Sulle orme dei nostri Antichi Padri

DAL CIELO ALLA TERRA

SETUN SHENAR COMUNICA:

IL FRATELLO ROBERTO CATARINOZZI E LA NOSTRA LADY OSCAR (FRANCESCA) SONO UNA DELLE TESTIMONIANZE VISIVE DELLA NOSTRA PRESENZA IN MEZZO A VOI.
IN PARTICOLARE LE SFERE FILMATE DAL FRATELLO ROBERTO SONO NOSTRI MEZZI COMPOSTI DA MATERIALE QUADRIDIMENSIONALE CON COMPONENTI PSICHIZZATI (CREATI DAL NOSTRO CERVELLO-INTELLIGENZA -SPIRITO).
LA NOSTRA MISSIONE SUL VOSTRO PIANETA È SOPRATTUTTO MANIFESTARCI FISICAMENTE A PERSONE CHE HANNO UNA VALORE ETICO CRISTICO E OPERANO CON ATTIVISMO SOCIALE A FAVORE DELLA VITA E DELLA GIUSTIZIA.
LO SCRIVENTE È COSCIENTE DI QUANTO AFFERMIAMO E LE SPIEGAZIONI ESPRESSE DAL FRATELLO PIER GIORGIO IN TAL SENSO SONO OTTIME PER LA VOSTRA COMPRENSIONE.
PACE!

SETUN SHENAR E LA CONFEDERAZIONE DEL SIGNORE DEGLI ESERCITI ADONIESIS, SALUTANO.

PIANETA TERRA
17 Agosto 2021.
Ore 14:20

Sulle orme dei nostri antichi padri

‘Disse il Cristo: “IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

E infatti, Uomo della Terra, sappi che tu passerai, ma nei Disegni della Creativa Mente di Dio alita già la Nuova Riva che Egli cospargerà di finissima sabbia e sulla quale continuerà l’Eterno Suo Possente Incedere che d’Equilibrio si veste e d’Armonia s’abbellisce. E quando la Fucina del Tempo che l’Eterno Iddio alimenta, avrà sagomato la sabbia in omaggio agli intendimenti Suoi, Egli la cospargerà di nuove Gocce della Sua Intelligenza e vi camminerà sopra, affinché la Creativa Orma del Piede Suo v’imprima il perenne Movimento del Suo Principio che non avrà mai fine’.

DA UN EXTRATERRESTRE IN SERVIZIO SUL PIANETA TERRA
tramite Eugenio Siragusa

Etna, posso vivere solo a distanza l’emozione di percorrere quei luoghi in cui tutto è iniziato, in cui un Antico Vegliardo, capostipite della grande Opera del Cielo sulla Terra, ha incontrato gli Angeli del Signore ed ha cambiato il corso della storia e delle nostre vite. Oggi al suo posto vi è colui che è stato segnato da Cristo e che porta il vessillo benedetto che ci ha riconsegnati alla Vita immergendoci nelle limpide acque della Conoscenza-Una. Oggi come ieri più generazioni si sono incontrate ai piedi della sacra montagna, il nostro Sinai, un luogo vivo, dalla terra rossa che non si scorda e che richiama l’ancestrale forza della natura primigenea pronta a mostrare tutti i suoi elementi nella sacralità della vetta. Elementi che forgiano e strutturano la missione del nuovo millennio, la missione degli iniziati di ieri, di oggi e di domani.

Nella sedia dove sedeva l’Antico Vegliardo, oggi siede colui che ha il seme di Adonay nel petto e che porta i segni della crocifissione di Cristo. Colui che fin da bambino è stato plasmato e cresciuto in seno alla Verità che ha sposato come il più fedele degli sposi e a cui si è consacrato. Una Verità che oggi continua a manifestarsi al mondo quale fondamento della Vita e che è divenuta seme che dà copiosi frutti, condensando la sua essenza in tutti i giovani che gli sono accanto, seduti attorno al calice che si è fatto uomo. Un uomo innamorato dell’antico Maestro depositario della missione che traghetta l’umanità ai piedi di Colui che ritornerà dal mare. La forza della giovane donna che gli siede accanto mima gli impeti di Madre Natura che rivoluziona gli elementi e spazza via gli indugi del mondo per preparare la strada alla Nuova Umanità.

