Domanda
Vorrei chiedervi di spiegarci meglio cosa avviene nel momento preciso della morte, quando l’anima si stacca dal corpo e cosa e come vive da quel punto in poi.
Ho perso un carissimo amico, una dipartita improvvisa e veloce, che mi ha distrutta ed è proprio cercando delle risposte alle mie domande sulla vita dopo la morte che mi sono imbattuta sul vostro gruppo di Facebook ed ho iniziato a seguirvi e a desiderare fortemente di avvicinarmi sempre più alla Verità di cui ci parlate.
Non immaginavo minimamente che ci fosse questa meravigliosa dimensione ed ora mi spiego tante cose che accadono nella mia vita.
Vorrei sapere: l’anima per quanto tempo conserva i ricordi della vita terrena? Come guarda ai suoi cari rimasti in vita, con dolore? Con nostalgia? Con rabbia? Cosa impedisce all’anima di palesarsi ad un caro rimasto in vita e che vive nel dolore? Grazie di cuore.
Risposta
Ciao, grazie per averci scritto.
Gli esseri umani della terza dimensione (come i terrestri) sono soggetti per forza di cose a flussi e riflussi in cui devono sperimentare il male per acquisire la consapevolezza del bene, come i cicli di reincarnazione.
La loro dipendenza alle leggi del karma cesserà solamente quando il loro spirito avrà acquisito una evoluzione tale e avrà vissuto tutte le esperienze tali che non necessita più della sperimentazione attraverso il libero arbitrio.
Infatti, arrivati a questo punto, la consapevolezza acquisita sarà tale da rendere l’uomo cosciente della sua eternità spirituale, vincendo così la morte fisica.
Nell’aldilà non abbiamo corpo, non abbiamo sesso e non abbiamo età. Non esiste nemmeno il tempo, bensì si vive nell’eterno presente.
Prima di una successiva incarnazione, gli spiriti prendono coscienza di ciò che hanno vissuto nell’ultima esperienza terrena e, aiutati da esseri superiori, decidono dove e come incarnarsi successivamente. Ma mentre nella nostra dimensione terrena esiste un tempo, scandito dalla manifestazione dei fenomeni astronomici, per gli spiriti disincarnati questo concetto non esiste. Essi si reincarneranno dopo un certo tempo terrestre, che dipende dalle cause instaurate e dalle contingenze karmiche della specifica persona, dello specifico luogo, delle specifiche relazioni, ecc…
Scegliere quando e dove incarnarsi è possibile solo se non abbiamo un fardello karmico che ci costringe ad incarnarci in luoghi e in famiglie ove risolvere i guai che abbiamo combinato in passato, e infatti spessissimo ci si incarna in famiglie dove genitori, figli, fratelli e sorelle di oggi sono i nemici di ieri; in tal modo, grazie alla potenza naturale dell’amore genitoriale, filiale e fraterno, è più semplice estinguere le antiche inimicizie.
In generale, il permesso di palesarsi o meno ad un caro rimasto in vita viene concesso dagli Esseri Superiori che governano la creazione anche nell’aldilà. Se, ad esempio, c’è una madre che ha perso un figlio e soffre tanto, viene permesso a quell’anima di dare dei segni di consolazione alla madre, per far capire che lui è ancora vivo. Nell’aldilà non c’è il rapporto di parentela come qua, siamo tutti fratelli, perciò per consolarci possono darci dei segni.
Può accadere anche, che Esseri Angelici diano dei segni al posto del defunto, esseri che ci aiutano nel nostro percorso evolutivo. È un discorso molto complesso e non si può definire chi e quando permette di dare segni.
La scienza dello Spirito ci insegna queste cose, ma per noi che viviamo in questo mondo tridimensionale, questi sono effetti soprannaturali che la nostra mente non può comprendere fino in fondo.
Un caro saluto