seconda parte
L’uomo del futuro
L’uomo di domani sarà l’effetto delle cause che egli sta ponendo in essere oggi. Se la logica dell’evoluzione su questo pianeta è basata sulla “scienza senza coscienza” che pretende di dominare la natura e di superarla sfidando le leggi della vita, allora questa logica arimanica si concretizzerà inevitabilmente nella “nuova normalità” di cui stiamo parlando, sicché questa logica non sarà più soltanto una teoria ma detterà le regole della vita umana in ogni sua declinazione.
Il superamento della biologia per il sogno della lunga vita, dichiarato dal paradigma scientista e materialista, sostanzia il culto dell’effimero e della mera esistenza immanente ignorando la reale natura trascendente dell’uomo, il quale è innanzitutto un Essere spirituale dotato di intelletto che abita temporaneamente un organismo fisico, un Essere cioè dalla natura tripartita: spirito-intelligenza, anima-psiche, corpo-materia.
Se il punto di partenza per l’uomo del futuro progettato dall’élite mondialista è la pura esistenza materiale che non contempla la Causa Prima che genera la vita (ossia un Essere spirituale responsabile della strutturazione del Creato), allora la vita stessa diventa una spasmodica corsa al godimento, al soddisfacimento dei bisogni fisici istintuali e all’appagamento delle pulsioni emotive indotte dalla cultura dominante.
È già evidente che questa corsa al piacere attrae le masse, le quali continuano ad ignorare di essere schiacciate dai padroni universali che vogliono ridurre la vita umana a poco più che uno scambio cibernetico in un mondo ultra-tecnologico dove spiritualità, empatia, relazioni, convivialità, vita sociale e diritti umani saranno solo una chimera del passato.
Quello del “futuro neo-normale”, è un uomo che vive soprattutto all’interno della propria abitazione, dove mangia, lavora ed espleta le sue funzioni in una “società liquida” che pervade ogni aspetto dell’esistenza. (Il grande sociologo Zygmunt Bauman definì società liquida un mondo dominato da costante incertezza, segnato dall’indebolimento delle relazioni umane in cui manca il senso di comunità e di identità). Un uomo che lavora per grandi colossi aziendali dai quali acquista online tutto ciò che gli si insegna a desiderare, un uomo estraneo ai suoi simili, che preferisce non uscire di casa perché ha paura di incontrare altri uomini e teme di mettere a rischio la propria salute a causa delle incresciose minacce sempre nuove che destabilizzano il pianeta e tengono la società in allarme perpetuo.
Le idee di un uomo sempre più cyborg regolato da tecnologie che interferiscono nella sua identità ed integrano la sfera biologica con quella digitale, non sono fantascienza ma veri e propri progetti che certe multinazionali stanno già finanziando tramite istituti di ricerca e università (tratteremo più estesamente l’argomento in seguito).
Tale visione favorisce ovviamente i super ricchi che queste idee già le stanno realizzando. Per loro il Grande Reset, inteso come cambio del paradigma governativo, socio-economico ed antropologico, è un’occasione ghiotta di guadagno come abbiamo visto durante i recenti lockdown. Mentre il tessuto delle piccole e medie imprese è stato fortemente svantaggiato, producendo nuove schiere di poveri e disoccupati, l’economia dei grandi colossi del web è cresciuta, così come i patrimoni dei super ricchi del pianeta che hanno saputo sfruttare senza pietà ogni possibile occasione di profitto.
Secondo un rapporto della banca svizzera UBS, da aprile a luglio del 2020 gli ultramiliardari hanno aumentato il proprio reddito del 27.5%. Il numero di super ricchi è aumentato così come quello dei loro patrimoni. La stessa banca UBS ha visto salire il suo utile netto su base annua del 99%, una percentuale scioccante.