Oggi come ieri seguiamo le orme dei nostri antichi padri, tutori del cosmo, per servire seppur con tutte le nostre manchevolezze, l’amore più grande di tutti gli amori. Questa è la nostra storia. Una storia che prosegue di generazione in generazione, che cammina sulle gambe dei padri e dei figli, che rinasce dalle ceneri, che ritrova antichi amori e fratelli, che va contro la corrente del male, che pianta i germogli della nuova civiltà sul Pianeta, tutelando il sacro tesoro del Cristo Vivente. Oggi come ieri, la forza dirompente della Verità emerge nel nome del Dio che vive in noi uomini e che, attraverso la Sua sconfinata espressione Astro-fisica, si compiace di manifestarsi ai nostri sensi Vivente ed eternamente operante, come ha insegnato l’Antico Vegliardo. Apriamo l’Occhio del nostro spirito e prepariamoci ad accogliere e a praticare la Verità del tempo di tutti i tempi.
Riporto qui di seguito alcuni concetti fondamentali espressi ai piedi dell’Etna affinché la Luce del Padre possa aiutarci a realizzare quanto il Cielo ci esorta a comprendere per dare a Lui tutta la nostra vita.

Il senso delle stimmate

Enzo: ‘Le sue stimmate, la sua sofferenza, il sangue che versa, non sono per tutti. Sono per noi fratelli che lo sosteniamo o che dovremmo sostenerlo e questa sofferenza c’è a causa della nostra miscredenza. Noi non crediamo abbastanza, non abbiamo abbastanza fede e fiducia, non ci abbandoniamo completamente a questo amore. Spesso non ci rendiamo conto di che condizione privilegiata stiamo vivendo. Quando ci riuniamo e stiamo insieme si crea una situazione che Gesù chiama Regno di Dio. Noi viviamo il Regno di Dio quando ci incontriamo tra di noi con questo spirito. Il regno di Dio è dentro di voi, ci viene insegnato e per me questo Regno rappresenta la condizione dell’amare e la condivisione che viviamo nel sentirci fratelli. Non è lontano da noi. Dobbiamo imparare a vivere questa condizioni sempre e ad affrontare in questo modo anche le vicissitudini della vita. Il Regno di Dio è questa comunità, è la comunità giovannea, è quest’Opera che mio fratello Giorgio ha generato. Rendetevi conto di questo’ Il sentiero cristico, un inerpicato sentiero di sofferenza e realizzazione.

Giorgio: ‘Andare verso il nuovo Regno di Dio significa percorrere la via stretta, una via piena di spine. Per entrare nel Regno devi strapparti le carni durante il percorso ed entrare nel sentiero del cammino di Cristo. Le esperienze cristiche, nella maggior parte, sono esperienze di sofferenza perché Lui è stato il Maestro della sofferenza. La nostra missione è seguire il cammino di Cristo, della conoscenza, dell’azione e dell’esperienza ma dovete capire che questo è il percorso del calvario che noi viviamo nel corpo e nell’anima. Vedete, Cristo non ha sofferto nello spirito ma nel corpo e nell’anima. E se sofferenza spirituale può aver subito lo ha fatto per noi che gli facevamo pena. Lui non ha mai pensato che il Padre fosse ingiusto. Soffriva nell’anima e nel corpo per aiutare noi. E anche oggi è cosi. Il percorso cristico è quello della croce all’interno del quale non è che tu vieni martirizzato e Dio ti tortura ma è un percorso dove c’è sofferenza cristica e dove c’è anche la realizzazione dell’amore più grande di tutti gli amori.

