio riceve gli auguri di Natale da parte di Papa Paolo VI, attraverso una lettera scritta dal Papa in latino. Ecco la traduzione del testo:“AL VENERABILE CENTRO STUDI FRATELLANZA COSMICA:
LA PACE DI DIO, CHE SUPERA TUTTI I SENSI, CUSTODISCA I VOSTRI CUORI E LE VOSTRE INTELLIGENZE, IN CRISTO GESÙ SIGNORE NOSTRO.
(citazione di una Lettera apostolica ai Filippesi)
PAOLO VI
In Natalitate Domini, 1966”
Questi eventi sopra citati sono solo alcuni degli esclusivi e numerosi fatti che hanno coinvolto l’Opera di Eugenio.
Un’Opera, iniziata negli anni ’60 del ‘900, che ancora oggi è in essere e prosegue attraverso le gambe e la bocca di un altro personaggio incredibile, Giorgio Bongiovanni. La relazione tra i due comincia fin dalla tenera età di Giorgio, ovvero quando a circa 12 anni venne preso sotto l’ala di Eugenio perché questi vedeva in quel ragazzino qualcosa di speciale e dalle enormi potenzialità. L’amore idilliaco che sempre è intercorso tra questi due personaggi non si può descrivere. Giorgio amava Eugenio più di un padre, era per lui un maestro di vita; Eugenio amava Giorgio come un figlio prediletto. La loro sintonia si rafforzò sempre più e raggiunse la vetta nel 1989, anno in cui Giorgio durante un suo viaggio a Fatima ricevette le sacre stimmate dalla Madre Santissima, la quale gli conferì una missione ben precisa. Questo fatto miracoloso pone un sigillo dorato sull’Opera di Eugenio Siragusa, la quale venne ancor più avvalorata dal segno delle stimmate di Gesù Cristo. Da quel momento, attraverso Eugenio il Cielo più di una volta ha acclarato Giorgio Bongiovanni come il successore e prosecutore dell’opera di Eugenio e di come d’ora in avanti tutte le persone che sperassero in una salvezza dovevano passare attraverso Giorgio Bongiovanni, mentre Eugenio si ritirava sempre più a vita privata, continuando l’Opera in maniera differente. Un percorso, quello di Eugenio e di Giorgio, che ad un certo punto si divide a causa di differenti vedute sulla metodologia di divulgazione, ma che solo agli occhi miopi dello stolto questo fatto può far vacillare la fede nei due personaggi.
Se si osserva l’accaduto con la chiara visione degli occhi dello spirito non sarà difficile all’osservatore cogliere un grande insegnamento da tutto ciò. L’insegnamento iniziatico che deriva dalla separazione tra Eugenio e Giorgio è che ogni discepolo deve vivere il proprio Getsemani per realizzare la propria reale identità spirituale.
L’immensa sofferenza provata da Giorgio a causa della separazione con Eugenio trasmise in lui ancora più fede e ancora più forza, facendo in modo da fondare solide basi sulla roccia su cui poi è stato costruito l’enorme grattacielo dell’Opera. Un’Opera ai giorni d’oggi che ha raggiunto un livello mai visto prima e che ha raggiunto una veste e una caratura mondiale. Un’Opera che abbraccia la ricerca scientifico-spirituale, il misticismo, l’aiuto ai bisognosi, la lotta alle ingiustizie sociali e la lotta contro l’anticristo che domina questa società.
D’altra parte ognuno di noi, se vuole seguire la Via del Cristo, deve vivere il proprio Getsemani personale, proprio come è successo a Giorgio con Eugenio. In fondo, se lo ha fatto il Cristo che è il massimo punto di riferimento, perché non dovremmo farlo noi comuni mortali? Se proprio il Cristo è stato lasciato solo dal Padre a vivere il Getsemani, perché Giorgio non doveva essere abbandonato da Eugenio? Se quello era il volere del Padre Onnipotente, chi siamo noi per dire se fosse giusto oppure no?
Ma tutto ciò aveva un fine nobile e ben preciso.
Può il Padre realmente abbandonare il Figlio, essendo una e una sola cosa? No!
Può Eugenio realmente abbandonare Giorgio, essendo una e una sola cosa? No! Oltre a ciò, un aspetto fondamentale da tenere sempre a mente è il seguente. Il Maestro dei Maestri disse duemila anni fa: “L’albero si riconosce dai frutti”, cioè dalle opere, dalle azioni, non dalle chiacchiere.