Il magnate di Amazon, Jeff Bezos, è passato da un patrimonio personale di 113 miliardi di dollari (che aveva a marzo del 2019) al patrimonio attuale di 180 miliardi di dollari. Lo stesso processo di aumento di ricchezza personale è avvenuto anche per Bill Gates, Warren Buffet, Elon Musk, Mark Zuckerberg e altri grandi super paperoni del pianeta, tanto che per alcuni studiosi non è mai stata creata così tanta ricchezza in un solo anno, il 2020.
Il vertiginoso aumento dei capitali personali dei soliti noti e delle corporation che essi amministrano, ha contribuito ad un forte incremento del divario sociale, della povertà e della disuguaglianza perché sono stati erosi i diritti fondamentali: come il neoliberismo insegna.
La crisi che apre al Grande Reset, quindi, avvantaggia i grandi potenti del mondo che detengono gli asset finanziari creando un quadro economico simile a quello del 1905 in termini di concentrazione di ricchezza, quando famiglie come i Vanderbilt, i Carnegie e i Rockefeller dominavano il mercato globale.
La riforma del mondo a vantaggio delle élite
Il mondo, come sostengono coloro che si illudono di possederlo, va riformato ed occorreva un Grande Reset per farlo. Un reset a partire dalla concezione stessa dell’uomo e del pianeta in cui vive, un reset ideato per una nuova palingenesi umana programmata dalle stesse menti che hanno accumulato l’intera ricchezza globale a discapito di miliardi e miliardi di persone che vivono sotto la soglia di povertà.
Benché gli stessi teorici di questo disegno dichiarino apertamente nei loro documenti che in futuro si avranno maggiori disuguaglianze sociali, non offrono soluzioni a riguardo e continuano a promuovere visioni distopiche della realtà. Visioni già ampiamente preconizzate negli anni scorsi in celebri film hollywoodiani o narrate in romanzi come quelli di Aldous Huxley, che postulava esattamente il futuro che l’umanità sta oggi vivendo. Un futuro, come abbiamo detto, caratterizzato dal superamento biologico e da tecnologia utilizzata per garantire governance e stabilità globale, in cui i giganti del mercato finanziario divengono anche garanti della sicurezza degli Stati, definendo politiche che depotenziano popoli e nazioni a favore di un club esclusivo di individui e di un mercato elitario che si propone come guardiano del sistema per il “bene comune”.
Nonostante i rischi di un simile scenario e di un progetto di vera e propria biopolitica che prospetta una umanità iperconnessa e robotica nelle mani di una ristretta cerchia di individui, l’uomo comune sarà ben lieto di farsi amministrare dai suoi tutori dell’ordine che difenderà come nuovi demiurghi. Gli stessi spietati multimilionari che oggi giocano a fare i filantropi dopo essersi arricchiti distruggendo il sistema e l’ecosistema, stanno già diventando tutori, interpreti ed idoli dell’intera umanità.
Accanto a tale scenario, da parte di questi soggetti multimilionari non poteva mancare un tassello importante per la riuscita del Grande Reset, ossia il loro impegno a favore di cause apparentemente solidali o per la tutela dei diritti universali e del pianeta Terra. Un esempio di questa altruistica mascherata è la cosiddetta green economy promossa da molte corporation, che dichiara di voler abbattere le emissioni di CO2 e combattere il cambiamento climatico che -oibò- è causato dalle stesse multinazionali che continuano a fatturare distruggendo interi ecosistemi.
I più grandi fondi internazionali d’investimento, nonostante l’inquinamento prodotto fino ad ora, presentano accattivanti campagne di marketing improntate alla sostenibilità e si prefiggono obbiettivi e politiche ambientali, come sta facendo una delle “tre sorelle”, la Black Rock: la più potente e ricca società d’investimenti al mondo, purosangue statunitense, che gestisce un patrimonio di oltre 8mila miliardi di dollari e che gli esperti definiscono “banca mondiale ombra”.