E’ tramite questo percorso che ricevi la conoscenza cosmica che è il regalo più grande che un essere umano può ricevere. Chi possiede la Gnosi ha tutto. Non ci sta ricchezza più grande della Conoscenza. Conoscere significa elevarsi alle dimensioni superiori, quindi dalla terza dimensione passi alla dimensione successiva e poi prosegui fino alla settima dimensione. La conoscenza che ti da Cristo ha come prezzo da pagare la sofferenza perché è con essa che tu realizzi l’amore, la tolleranza, la pietà, il perdono, la misericordia e, infine, dopo che hai acquisito e realizzato misericordia, perdono, amore, tolleranza, umiltà, riconoscenza e gratitudine puoi ambire a scalfire e ad accarezzare il valore assoluto che vige nell’universo che è la Giustizia. Finché non sarete maestri, e non semplicemente seguaci, dell’amore, della tolleranza, della misericordia, del perdono, dell’altruismo, della non gelosia, della non invidia, non potrete essere eletti a rappresentare eventualmente la giustizia.

L’errore che fate voi fratelli è quello di innalzare il senso della giustizia, seppur legittimo, per chiedere giustizia sociale per gli altri e per voi stessi quando però non sapete perdonare, essere misericordiosi e tolleranti. E cosi diventiamo egoici e razzisti senza rendercene conto. Non siamo totalmente altruisti. Il senso della giustizia legittimo o la sua pratica diventano tirannia, fascismo, razzismo e intolleranza se non realizziamo i valori di cui vi parlo. Pensando di essere giusti diventiamo tiranni e coltiviamo valori che non sono cristici. Questo è l’errore più grave che possiamo fare noi fratelli che seguiamo l’Opera. Dobbiamo quindi prima realizzare l’umiltà, la misericordia, la tolleranza, il rispetto tra noi, abbracciarci, sorreggerci e, dopo che pratichiamo queste virtù, possiamo affiancare un portabandiera come me o come Sonia per i giovani che chiede giustizia, anche se non siamo ancora perfetti nel cammino. Se noi nella vita quotidiana pensiamo di essere giusti ma non siamo buoni, misericordiosi e tolleranti, noi cadiamo tra le braccia di colui che io chiamo l’anticristo senza che ce ne accorgiamo. E così facendo noi pensiamo di seguire l’Opera, di seguire la comunità giovannea, Giorgio, il messaggio e le stimmate e invece finiamo per essere partigiani dell’anticristo e lui si serve di noi per infiltrarsi nella nostra comunità. E’ fondamentale che voi capiate questo concetto.

Sulle arche in Sicilia

Scendiamo ora nella pratica fratelli. Il volere del Cielo è che anche in Sicilia vi siano delle arche, cosi come tutto il territorio che il Padre mi ha affidato nel mondo ovvero quello latinoamericano e latino in generale di cui l’Italia è la madre patria. E’ questo il territorio dove voi mi vedete peregrinare sempre e dove ci sono i gruppi più forti delle arche e di Our Voice. In Sicilia abbiamo la nostra base principale da 20 anni a Palermo per la lotta alla mafia ma non abbiamo mai avuto una sede ufficiale come invece avremo a partire da quest’inverno quando apriremo gli uffici della redazione e di Our Voice in centro e conquisteremo quel territorio.

Dopo tanti anni e sofferenze, sapevo che anche a Palermo si sarebbe creata un’arca perché il cammino di Cristo è il cammino della sofferenza e poi della gioia. Ora si è creato un bellissimo gruppo che ho forgiato facendo capire che sacrificio e fedeltà sono la base fondamentale del nostro cammino ed abbiamo creato un’arca che si chiamerà arca Maclero. Maclero è il comandante dell’astronave extraterrestre Olimpia che io conosco personalmente. Lui opera tra l’Adriatico e il Tirreno ed è innamorato della Sicilia. Obbedisce ad Adoniesis ed è un fratello di Setun Shenar. Questi che nomino sono Angeli. Tutti i messaggeri di Cristo lo sono. Ricordatevi che quando si presenta un angelo e vi porta il messaggio del Signore è il Signore stesso che sta parlando ed a lui dovete inginocchiarvi. Quando mi parlano i fratelli extraterrestri io mi inginocchio ma non perché gli extraterrestri vogliono che io mi prostri e li adori. Io adoro solo Cristo ma mi inginocchio perché so che loro sono i suoi Angeli ed è Lui quindi che mi sta parlando tramite i suoi messaggeri.

