Un senso di Leggerezza
Pubblicato il 9 Novembre 2020
Pubblicato il 9 Novembre 2020

DAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 13 NOVEMBRE 2020:

CRONACA DI UN MIO SOLDATO CHE HO VISTO NASCERE, CRESCERE E DIVENTARE OPERAIO NELLA VIGNA DEL SIGNORE: PIETRO JESUS.
LEGGETE
IN FEDE G.B.

PIANETA TERRA
13 Novembre 2020

UN SENSO DI LEGGEREZZA

Finalmente è arrivato il giorno di ripartire per una nuova avventura e portare l’esperienza di Marco Marsili e dei fratelli del cosmo ad un nuovo pubblico, quello di Alessandria. Settimane prima con Claudia Marsili ci eravamo sentiti per capire la mia disponibilità a far parte del team dell’evento e ovviamente la mia risposta è stata positiva. Nei giorni successivi ci siamo organizzati per capire dove poterci incontrare, visto che attualmente vivo in Toscana vicino Volterra e loro partivano da Gubbio. Propongo di vederci in un parcheggio che conosco vicino Firenze.

Nei giorni precedenti alla conferenza, dentro di me qualcosa mi spingeva a voler conoscere la famiglia Sparacio. Li avevo già visti nei vari incontri nelle arche e avevo già avuto modo anche di conoscere i suoi figli molto particolari.

Alla vigilia della conferenza preparo la borsa da viaggio e mi metto in cammino. Sono circa le 17 quando arrivo sul posto per aspettare i ragazzi che arrivano un po’ in ritardo, perché il loro autista Gabriele Monacelli distraendosi aveva sbagliato uscita…ahahah

Non vedevo l’ora di riabbracciarli. Finalmente arrivano, scende Marco Marsili che mi abbraccia e mi fa salire. Ci mettiamo in cammino alla volta di Alessandria dove ci aspettavano per cenare tutti insieme. Magari fosse andata così liscia! Al primo bivio, anziché andare verso Genova, andiamo verso Bologna…ormai non si può tornare indietro e proseguiamo. Superata Bologna, verso Modena incontriamo degli incidenti in autostrada che creano lunghi rallentamenti. Ma noi siamo tenaci, alziamo il volume della radio e improvvisiamo una specie di Karaoke. Devo dire che ci sono dei veri talenti, oltre a Roberto Pezzini che non fa testo: lui già si sa!

Allora tra un “fermiamoci a mangiare”, “no non fermiamoci” e qualche cioccolatino consolatore, proseguiamo dritti facendo solo qualche breve sosta in autogrill, tra le risate delle battute che Marco faceva con una voce robotica emessa da una radiolina bluethoot che tutti sentivano.

Arriviamo finalmente a destinazione, sono praticamente le 23:30 circa ed eravamo in viaggio da più di 8 ore! Ci apre il cancello Paolo Sparacio che ci accompagna all’entrata del salone. Scendiamo e, felici di essere arrivati, ci salutiamo e ci sediamo a mangiare. Devo dire che Gabriele aveva ragione: l’attesa è stata ripagata. La cena era buonissima e con molta gentilezza Paolo e la moglie Stefania ci fanno accomodare e ci servono delle prelibatezze di cui ancora ricordo le bontà.

Parliamo un po’ dell’organizzazione dell’indomani e ormai belli cotti dalla stanchezza andiamo nelle nostre stanze.

Sveglia alle 8, perché alle 9:30 dovevamo essere in sala, preparare tutto e alle 12 andare a pranzo per poi riessere alle 14 in sala ed accogliere le persone.

Con Gabri, Claudia e Roberto prepariamo tutto l’occorrente per lo streaming e con gran sorpresa ci raggiunge anche Marco Lo Presti, non sapevo ci fosse anche lui. Allestiamo anche un’altra sala con un proiettore ed un panchetto improbabile (traballante) nel caso ci fosse stata tanta affluenza. Con Gabri siamo una coppia invincibile…

Si va a pranzo e ci ricongiungiamo con Marco e Francesca, la famiglia Sparacio ed alcuni amici che nel frattempo erano arrivati per la conferenza.

Quando arriviamo in sala qualche persona era già arrivata e stava aspettando che aprissimo. Si approssima l’ora dell’inizio, tutto è pronto. Vedo Marco un po’ nervoso, sicuramente emozionato. Gli faccio qualche cenno di stare tranquillo, ma la sua “pillolina” ce l’aveva già a fianco, Francesca Panfili che con qualche carezza e la sua energia lo sostiene sempre.

Nel frattempo Paolo Sparacio dà l’annuncio al microfono che stiamo per iniziare, anche io sono emozionato. C’era una bella atmosfera. C’erano all’incirca un centinaio di persone. Alcuni li conoscevo, altri no. C’era Salvatore Bova con amici, un gruppetto di Our Voice Milano, amici e conoscenti degli Sparacio e altri curiosi dell’argomento.