I nuovi tutori del pianeta fanno leva su una comunicazione politically correct che inganna le masse, le quali per tale ragione sono felicemente inclini a sposare le idee buoniste di aziende impegnate anche nel mercato delle armi, del big food, degli allevamenti intensivi, dei pesticidi tossici e di mille altre diavolerie. Ma si sa, nella società dell’inganno e delle apparenze ci si ferma alla superficie delle questioni senza approfondirle e perciò si sposano idee apparentemente giuste che fanno leva sul pietismo umano senza però risolvere le vere cause che si celano dietro agli effetti nefasti che travolgono l’umanità.
Ecco quindi che troviamo i nuovi profeti dell’èra post-umana, influencer, personalità dello spettacolo, grandi CEO di aziende multimilionarie, tutti in riga pronti ad indorare la pillola del nuovo ecologismo che fa business, rendendo il Grande Reset ancora più seducente agli occhi di un pubblico ignaro e ignorante dei processi che guidano il potere.
Sia chiaro, è logico che ognuno di noi deve dare il suo contributo per il bene del pianeta cercando di diminuire il proprio impatto, ma sentir parlare grandi multinazionali di sostenibilità ambientale quando i loro profitti continuano a basarsi su un depauperamento sistematico delle risorse comuni, appare quantomeno ipocrita, per non dire perverso.
Le operazioni di greenwashing (“ambientalismo di facciata”, strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva, allo scopo di distogliere l’attenzione pubblica dagli effetti negativi delle proprie attività), operazioni che vengono messe in campo da grandi società finanziarie divenute improvvisamente aziende “benefattrici”, contribuiscono a creare nella mente delle persone un bias cognitivo che le induce a sostenere e adulare i propri carnefici, cioè i responsabili del quotidiano avvelenamento fisico e psichico delle masse e i responsabili della distruzione dell’ecosistema. [Il “bias cognitivo” è appunto la distorsione che devia la razionalità nel giudizio e provoca una falsa interpretazione della realtà, generando un’opinione alterata che non corrisponde all’evidenza dei fatti.]
Grandi istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, ora divengono paladine della green economy (sempre più correlata alla finanza internazionale) e fautrici di un ingannevole Green New Deal, come quello caldeggiato dall’Unione Europea con il nome di “transizione ecologica”. Tale transizione rischia di promuovere implicitamente l’economia criminale in Paesi come l’Italia dove le mafie hanno già l’acquolina in bocca in attesa dei fiumi di denaro provenienti dall’Unione Europea. Inoltre, se volessimo avventurarci in una “facile profezia” diremmo: la transizione ecologica incoraggia grandemente l’utilizzo di veicoli elettrici -chissà- magari con l’intento di proporre tra qualche anno l’utilizzo del nucleare per generare energia elettrica, tra gli applausi dei miliardi di persone “elettrificate”. In tal senso, dovremmo stare attenti e prendere in serissima considerazione i reiterati avvertimenti delle intelligenze extraterrestri, memori di catastrofi nucleari come quella di Fukushima. Eccone alcuni a questo link.
Sotto il vessillo rassicurante del progresso, di nuove battaglie per i diritti dell’uomo, della digitalizzazione globale e dell’esaltazione tecnologica, ecco che la logica arimanica basata sul denaro e sull’accaparramento indiscriminato prosegue spietata, e con essa il completamento del piano transumanista di cui parleremo in conclusione.
I mercati del futuro
I mercati prevedono una sempre maggiore preminenza della finanza sull’economia reale, in un sistema già “iper-finanziarizzato” che si apre al nuovo business dell’idrogeno (e del nucleare), e si apre al business del progresso tecnico-scientifico, dell’intelligenza artificiale, dell’universo Big Data che gli analisti definiscono come “il nuovo petrolio”, visti anche gli scenari delle cyber-guerre, anche queste previste da Klaus Schwab nel Grande Reset.