Desidero tanto che nella terra dove sono nato, cresciuto e dove sono stato iniziato, sorga un’arca. Questo luogo è il nostro monte sacro come il monte Sinai dove nostro padre Eugenio Siragusa, come Mosè, ha ricevuto le tavole della legge che non sono i dieci comandamenti ma i messaggi cristici che richiamano i dieci comandamenti. Qui gli Angeli, che sono gli extraterrestri, sono scesi anche fisicamente dalle nubi del cielo e dove andremo stasera hanno dato le tavole della Legge. Per questo il maligno non vuole che in questo luogo si crei un’arca perché lui crede più di voi fratelli nell’Opera. Il maligno crede in me molto più di quanto voi credete perché sa chi sono, chi servo, chi mi parla e quindi lui nel credere in me crede più di voi. Siccome sa che cosa devo fare e dove devo arrivare, cerca di creare delle situazioni di prevenzione per evitare che posso compiere quello che lui sa che devo compiere e che anche voi sapete. Mentre voi ci credete in parte, lui ci crede al 100 percento e quindi lavora affinché io non faccio ciò che devo. Lui sa che se riusciamo a creare un’arca sull’Etna, questa sarà la forza di tutte le arche della Sicilia e sa anche che i giorni che ci separano dal Ritorno di Cristo si abbreviano. Lui sa questo cosi come anche voi lo sapete ma, a differenza sua, voi non credete totalmente e quindi lui ne approfitta e cerca di allungare questo tempo. Quando creerò il gruppo a Palermo, la nostra Gerusalemme, il giorno della venuta di Cristo sarà prossimo perché quella è l’ultima arca che devo formare, nel luogo dove ci sono guerra, discriminazioni, torture, arresti… Prima di compiere questo dobbiamo creare un’arca qui sull’Etna dove sono seduto. In questo momento satana sta vincendo contro di noi in questo luogo perché lui è più forte di me qui. La prima cosa che mi ha insegnato Gesù è l’umiltà. Questo significa prendere coscienza anche delle nostre debolezze.

Credere senza agire significa tradire

E’ fondamentale che voi capiate questo: credere oggi non è la cosa più importante. E’ importante ma non è indispensabile. Credere è il lancio e l’avvio per poter servire Cristo. Se a questo credere non viene accompagnata l’azione cioè l’operatività il credere diventa tradimento cioè significa che stai prendendo in giro il Signore e non fai nulla. È meglio dire non credo e sono laico e lui ti rispetta di più perché se dici che credi ma poi non fai nulla, stai prendendo in giro il tuo Maestro. Se diamo una parola poi dobbiamo mantenerla. Ve lo ripeto ancora. Se volete lavorare con me dovete lasciare tutto. Tutto significa lasciare moglie, figli, parenti…lasciare tutto tranne il lavoro che vi consente di dare da mangiare alla vostra famiglia. Per collaborare con gli extraterrestri voi dovete essere a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro e allora cosi si creerà l’arca. Non significa smettere di andare al lavoro o finire in mezzo alla strada. Questo va fatto se volete essere un esempio per tutte le arche del mondo. Per diventare i numeri uno dovete battere l’arca più forte del mondo ossia l’arca di Sant’Elpidio, la nostra arca madre dove ci sono le scuole, una mensa, le attività di antimafia e la divulgazione spirituale.