E possiamo affermare senza tema di smentita che l’opera di Giorgio Bongiovanni (che è l’opera del Cielo sulla Terra) manifesta abbondanti frutti che sono sotto gli occhi di tutti. È un dato di fatto, è una realtà evidente. In tal senso, è chiaro come la luce del Sole che Giorgio Bongiovanni ha portato sul piano pratico gli insegnamenti del Cielo in forma di azioni concrete, di rivoluzione pacifica, di rivoluzione culturale.
Giorgio è riuscito a coinvolgere migliaia di giovani nell’attivismo sociale. Quei giovani tanto cari al cuore di Eugenio, quelle nuove generazioni di cui Eugenio parlava sempre, oggi grazie a Giorgio sono in grado di compiere azioni davvero efficaci per il bene dell’umanità e del pianeta Terra.
Giorgio è riuscito a concretizzare gli ideali del maestro, cioè a mettere in pratica gli insegnamenti del maestro e a farli fiorire nella società.
L’Opera giovannea “Dal Cielo alla Terra” è sempre stata una e una sola e nel corso del tempo ha ispirato diversi personaggi, ma ciò che più conta è il Messaggio, non il messaggero.
Ed ecco che con un’ampia visione spirituale tutto acquisisce il giusto significato.
L’Opera portentosa delle deità solari cavalca l’impeto dei secoli e dei millenni portando in ogni tempo l’eterna Rivelazione. La grande Verità viene così concessa all’umanità secondo un programma millenario, perché è nei millenni che lo spirito umano si evolve passo dopo passo, nascita dopo nascita, fino alla completa sublimazione.
Eugenio ha rappresentato l’annunciatore dell’Apocalisse e non a caso lo ritroviamo nei versi del Libro in veste di un’Aquila. Apocalisse 8:13 – Vidi poi e udii un’aquila che volava nell’alto del cielo e gridava a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!»
La figura di Giorgio, invece, rappresenta la figura del Precursore, cioè di colui che precede l’arrivo del Salvatore Gesù Cristo e proprio per questo porta i sacri segni sul suo corpo. Malachia 4:5 – “Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile”.
UN SEGNO INASPETTATO
Qualche tempo fa Marco ha ricevuto in dono da Antonio D’Agata dell’Arca di Catania un bellissimo organo farfisa anni ‘70 che era appartenuto proprio ad Eugenio Siragusa. Eugenio lo utilizzava spesso per suonare armonie e melodie antiche ed emozionanti.
Per Marco e per tutti noi era davvero un onore poter custodire uno strumento che Eugenio aveva utilizzato per molti anni. Dunque, anche se l’organo purtroppo non era più funzionante, abbiamo accettato questo regalo meraviglioso. Con l’intento di riuscire ad aggiustare l’organo, ci siamo informati con esperti del settore facendo ricerche approfondite, finché abbiamo trovato dei tecnici in grado di poter far funzionare nuovamente lo strumento. Questi riferirono a Marco che le condizioni dell’organo non erano delle migliori, ma che avrebbero comunque provato a rimediare. Dopo diverso tempo in cui non si erano fatti più sentire, i tecnici hanno ricontattato Marco dicendogli di averle provate davvero tutte, ma che purtroppo non era stato possibile aggiustare le componenti danneggiate dell’organo, ormai irrecuperabili, per cui Marco sarebbe dovuto venire a ritirare lo strumento.
La notizia non fu bella per noi, anche se sapevamo già che ci sarebbero state poche speranze.
Arriviamo a martedì 14 dicembre, il giorno in cui Marco presenta la serata speciale su Eugenio Siragusa.
“Luigi, devo darti una notizia incredibile, bellissima!”
“Dimmi Marco, cosa è successo?”
“Mi hanno proprio oggi contattato i tecnici a cui avevamo portato l’organo di Eugenio per farlo aggiustare. Mi hanno riferito che, davvero miracolosamente, l’organo ha ricominciato a funzionare normalmente!”
Entrambi restiamo increduli alla notizia e immediatamente ci viene in mente che proprio la sera era in programma la serata su Eugenio.
Per tutti noi un bellissimo segno che Eugenio ci ha voluto lasciare, proprio lui che diceva che il caso non esiste.
CON AMORE,
Luigi Benedetti
ARCA POIMANDRES GUBBIO
18 Dicembre 2021
EUGENIO SIRAGUSA: IL CONTATTATO una storia vera