Stanno arrivando incredibili innovazioni che rievocano antiche stregonerie, come il mind uploading, cioè il processo di “caricamento mentale”: si prende un cervello umano e si fa copia-incolla dal cervello a un sistema informatico. Ebbene sì, in attesa che il mind uploading sia a disposizione di tutti, è già possibile mettersi in lista al modico prezzo di 10mila dollari… non è uno scherzo: https://nectome.com/ Tutto ciò, ovviamente, ignorando la vera natura spirituale dell’uomo e quindi ignorando che il cervello non è il contenitore della mente umana.
Inoltre, ribadiamo, il business che riguarda il prolungamento della vita fisica, è persino arrivato al mercato dei geni e al mercato del DNA. Quest’ultimo, secondo molti analisti internazionali, si accinge a diventare un mercato-chiave, sia per la ricerca medica, sia per il gene-editing ossia la consulenza genetica rivolta direttamente ai consumatori per la correzione delle mutazioni geniche, e Dio solo sa per quali altre finalità. Si tratta di un sistema che viene già sperimentato per l’archiviazione dei dati e per l’uso di applicazioni informatiche; sarà quindi una sorta di mercato aperto per geni e sequenze di DNA.
Si creerà cosi ancora più divario e disuguaglianza sociale tra super ricchi, che detengono circa il 5 percento della ricchezza mondiale e che sfrutteranno le nuove scoperte e tecnologie a loro favore, e una schiera di poveri e nuovi tali, che saranno il 95 percento del mondo. Saranno proprio le masse di nuovi indigenti a rimanere ammaliate dal mito del progresso e dai benefici potenziali che questo potrebbe fornire loro. Un fascino che i popoli subiranno grazie ai metodi di propaganda e manipolazione comunicativa previsti dal sistema, finendo cosi per amare, in nome della sicurezza, misure autoritarie e lesive dei diritti fondamentali e un sistema di sorveglianza e controllato globale. Saranno direttamente le grandi aziende multinazionali a tutelare gli Stati e i cittadini facendo leva sugli incombenti pericolosi sanitari e sociali. Stati esautorati delle loro prerogative nazionali e democratiche e depotenziati nelle loro costituzioni fondamentali, tramite riforme spinte da organismi sovranazionali a cui le nazioni devono sempre più adeguarsi per ricevere liquidità monetaria, prestiti e favori a debito.
Si tratteggiano così i lineamenti di quello che Shoshana Zuboff ed altri esperti hanno definito “capitalismo della sorveglianza”. Sì, ovviamente si tratta di una sorveglianza valida per gli uomini comuni ma non per i grandi criminali, non per i boss mafiosi super latitanti, ancora liberi dopo decenni grazie alla complicità degli Stati e alla protezione di quell’élite mondialista che governa il mondo tramite massonerie e loschi giochi di potere.
Tecniche di manipolazione di massa per attuare il Grande Reset
Per fare in modo che le idee di cui stiamo parlando vengano accolte dalla popolazione e diventino consuetudini socialmente accettate, il potere sa bene come abbonire le masse per renderle complici dei suoi misfatti, e purtroppo trova nella popolazione un fertile terreno per la realizzazione nefasti progetti. La storia contemporanea delle grandi dittature totalitarie del ‘900 ne è prova incontrovertibile. Senza scomodare il passato, oggi possiamo osservare la forte erosione dei diritti sociali e lavorativi promossa dai Governi occidentali imbeccati dai poteri forti, con il beneplacito di folle impaurite e domate con l’inganno e persino con benefìci economici immediati in cambio di una diminuzione sostanziale delle tutele democratiche.
Si tratta quindi di far leva sui meccanismi classici della comunicazione e della manipolazione di massa di cui sapientemente e minuziosamente ci hanno parlato molti studiosi, tra i quali spicca lo statunitense Noam Chomsky: linguista, accademico, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, attivista politico, saggista, docente emerito al Massachusetts Institute of Technology, fondatore della grammatica generativo-trasformazionale (il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo), autore di decine e decine di opere letterarie, insomma una vera e propria autorità di calibro internazionale che vale la pena ascoltare.