Non voglio che facciate queste cose in pochi minuti ma desidero vedere la vostra disponibilità. A me non interessano i luoghi fisici per fare un’arca. Io desidero prima che l’arca sia dentro di voi. Ci deve essere la struttura interiore, la disponibilità totale, l’obbedienza totale, senza dubbi o incertezze, credendo totalmente in quello che stiamo facendo. Anche se siete in pochi io voglio che dentro siate disponibili. Significa che ci dobbiamo mettere a disposizione del Signore. In questo momento non ci possono essere altre distrazioni. Dobbiamo lavorare per garantire il pane alla famiglia ma per mogli e figli non ci sta più tempo. Dobbiamo chiedere loro se vogliono servire il Signore con noi ma se rifiutano questo, ognuno andrà per la sua strada.

La scelta da compiere oggi

Oggi chiedo alla comunità giovannea di fare la mia stessa scelta perchè non è giusto che io continuo a farla da solo per voi. Ho lasciato mia madre anziana straziata a terra perché oggi ripartivo per venire da voi fratelli. Si è distesa a terra perché non voleva che ripartissi ma io dovevo portare avanti la mia missione che viene prima di tutto. Voi dovete fare lo stesso altrimenti non siete degni di me.

Cos’è un’arca

L’arca non è un salotto dove ci facciamo grandi con i messaggi degli extraterrestri. L’arca è il Getsemani dove noi dobbiamo offrire la nostra vita ai fratelli che dormono, che non sanno, che aspettano una conferenza su youtube. Quindi questo significa che dobbiamo lasciare tutto, significa che non c’è vacanza, mare, discoteca, fidanzato, fidanzata, moglie o marito. Non c’è niente. C’è solo l’arca. Poi se il Signore ti regala una fidanzata, una moglie, un lavoro e una famiglia lo ringraziamo ma prima comunque viene l’arca e poi tutto il resto, non il contrario. Vi dico questo perché è ora che voi comprendiate che la mia è una guerra. La nostra non è una chiesa. Noi siamo in guerra. Durante la seconda guerra mondiale nelle chiese che volevano liberarci dai nazisti si nascondevano i partigiani che sparavano al nemico anche lì. Questa è l’arca. L’arca è la chiesa di Cristo formata da soldati armati di lingua, di penna, di pane per i poveri, di difesa ai giusti. Questi dobbiamo essere noi perché desideriamo difendere la Verità. Come fate a fare l’arca se volete uscire, andare dalle vostre famiglie, anteporre tutto il resto prima dell’arca. Non potete essere parte dell’arca se questa non è la vostra priorità.

Se riuscirete a fare questo io posso promettervi che vi seguirò, vi parlerò, risponderò alle vostre domande e vi istruirò. Non sono un ipocrita. Sono qui per dire le cose sulla faccia. Io vi devo colpire e ferire affinché voi possiate trovare dentro voi stessi il fuoco dell’Opera perché se non c’avete questo fuoco non possiamo fare niente. Ovviamente continueremo ad essere amici ma non potremo lavorare insieme. Se vogliamo fare l’Opera questo significa servire seriamente e avere nella testa solo questa missione e nient’altro. Se fate parte di un gruppo e vi tenete dentro delle cose e non le dite vi comportate come degli omertosi. La prima cosa che faccio è distruggere tutti gli schemi che questa terra vi ha inculcato come il non parlare e il covare dentro. Dovete realizzare che la mia è una battaglia di vita o di morte. Non faccio rischiare la vita a delle persone che non sanno cosa stanno facendo. Quello che sto facendo in questo periodo della mia vita è una questione di vita o di morte.