“La verità va sempre detta anche quando è scomoda, anche quando fa male. La Verità non ammette opinioni, la Verità è tale ed è dimostrabile.

Io non dico cose mie, quando le dico apro una parentesi e dico “queste sono mie considerazioni personali” dopo chiudo la parentesi e riprendo a divulgare i loro insegnamenti, quindi io come faccio a sbagliare, sono i loro insegnamenti, non posso sbagliare. La verità per definizione è una e assoluta, altrimenti smette di essere Verità.

Diceva Steiner: “Non è possibile che i saggi non vadano d’accordo perché coloro che pervengono alla Verità la pensano tutti allo stesso modo”.

Dobbiamo arrivare a smettere di avere le nostre opinioni “ma questo è quello che penso io”, “io ho sempre pensato così”, “io son fatto cosi”. Tu non sei in nessun modo, tu sei stato fatto cosi dalla tua mala educazione, quindi di fronte alla Verità togli il cappello e inizia a studiare e fai aderire il tuo misero punto di vista umano alla grande Verità del Tempo di tutti i Tempi, che dal Cielo scende con Potenza e Gloria e allunga la mano per dirci “Apri gli occhi, fino adesso hai vissuto al buio, esci alla luce! Questa è la Verità”.

Marco è stato come sempre preciso nella sua esposizione, essenziale, energico, capace di essere semplice e sorridente, ma anche serio e diretto. È capace, con quel suo dinamismo, di stimolare i cuori di giovani e adulti.

Finita la conferenza smontiamo tutto velocemente, perché dovevamo lasciare la sala, nel frattempo Marco firma autografi, parla con la gente, sorride, abbraccia e dà certezza a chi vuole risvegliarsi a nuova coscienza.

Lasciamo la sala per andare in pizzeria, ma aspettiamo ancora un po’ fuori, perché era ancora troppo presto. C’erano delle giostre e Marco si avvicina, perché voleva dare degli oggettini a dei bimbi che erano li. Lo seguo con gli occhi per non perderlo di vista.

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Il quartiere dove abbiamo fatto la conferenza si chiama “quartiere Cristo”, perché poco distante dalla sala c’è una chiesa con una statua gigante del Cristo che tiene una croce. Qualcuno lo dice a Marco che nell’attesa decide di andare a vedere. Arrivato lì si accorge che non c’è solo quella bellissima statua che si erge sul tetto della chiesa, ma c’è anche un’altra statua di Cristo e ai suoi piedi Giovanni che scrive il Vangelo. Una scena molto bella e dal grande valore simbolico per la nostra opera. Marco scatta delle foto che poi ci mostra.

Arriva l’ora della pizzeria, eravamo una tavolata a ferro di cavallo enorme. Per tutta la cena c’erano vicino a me e di fronte a Marco dei bambini splendidi che non hanno mai smesso di tenergli la mano. Questa cosa mi ha colpito. Ispirato dal momento mi sono permesso di fare loro qualche foto ricordo.

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Nel dopocena ritorniamo nel salone della struttura dove dormivamo per fare un incontro con i ragazzi OV di Milano. Eravamo tutti intorno ad un tavolo e Marco prende la parola. Qualche ragazzo fa lui qualche domanda e la serata prosegue tranquilla in serenità tra amici. Ad un certo punto Tania chiede a Marco di uscire, perché vorrebbe vedere qualche astronave. Nessuna garanzia da parte sua, ma tanto ottimismo e fuori tutti. Nel frattempo qualcuno si era fatto rapire da Morfeo. L’aria era abbastanza fresca e l’umidità riempiva le ossa. Marco Lo Presti sfodera il suo laser che puntandolo verso il cielo cercava qualche segnale di risposta. Nel frattempo osserviamo qualche costellazione, ma dai fratelli nessun segnale… Forse avevamo già tutto dentro quella sala attorno ad un tavolo. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Matteo 18:15-20)

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Poco dopo la stanchezza prende il sopravvento data la lunga giornata. Ci salutiamo e ci ritiriamo nelle nostre stanze. La mattina seguente, dopo aver fatto colazione, c’è stato un bel momento, molto intimo. Quasi tutti ascoltavamo Stefania raccontarci alcune vicende della sua famiglia in relazione ai nostri fratelli del cosmo. Si era creata un’atmosfera magica, almeno io la vivevo cosi. Una di quelle domeniche che tutti vorremmo vivere più spesso in compagnia di belle persone, di amici, di fratelli.

Purtroppo il tempo è tiranno e dobbiamo interrompere quella magia, presi i bagagli carichiamo il furgone e riprendiamo la via di casa colmi di nuove emozioni e felici di aver trascorso dei giorni con fratelli gentili e disponibili.

Una nuova tappa è stata aggiunta alle altre, prossima missione accompagnare Marco e Francesca alla stazione di Bologna, perché il giorno dopo sarebbero partiti per Fatima, e che viaggio anche quello di ritorno… ma quella è un’altra storia.

Pietro Jesus

09 Novembre 2020

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(immagine in evidenza creata da rawpixel.com – www.freepik.com )

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