Ci riferiamo per esempio al cosiddetto “principio della rana bollita”, una declinazione della strategia della gradualità. Per rendere accettabile un grande cambiamento che se avvenisse rapidamente causerebbe un trauma e un rifiuto collettivo, è necessario procedere in modo lento e graduale affinché le masse possano metabolizzarlo a poco a poco. La metamorfosi progressiva sfugge alla coscienza collettiva senza suscitare alcuna reazione, opposizione o rivolta. Perciò è fondamentale instillare nelle masse le nuove e più sconcertanti informazioni un po’ alla volta, perché il comportamento delle masse è simile a quello delle rane in una pentola d’acqua fresca che viene riscaldata a fuoco lento. Mentre la temperatura dell’acqua aumenta pian piano, le rane non avvertono nessun cambiamento; quando iniziano a soffrire sono ormai intorpidite e restano passive, non riescono a reagire, e quando l’acqua arriva ad ebollizione non hanno più la forza di saltare fuori dalla pentola, e il gioco è fatto. Questa tecnica spiegata da Chomsky rivela la manipolazione operata dai grandi poteri mondiali, che un passo alla volta guidano le masse verso un triste destino.
Dunque i cambiamenti graduali sfuggono alla coscienza umana e non suscitano reazioni od opposizioni sociali. Anzi, le stesse masse convengono sulle modalità che i loro carnefici usano per rabbonirle e per sottrarre loro i beni più preziosi: libertà e diritti. Complottismo? No: la tecnica della rana bollita è comunemente utilizzata per veicolare notizie tramite TV, giornali, radio, social e web, seguendo l’agenda-setting prestabilita dai poteri che gestiscono i mass-media. L’agenda-setting è appunto l’influenza dei mass-media che, diffondendo certe notizie scelte ad hoc, condizionano l’opinione pubblica. Il principio dell’agenda-setting è il salience transfer, cioè il rendere predominanti certe notizie rispetto ad altre. In questo modo anche le idee più peregrine diventano nuovi paradigmi di normalità, accettati dalle masse e sposati come Credo collettivo grazie alla propaganda mainstream.
Tale strategia di persuasione si inserisce in quella che la sociologia delle comunicazioni chiama “Finestra di Overton”, teoria che prende il nome dal sociologo e attivista statunitense Joseph Paul Overton. La Finestra di Overton descrive le fasi di consenso popolare nei confronti delle politiche governative:
– inconcepibile (unthinkable)
– estrema (radical)
– accettabile (acceptable)
– ragionevole (sensible)
– diffusa (popular)
– legalizzata (policy)
Le idee e i modelli culturali considerati inaccettabili e deleteri perché ledono la dignità umana, grazie al principio della rana bollita verranno considerati dapprima accettabili, poi ragionevoli, poi popolari e infine diventeranno leggi a cui obbedire. Per evitare rivolte popolari, i governanti agiscono quindi all’interno dell’accettabile, ma è proprio questo il punto: ciò che consideriamo accettabile è ciò che gli stessi governanti hanno reso accettabile mediante il principio della rana bollita. E siccome il cambiamento avviene gradualmente, vi saranno fette di popolazione sempre più estese che via via diverranno vere e proprie sostenitrici della “nuova normalità” e cercheranno di convincere quella parte di popolazione che ancora non è del tutto “bollita”.