A volte mi rattristo perché voi non credete. Stiamo facendo un lavoro in cui rischiamo di essere uccisi realmente in mezzo alla strada. Se questo sistema criminale vuole alzare di livello della guerra, prima di uccidere i magistrati che sono scortati, uccide noi inermi. Usciamo per strada e ci uccidono. Deve accadere questo per farvi aprire gli occhi e prendere coscienza? Adesso dobbiamo fare la guerra, non dopo. Dopo non avrebbe senso. Io non ho paura di morire ma parlo a voi perché potete diventare eletti da Cristo solo se operate. La mia è una missione di attivismo. Io sono un attivista. Poi abbiamo dei momenti come questo che ci riuniamo, stiamo insieme e facciamo cose mistiche ma dal giorno successivo siamo di nuovo in strada a combattere nel nome di Dio criminali, assassini, venditori di armi e droga. Se non ho delle comunità che risvegliano e aiutano le anime perdute, come posso fare questa missione? L’arca è la comunità di Cristo che deve dare una nuova vita ai demoni più feroci per farli diventare soldati del Messia. Quindi far parte dell’arca non è una passeggiata. Se credete realmente nell’Opera voi fate l’Opera. La priorità la vuole il Signore. La mia famiglia sa che viene dopo il Signore. Dovete amare la vostra famiglia ma dire ‘Signore tu sei la mia priorità’. L’arca è una chiesa e farne parte significa prendere i voti. Per prendere i voti dovete lasciare tutto. Nel nostro caso abbiamo la possibilità di avere anche mogli e figli ma prima viene l’arca. Se non siamo in grado di farlo non occorre che partecipiamo all’arca.

La missione di colui che grida nel deserto

La mia missione è doppia: preparare al ritorno di Cristo e dare agli extraterrestri un numero idoneo di persone per salvare il mondo. Il numero è già stato raggiunto ed è rappresentato dai giovani che devo proteggere anche a costo della vita. Già Sonia ha raggiunto questo numero nel territorio che compete a lei. Ci sono altre come lei che hanno composto questo numero di giovani. Gli extraterrestri mi hanno detto di governare questi giovani con le verghe di ferro. Se serviamo Gesù noi saremo protetti da tutto: dai vaccini, dalla bomba atomica, dagli ordigni nucleari. Questa è la mia fede. Il tempo sta correndo dietro la mia vita ma io sfuggo. Non ho più tempo. Non so quanto tempo devo rimanere qua. So che non c’è più tempo per iniziare nessuno e so che dobbiamo farci guidare dall’intuito e rischiare anche di essere traditi, uccisi e consegnati ai nostri assassini perché non abbiamo scelta. Dobbiamo agire e basta perché non c’è più tempo’.

Unire le generazioni nell’Opera
Sonia Tabita: ‘Sempre più sentiamo quanto le arche e quanto l’Opera siano una cosa sola e non dobbiamo dividere giovani da adulti o da altri rami dell’Opera in generale. Mi sembrava importante dare un appoggio a mio padre e creare unione prima di apprestarci a vivere un momento sacro sull’Etna. Oggi ho sentito in maniera forte che la Sicilia non è un posto in più ma è il luogo dove è nato tutto. Oggi ascoltavo quelle che sono le nostre radici nell’Opera a fianco di mio padre e quindi, sapere che tutto ciò che ci ha salvato la vita sia nato qui con voi e tanti altri che ora non ci sono ma che allo stesso tempo sono con noi comunque, mi emoziona. È grazie a voi che noi oggi possiamo fare tutto questo e dare anche lo stesso messaggio che voi ci avete lasciato ad altri ragazzi e alle generazioni future. Vedo sempre di più il fatto di unire le generazioni, unire i cicli, generazione dopo generazione, dagli anni di Eugenio ad oggi per capire quanto è eterna quest’Opera. Vedo questo posto dove prima c’era Eugenio e vedo che oggi ci siamo noi e un domani ci saranno altri ragazzi, altri bambini, adulti e anziani che si siederanno qui.

Smettere di giustificarci per le nostre mancanze e agire nell’Opera
Vedo come tutto questo sia eterno e lo sarà per sempre e allo stesso tempo sento forte che il messaggio del Cielo spesso è duro e severo per tutti, per noi ragazzi in primis. Mi vergogno per tutte quelle volte che non capiamo chi siamo, dove siamo, cosa stiamo facendo e perché. Mi vergogno per quando mettiamo prima i problemi personali rispetto a ciò che è veramente quest’Opera. Papà, mi sento di dirti che tu ripeti gli stessi concetti in maniera diversa ogni volta ma che noi ancora non capiamo profondamente il significato di quello che tu dici e che non capiamo che siamo in guerra. Io mi sento che ancora noi ci giustifichiamo, che ancora giustifichiamo le nostre azioni quando non ci siamo, quando non partecipiamo, quando non siamo presenti, quando non mettiamo prima di ogni cosa l’Opera e ci distraiamo.