Joseph G. Lehman, che ha coniato il termine Finestra di Overton, è presidente del Mackinac Center for Public Policy, un istituto di ricerca e istruzione indipendente e senza scopo di lucro, che si occupa di come la politica influisce sulla libertà e sulla qualità della vita umana. In un’intervista per il New York Times Lehman ha dichiarato: “…hanno usato il concetto di spostare la Finestra di Overton… con l’intenzione di rendere accettabili idee non convenzionali.” In altre parole, certe idee e certi modelli culturali comunemente reputati dannosi e inaccettabili, un po’ alla volta diventano popolari grazie alla manipolazione mentale operata dal mainstream e dai canali educativi istituzionali, cosicché si genera a reti unificate un nuovo standard morale, applaudito e propagandato da personaggi famosi, da pseudo-esperti prezzolati di turno e da onnipresenti “intellettuali di regime”. Il nuovo standard morale ridicolizza e demolisce il buonsenso comune e sorvola con arrogante superficialità tutti i dubbi etici, dando luogo a comportamenti che fino a poco tempo prima erano semplicemente inammissibili perché palesi violazioni del diritto e dell’etica. Infine, ultimo tassello dell’astuto puzzle, una volta che questi comportamenti sono diventati consuetudine, vengono canonizzati a norma di legge.
Citiamo solo alcuni esempi di questo modus operandi: il libertinaggio dei costumi sessuali promosso furbescamente come battaglia di libertà (come nel caso della pornografia, ecc…), lo sdoganamento del linguaggio scurrile, i comportamenti violenti inculcati nella mente umana fin dalla più tenera età, ecc. A causa della manipolazione mentale, il bias cognitivo di cui abbiamo già parlato rende l’individuo psicologicamente handicappato e incapace di pensare razionalmente. Questa che potremmo definire “logos-deficienza” è riscontrabile ad esempio nell’accettazione acritica delle fasulle “missioni di pace” dove le armate occidentali usurpano le risorse dei Paesi poveri; è riscontrabile nell’accettazione acritica dell’imperialismo americano e dei crimini commessi dalla NATO; è riscontrabile nell’accettazione acritica della fantomatica “esportazione della democrazia” (Iraq, Libia, Afghanistan, ecc.); è riscontrabile nell’accettazione acritica delle conclamate menzogne che hanno portato alla guerra infinita contro un terrorismo farlocco; è riscontrabile nell’accettazione acritica delle connivenze tra istituzioni e criminalità organizzata; ecc. La logos-deficienza che affligge gran parte dell’umanità, è riscontrabile anche nell’accettazione dei nuovi sistemi di sorveglianza che violano i diritti della persona umana.
Questi sono solo pochi esempi di quella che abbiamo denominato logos-deficienza, dimostrando come la manipolazione mentale operata tramite il mainstream è già un dato di fatto, una realtà concreta, che ha generato una specie di nuovo Credo fideistico. Infatti, gli stessi individui che subiscono l’inganno non osano dubitare del dogma mainstream, e siamo al punto che un qualsiasi uomo comune è pronto a litigare coi suoi simili per difendere il dogma imposto dai padroni del mondo. E -ahinoi- quando l’ingannato prende le difese degli ingannatori, siamo all’assurdo. Ma come scrisse il grande Mark Twain: “È molto più facile ingannare la gente, che convincerla di essere stata ingannata.”
Nel frattempo, le poche voci fuori dal coro rappresentano per il sistema dominante delle Cassandre da isolare. Ricordiamo che quando il famigerato cavallo di legno fu introdotto nella città di Troia, la profetessa Cassandra rivelò a tutti che al suo interno erano nascosti i soldati greci, ma rimase inascoltata. Come Laocoonte fu l’unico a credere nelle parole di Cassandra, ci auguriamo che oggi vi siano parecchi che come lui possano riconoscere la verità, ma non facciamoci illusioni: Laocoonte era un veggente sacerdote solare. Intanto nell’epoca attuale il reset (azzeramento) delle menti prosegue la sua corsa psicopatica, e con la scusa del politicamente corretto rende tiepide le coscienze e tappa la bocca ai veri dissidenti, promuovendo un illusorio contraddittorio da salotto televisivo. Così, quando nel cuore della notte, mentre tutti saranno ubriachi, i soldati assassini salteranno fuori dal ventre del caval donato, sarà troppo tardi.