Penso che non dobbiamo vittimizzarci e che dobbiamo passare ai fatti e dimostrare che abbiamo capito l’Opera nella vita di tutti i giorni. Per me noi abbiamo ancora tanto da imparare della vecchia generazione che camminava a piedi da una città all’altra per giorni e giorni per venire a trovare Eugenio e per seguire il messaggio. Noi, che oggi abbiamo tutto, siamo arroganti spesso perché ci giustifichiamo quando in realtà il messaggio è chiaro ma continuiamo a mettere noi prima della Causa… Spesso noi ragazzi sentiamo l’assenza di questo nelle arche e nell’Opera. Il messaggio che ci hai dato oggi desidero metterlo in pratica perché ogni volta che tu sanguini, ogni volta che tu lasci una madre per terra per venire da noi, dai tuoi fratelli, questo è un sacrificio che dobbiamo comprendere nel profondo. Dobbiamo tutti aspirare ad essere come te perché anche tu sei un essere umano. Ognuno di noi deve aspirare ad essere simile a te e a voi. Quindi io mi sento solo di prendere insegnamento da tutto questo e di dire nello stesso tempo che tante parole e giustificazioni che ci facciamo, parlo a me stessa e a noi giovani, non valgono niente se non siamo severi nel difendere l’Opera, il messaggio e i valori come lo fai tu. Quindi mi sento tanto piccola di fronte a tutto questo ma voglio invitare tutti a capire profondamente ciò che hai detto… se tutto è nato qui c’è un motivo. Quindi mi dispiace quando ci sono divisioni tra noi, mi dispiace quando non capiamo profondamente il fatto davvero di sacrificare tutto. Sento forte ciò che hai detto, il fatto di essere onesti e di essere umili se non riusciamo a fare questo. Non dobbiamo essere arroganti e cercare di giustificarci per qualcosa che non sappiamo fare come sai fare tu. Non dico questo per abbatterci o buttarci giù ma lo dico perché deve tirare fuori dentro di noi una forza mai avuta fino ad oggi.

Noi abbiamo tanti ragazzi che ci scrivono per fare parte del movimento. Noi ragazzi abbiamo nelle mani il futuro di quest’Opera. Noi ragazzi siamo il futuro di questi giovani, siamo la speranza dell’Opera, di un modo nuovo di vedere le cose…Il male deve aver paura di noi. Dobbiamo essere tutti quel Peppino Impastato che abbiamo conosciuto e di cui ci siamo innamorati. Il resto sono solo giustificazioni che ci diamo da soli. Abbiamo sentito tante parole ma ora dobbiamo passare ai fatti. Quando le arche saranno forti qui in Sicilia, anche Our Voice sarà forte. Quando noi giovani saremo forti qui anche le arche saranno forti perché siamo una famiglia.

A prescindere dalle nostre miserie umane, da quando non ti crediamo, da quando non abbiamo fede in te e non capiamo quello che fai, io sento solo amore per ciò che siamo, amore per te, per i fratelli e le sorelle che tu hai servito sempre, anche trascurando noi figli e la tua famiglia, te stesso e la tua felicità. Quindi per questo io vi chiedo e ci chiedo di vivere ciò che dice mio padre e di non aspettare di vedere le sfere in cielo quando saliamo sull’Etna se non c’è unione, se non ci amiamo tra noi, se non ci sono dei gruppi forti che denunciano la mafia dalla mattina alla sera, se non siamo condannati a morire come te, perché se tu devi morire io voglio morire con te e tutti noi dobbiamo voler morire con te altrimenti siamo ipocriti. Io sento che siamo ipocriti quando ci riempiamo la bocca di parole, quando parliamo di Cristo e poi ci perdiamo in un bicchiere di acqua. E’ bellissimo salire sull’Etna e vedere le astronavi però prima dobbiamo essere sinceri tra di noi, dirci le cose sulla faccia come ci hai insegnato tu. Sono l’ultima che lo fa ma ti prometto che voglio provarci e voglio invitare tutti a farlo. Quindi vi amo ma sento tanta ipocrisia presente in noi. Sento che abbiamo una giustificazione per tutto quando invece davanti a noi abbiamo il Signore che ci sta offrendo la vita e noi ci lamentiamo e non siamo presenti quando lui si manifesta e forse lo capiremo solo quando lui verrà ucciso e crocifisso ancora una volta…
Credo in noi, in voi. Non dobbiamo buttarci già ma seguire la verità che tu ci hai insegnato’.

– – – – – – –

Al di là della nostra comprensione di quanto abbiamo letto, al di là delle nostre miserie e giustificazioni che spesso ci diamo per svincolarci dal compiere ciò che il Padre ci chiede, il progetto di Dio nella storia andrà avanti, con noi o senza di noi. La missione del Consolatore promesso si compirà indipendentemente se sceglieremo o meno di parteciparvi attivamente.

Non lasciamoci sfuggire questa possibilità evolutiva! Non lasciamoci sfuggire il grande dono che Dio ci sta offrendo per ritrovare la Sua essenza in noi stessi, per renderci protagonisti del progetto creativo affinchè le parole degli antichi Padri si compino in noi figli e cosi in eterno la nostra Causa segua il divenire naturale della vera Vita.

nuvolaEtna

Al termine dell’incontro avvenuto ai piedi dell’Etna, i presenti si sono recati sul luogo in cui tutto ebbe inizio, la sacra quercia dove i Tutori del Cosmo si presentarono ad Eugenio Siragusa. Il monte Sona Manfrè, uno dei crateri spenti del grande vulcano, è per noi il tempio dove la storia della nostra famiglia è iniziata. Una storia che ci viene tramandata di padre in figlio per edificare sul pianeta il nuovo paradigma universale. A conferma della continuazione di quest’Opera sacra che si compie nel mondo nel corso delle ere, gli Angeli di ieri, extraterrestri di oggi, hanno offerto il segno della loro presenza. Una bellissima nave di luce è perdurata nel cielo consolando ed illuminando il cuore di colui che ha in sé il seme di Arat e di tutti coloro che erano li. Nel silenzio di una notte senza luna, caratterizzata dal vento, il segno della presenza dei fratelli dello spazio si è palesato come a dire che l’estensione del loro progetto universale cammina ancora oggi sulle gambe di coloro che desiderano servire la Verità-Una; coloro che sono radunati attorno al capo della remota tribù di Giovanni, l’antico vegliardo che porta i segni di Cristo e che, oggi come ieri, ci insegna la via del Dio Vivente per il nuovo regno, per la nuova umanità, per l’Homo Novus.

“Osate scrutare diligentemente nel cuore della Verità. Siate coraggiosi e non temete! La Verità si rivela solo a coloro che la cercano nei valori immutabili ed eterni di tutte le cose visibili ed invisibili del Creato e del Creatore. Siate semplici, così come lo è l’Architetto della Vita e giusti come lo è la Sua Legge d’Amore eterno. Osate di guardare in faccia la realtà e di mutare il male in bene, il dolore in gioia, l’odio in amore, l’ingiustizia in giustizia. Ricordate: il cuore della Verità è in voi e palpita all’unisono con Dio e con il Creato”
Eugenio Siragusa

Francesca Panfili

Gubbio, Agosto 2021

qui trovi l’articolo originale

(immagine in evidenza di jcomp, tratta da www.freepik.com)

Seguici

Sostieni le nostre attività!

Potrebbe interessarti anche